Riceviamo e pubblichiamo.
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Le classi seconde dell'Istituto "Cattaneo-Dall'Aglio" hanno partecipato, nell'anno scolastico in corso, a due importanti progetti: il primo svolto in collaborazione con il Parco dell'Appennino tosco-emiliano dal titolo Scambi tra Natura e Uomo e conseguenze nell'ambiente, il secondo in collaborazione con la Asl di Castelnovo ne' Monti dal titolo La salute vien mangiando.
Scopo principale dei progetti era quello di rendere gli alunni critici nei confronti del cibo industriale, mettendoli di fronte all'evidenza della tossicità dei pesticidi usati nell'agricoltura e nell'allevamento intensivo in confronto ai benefici derivanti dall'uso di alimenti di origine biologica. A tale scopo gli allievi hanno dovuto svolgere approfondite ricerche riguardanti proprio i danni, sia all'ambiente che all'uomo, causati da un uso eccessivo della chimica nell'alimentazione (pesticidi, antibiotici, coloranti, conservanti, ecc). Una importante riflessione a cui i ragazzi sono stati indotti riguarda il rapporto uomo-natura, rapporto che da sempre ha visto l'uomo utilizzare e sfruttare la natura a proprio vantaggio. Solo negli ultimi tempi l'uomo si è reso conto degli effettivi danni arrecati alla biosfera e pertanto solo negli ultimi anni ha cercato di mettere in atto strategie di rimedio.
Nell'ambito di tali progetti le classi hanno seguito diversi seminari, tra i quali hanno avuto una grande rilevanza quelli tenuti dalla dottoressa Paola Cerri. Durante i primi due incontri svoltisi nell'aula magna dell'istituto, la Cerri ha informato gli alunni sui pericoli derivanti dall'assunzione di eccessive quantità di zuccheri semplici presenti in numerose bevande, negli snack e anche in tutti quegli alimenti considerati salutari come gli yogurt. I seminari, nonostante gli argomenti trattati fossero di grande rilevanza, sono risultati di piacevole ascolto e soprattutto comprensibili perfino ai più giovani, grazie anche ai numerosi filmati proiettati.
Il seminario è cominciato con la spiegazione della genomica e con la presentazione di una slide che metteva in luce l'aumento di alcune malattie presenti oggi nell'uomo (tumori, malattie neurodegenerative, malattie croniche e metaboliche), in concomitanza con l'inserimento nella dieta di alimenti “nuovi” rispetto ai cibi utilizzati fino agli anni '50 del secolo scorso ed in particolare con l'aumento del consumo di zuccheri e di alimenti industriali.
La dottoressa, iniziando il seminario parlando della genomica, ha voluto mettere in evidenza che è la persona stessa che può influire sulla propria salute, decidendo di continuare ad alimentarsi con prodotti che causano malattie croniche e neurodegenerative (come confermato da numerosi studi internazionali, tra cui uno dei principali è lo studio Epic, e come elencato nelle raccomandazioni Wcrf– Fondo mondiale per la ricerca sul cancro), oppure cercando di cambiare stile di vita e cominciando ad evitare alimenti troppo ricchi di molecole chimiche sintetizzate in laboratorio.
Un momento di grande rilievo è stato quello in cui la relatrice ha mostrato la quantità di zucchero presente in vari alimenti tramite l'esposizione di un cartellone (visibile nella foto qui in alto) in cui erano presentati gli alimenti e vicino era riportata la quantità di zucchero effettivamente presente. Molto interessante è stato scoprire che le aziende studiano a tavolino i sapori dei loro prodotti perseguendo lo scopo di trovare il blessing point, ovvero il punto del massimo godimento per le nostre papille gustative, al fine di creare una dipendenza del sapore per fidelizzare la clientela. Il punto di massima beatitudine è scatenato in alcuni siti del cervello da recettori per lo zucchero che sono simili a quelli per il fumo: si può dire che le industrie cercano proprio di creare dipendenza dal sapore dolce: i ragazzi, a malincuore, si sono pertanto resi conto di essere considerati come cavie su cui sperimentare nuovi sapori artificiali. Nonostante ciò continua a risultare difficile per i giovani smettere di mangiare o di bere quei cibi industriali di cui sono così golosi, a tal punto da dichiararsi “drogati da...”, confermando quanto affermato dalla Cerri nel suo seminario.
Un momento fondamentale, quasi buffo, è stato quello in cui alcuni allievi sono stati chiamati a leggere le etichette di alcuni alimenti e di alcune bibite industriali: anche il lettore più esperto ha avuto problemi nel leggere i minuscoli e numerosi termini scientifici e sigle alfanumeriche riguardanti sostanze chimiche aggiunte al prodotto. Questo esercizio, fortemente voluto dalla relatrice, aveva il preciso scopo di far comprendere ai giovani che quello che consumano abitualmente non è “vero” cibo: il cibo “vero” non ha etichette lunghe e soprattutto non contiene ingredienti dal nome quasi impronunciabile!
La Cerri inoltre ha messo in evidenza, tramite la proiezione di alcuni filmati relativi a prodotti destinati ai teenager, come gli spot pubblicitari ci facciano vedere un mondo magico, idilliaco e pienamente soddisfacente, solo se viene consumato l'articolo presentato, agendo quindi anche sull'aspetto emozionale del conteso possibile acquirente.
Dopo aver parlato degli alimenti nocivi per la salute umana, nell'ultimo incontro la dottoressa ha elencato gli alimenti benefici, parlando della dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell'Unesco. La relatrice ha mostrato inoltre la quantità di anidride carbonica, temuto gas serra, sviluppata dalla produzione industriale e l'enorme quantità di acqua necessaria nell'agricoltura e nell'allevamento intensivo, mettendo in evidenza che il cibo industriale non solo provoca danni, spesso irreversibili, alla salute umana, ma anche a quella del pianeta. Al termine della parte teorica della lezione, la relatrice ha mostrato gli snack salutari, a base di frutta secca e semi oleosi, che gli studenti possono consumare a scuola al posto dei soliti snack a base di creme zuccherate o delle patatine, ormai di largo consumo tra i giovani.
Ma di cosa parlate, visto che l’istituto è pieno di macchinette che distribuiscono queste schifezze!
(Onny)
Ottima osservazione da cui prendo spunto. In effetti uno dei motivi per cui sono stata contattata e invitata dai docenti delle scuole superiori è stato proprio la loro constatazione di quale e quanti snack e bevande “spazzatura” i ragazzi assumevano durante la scuola, sia acquistate dalle macchinette che portate dall’esterno. Chi si occupa di salute, di abitudini di vita non sane e di dipendenza da generi voluttuari ha ormai compreso che il proibire o il tassare fortemente questi prodotti spesso non raggiunge il risultato sperato .Lo fa molto di più aumentare la consapevolezza di ognuno, sia ragazzi di ogni età,che genitori e adulti in genere. Ciò che introduciamo nel nostro organismo non è semplice “carburante”, costituisce le cellule del nostro organismo, diventa noi stessi. Il conoscere il cibo, l’imparare quali sono gli ingredienti, il leggere le etichette, il constatare che impatto può avere il mio acquisto sull’ambiente, sull’agricoltura e sulla salute accresce la consapevolezza di ognuno.e scelte di cosa mangiare verranno di conseguenza a questa nuova abilità ed è quindi probabile che le macchinette, se si vuol continuare a tenerle, dovranno per forza cambiare il loro contenuto perchè invenduto e, probabilmente diventare confacente ai nuovi gusti degli interessati. Sono fiduciosa di questo, molto si sta facendo nel mondo, sia nelle comunità scientifiche e istituti di ricerca indipendenti, che nel giornalismo divulgativo. Termino con una frase di Michael Pollan, giornalista, saggista e docente universitario che da anni si occupa di cibo: “Voi potete votare con la forchetta, mangiando un gustoso boccone alla volta” (da “Il dilemma dell’onnivoro” edizione per giovani adulti, che consiglio). Ringrazio le presidi e i docenti per avermi dato l’opportunità di tenere questo seminario e anche agli allievi con cui ho avuto un costruttivo confronto e un’esperienza positiva. Grazie.
(Paola Cerri)
Questo seminario sull’alimentazione è stato interessantissimo per i nostri ragazzi! Ringrazio i professori e la dottoressa Cerri per l’ottimo lavoro svolto.
(Nadia Rossi)