Dal 1° luglio 2017 la provincia di Reggio avrà un’azienda sanitaria unica, che si chiamerà Azienda Usl di Reggio Emilia, nata dalla fusione tra l’attuale Ausl e l’Azienda ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova”. Il via libera al progetto di integrazione presentato alla fine dello scorso anno dalla Giunta regionale è giunto dall’Assemblea legislativa.
Il nuovo assetto porterà ad un rafforzamento dei servizi per i cittadini, accompagnato dal contenimento della spesa pubblica e da una maggiore efficienza organizzativa, sia dal punto di vista strutturale che amministrativo.
L’unificazione non comporterà la perdita di alcun posto di lavoro, perché tutto il personale in servizio, anche quello a tempo determinato, sarà garantito.
Attenzione puntata, inoltre, su prevenzione della corruzione e promozione della trasparenza, con l’introduzione di specifiche misure organizzative in linea con il Testo unico sulla legalità approvato con una specifica legge regionale lo scorso ottobre.
Un percorso, quello formalizzato con il via libera alla legge, che è stato condiviso sin dall’inizio con il territorio, con incontri promossi in modo capillare, e sostenuto dalla Conferenza territoriale e sanitaria di Reggio Emilia.
“L’esperienza che oggi approviamo è un esempio di come intendiamo qualificare la risposta che il nostro sistema sanitario deve ai cittadini- ha sottolineato in Aula il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Un sistema sanitario che abbia la propria centralità nel servizio pubblico, che sia capace di non lasciare indietro nessuno e anche di accettare nuove sfide, come quella sui vaccini, su cui l’Emilia-Romagna ha aperto la strada. Il nostro sforzo prosegue, quindi, per qualificare sempre di più gli ospedali – e lo ribadisco, non ne chiuderemo nessuno, ma ne costruiremo di nuovi-, per realizzare nuove Case della salute e riorganizzare i servizi, con l’obiettivo di migliorarli ulteriormente. E - ha concluso il presidente- l’unificazione degli ospedali di Reggio, fortemente voluta dal territorio, va proprio in questa direzione”.
“Oggi si compie un passo importante per l’ulteriore rafforzamento del sistema sanitario reggiano, che garantirà ai cittadini servizi ancora migliori e più integrati- ha affermato l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. A questo obiettivo punta infatti il percorso di unificazione e riorganizzazione che abbiamo avviato sul territorio regionale. Già da tempo, peraltro, le due realtà sanitarie di Reggio stavano sperimentando forme di integrazione nella programmazione, gestione e produzione dei servizi sanitari e delle attività tecniche. Oggi- ha aggiunto Venturi- questo percorso trova il giusto compimento, a beneficio di un sistema sanitario su cui, soltanto per Reggio, abbiamo investito negli ultimi due anni quasi 30 milioni di euro”.
Cosa cambia
Dal 1° luglio 2017, dunque, l’Azienda ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” cessa e l’Azienda Unità sanitaria locale di Reggio Emilia subentra a tutti gli effetti.
Il patrimonio mobiliare e immobiliare dell’Azienda ospedaliera viene trasferito all’Azienda Usl di Reggio Emilia.
Tutto il personale in servizio all’Arcispedale, con contratto di lavoro subordinato, a tempo indeterminato o determinato, è trasferito senza soluzione di continuità all’Azienda Usl di Reggio Emilia, come peraltro prevede il decreto legislativo (30 marzo 2001, n.165) sull’ordinamento del lavoro nelle Amministrazioni pubbliche.
Non solo: il processo di fusione è stato svolto garantendo la valorizzazione delle risorse umane e professionali degli operatori, anche attraverso percorsi formativi e di riqualificazione condivisi, in coerenza con i principi della legge regionale sull’organizzazione e il funzionamento del servizio sanitario (n. 29 del 23 dicembre 2004).
Entro il 30 giugno 2018, il direttore generale dell’Azienda Usl di Reggio Emilia adeguerà l’atto aziendale, ossia lo strumento volto a definirne l’assetto organizzativo e istituzionale, al nuovo assetto fissato dalla legge.
Per promuovere e valorizzare le forme di cooperazione e innalzare il livello qualitativo dei servizi sanitari erogati, con particolare riguardo a quelli più complessi, la riorganizzazione prevede la costituzione di un presidio ospedaliero unico, articolato in più stabilimenti, che incorpori quello esistente dell’Azienda Usl all’Arcispedale Santa Maria Nuova.
Nel corso dell’iter normativo è stata inoltre inserita la previsione del confronto sindacale sui processi di programmazione dei servizi sanitari e socio sanitari nel territorio di Reggio Emilia, nonché nello svolgimento degli adempimenti necessari alla costituzione dell’Azienda unica.
Registri di rilevante interesse regionale
Vengono istituiti i Registri di rilevante interesse regionale, con lo scopo di garantire un puntuale sistema di raccolta di dati anagrafici, sanitari ed epidemiologici per registrare e caratterizzare tutti i casi di una particolare malattia e dei suoi trattamenti ed esiti, ma anche di rischio per la salute. In particolare, sono istituiti i registri per: traumi gravi; sclerosi laterale amniotrofica (Sla); gravi cerebrolesioni acquisite (Gracer); narcolessia e ipersonnie rare; nati pretermine; broncopnemopatie croniche ostruttive; interventi in ambito cardiologico e cardiochirurgico; angioplastiche coronariche; aritmologia interventistica; farmaci biologici in reumatologia.
Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico - Irccs
Sempre a partire dal 1° luglio 2017, la titolarità dell’Istituto di Ricovero e Cura a carattere Scientifico (Irccs) “Istituto in tecnologie avanzate e modelli assistenziali in oncologia”, costituito all’interno dell’Azienda ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova”, è trasferita all’Azienda Usl di Reggio Emilia. L’atto aziendale dell’Azienda Unica di Reggio Emilia dovrà anche specificare l’assetto degli organi e le relative competenze, il modello e le strutture organizzative, i rapporti con l’Università e la rete degli Irccs in oncologia per valorizzare le forme di collaborazione in rete e i relativi progetti che possono essere realizzati.
Per dare continuità al lavoro fin qui svolto, il consiglio di indirizzo e verifica e il direttore scientifico rimangono in sino alla loro scadenza naturale. L’organizzazione e il funzionamento dell’Istituto continuano ad essere disciplinati dalla normativa, nazionale e regionale, in vigore. Come già prevede la legge regionale (n. 4 del 2008), all’Irccs è assicurata autonomia scientifica, organizzativa e contabile e viene garantita l’assegnazione delle risorse umane e strumentali necessari per assicurare i livelli di autonomia riconosciuti.
Un costante monitoraggio sullo stato di attuazione di questo percorso di unificazione sarà effettuato durante i prossimi tre anni e al termine delle verifiche la Giunta regionale trasmetterà una relazione dettagliata alla Commissione assembleare.
Nuove norme anticorruzione
Rotazione obbligatoria degli incarichi, in particolare quelli dirigenziali. Regole comuni per il Codice di comportamento dei dipendenti del sistema sanitario regionale. L’introduzione della responsabilità disciplinare e civile nel caso in cui non vengano consegnate alle Aziende e agli enti del Servizio sanitario regionale le dichiarazioni complete degli emolumenti percepiti e dei benefici goduti.
E', in sintesi, quanto prevede l’articolo 5 (“Politiche di prevenzione della corruzione e di promozione della trasparenza”) della legge di fusione dell’Ausl di Reggio Emilia e dell’Azienda ospedaliera Arcispedale Santa Maria Nuova, approvata oggi dall’Assemblea legislativa.
Con l’approvazione del provvedimento, le norme anticorruzione contenute dovranno essere applicate da subito da parte di tutte le Aziende sanitarie della Regione;coerentemente con quanto già previsto dalla normativa nazionale di riferimento e dal “Testo unico” regionale per la promozione della legalità, si rafforza l’impegno dell’ente di viale Aldo Moro in un ambito di estrema delicatezza, quello sanitario, fissando ulteriori strumenti di contrasto e prevenzione.
“Non tolleriamo nessuna ombra sulla nostra sanità- è il commento dell’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. La corruzione è inammissibile a qualunque livello, tanto più in una realtà che vede malati e persone bisognose di cure e assistenza. Per questo abbiamo voluto introdurre quest’articolo. Lo dobbiamo ai nostri pazienti, e a tutti i cittadini”.
Oltre all’adozione delle “migliori prassi” per attuare quanto già stabilito dalla legge 190/2012 (“Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”), l’articolo cinque della legge regionale introduce la programmazione,nei piani triennali di prevenzione, di misure obbligatorie di rotazione degli incarichi dirigenziali; solo nei casi, che vanno adeguatamente motivati, in cui la rotazione non sia possibile, “devono essere programmate misure alternative di prevenzione della corruzione con effetti analoghi”.
Parallelamente all’adozione delle “migliori prassi” per realizzare le disposizioni del decreto legge 33/2013 (“Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”) e le misure specifiche contenute nel Piano Triennale per la Prevenzione e Corruzione, l’articolo 5 della nuova legge regionale prevede contenuti comuni integrativi del Codice di comportamento per i dipendenti del Servizio sanitario regionale.
Il Codice individua misure per garantire annualmente la pubblicizzazione, da parte del personale dirigente – tramite un’apposita dichiarazione all’ente di appartenenza – di “tutti i rapporti intercorsi”, a qualsiasi titolo, con soggetti esterni, da cui possa scaturire un conflitto di interessi, anche potenziale. Nella stessa dichiarazione devono essere indicati “tutti gli eventuali emolumenti percepiti e i benefici goduti”.
Il Codice di comportamento introduce la responsabilità disciplinare e civile in caso di mancata dichiarazione; saranno le Aziende e gli enti del Servizio sanitario regionale a esercitare il potere disciplinare.
Sì, sì, belle parole, ma con i fatti avremo un “nuovo direttore” che sarà… il dott. Fausto Nicolini, evviva il nuovo che avanza, evviva la trasparenza politica, evviva le pari opportunità. Un pensiero, se mi permettete, va ai dipendenti costretti al silenzio pena il licenziamento se per puro caso il loro dire va contro il diktat del direttore generale. Il caso ospedale di Castelnovo è emblematico.
(MB)