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Ospedale S. Anna / “Cara Regione, spedisci questa benedetta richiesta di deroga al ministero!…”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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C’è una logica di appartenenza e cittadinanza nelle forte richiesta per il mantenimento del punto nascita di Castelnovo ne’ Monti  anche da parte del gruppo di associazioni di volontariato della montagna denominatosi “Insieme per l’Ospedale S. Anna".

Riuscire a valorizzare l’importanza di ogni reparto dell’ospedale della montagna sarebbe un’occasione per gli amministratori della Regione per dimostrare che la politica è sensibile alle realtà che amministra, che vale la pena in questo caso andare oltre i numeri standard annunciati a livello nazionale (500 parti) e si può creare una rete di competenze in collegamento con l’azienda della città che permetta servizi a buon livello anche in montagna.

I cittadini non vogliono  pensare che  i politici addetti ai lavori non capiscano le conseguenze di una chiusura del reparto di ostetricia, è tutto molto ovvio, ma pretendono un dialogo per trovare soluzioni adeguate alla loro realtà e permettere uno stile di vita accettabile anche da eventuali ospiti. Siamo convinti che i luoghi dove non si possa nascere manchino di quella forza di vita che un territorio deve avere per  essere attivo e attrattivo.

Oggi l’Ospedale S. Anna c’è, nuovo, efficiente, accogliente: perchè iniziare a distruggerlo?

L’unificazione delle due aziende ospedaliere Assl e S. Maria, di cui Castelnovo ne' Monti fa già parte a tutti gli effetti, permetterà una turnazione ancora più efficiente del personale medico e infermieristico, garantendo anche in montagna quella sicurezza da continuare a garantire ai pazienti anche a livello neonatologico come richiesto dalla commissione percorso nascite nazionale.

Se ci mettiamo per un momento nei panni delle donne in procinto del parto, alle quali dovrebbe venire proposto di salire su un elicottero magari già in travaglio per essere trasportate nell’ospedale lontano volando sopra quello di Castelnovo con le luci spente, proviamo una certa rabbia e una grande tristezza.

Inoltre i cittadini dell’Appennino hanno iniziato da tempo  a  spendere le loro energie per organizzare eventi per la raccolta di fondi per attrezzare il nosocomio con dispositivi speciali per aiutare i medici a  migliorare e  facilitare le cure consapevoli delle ristrettezze dei bilanci dell’azienda.

Allora la deroga può aiutare gli amministratori e i tecnici ospedalieri, in collaborazione e trasparenza, a studiare le strategie per rendere possibile il mantenimento del punto nascite sicuri che sarà la scelta migliore per aiutare la montagna a non morire ma a permettere la vita. A questo riguardo si rende pubblico il documento prodotto dalla commissione tecnica di medici nominata dal sindaco Bini che potrebbe dare spunti di soluzione interessanti.

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Al presidente della Regione Emilia-Romagna

La commissione percorso nascite, istituita dalla Regione Emilia-Romagna, sta esaminando le caratteristiche dei punti nascita attivi in Regione, che erogano prestazioni inferiori ai 500 parti nell'anno, per valutare la fattibilità dell'inoltro da parte dell'ente regionale della richiesta al ministero di deroga alla chiusura. Il punto nascita dell'Ospedale di Castelnovo ne' Monti è  uno di quelli sottoposti a valutazione; dal 2010 ad oggi, a fronte dell'applicazione dell'accordo Stato-Regioni, è stato qui adottato un modello operativo accreditato, che ha garantito e garantisce la sicurezza di donne, neonati ed operatori, al di là del dato numerico dei parti; un assetto organizzativo in grado di far fronte ad urgenze del neonato e della donna in tutte le fasi di gravidanza, parto e puerperio. La peculiarità del punto nascita dell'Appennino reggiano si basa sul fatto che questa struttura fa parte del reparto di ginecologia ed ostetricia della AO S. Maria Nuova di Reggio Emilia, un esempio collaudato di equipe interaziendale, che garantisce professionalità degli operatori, che possono acquisire competenza, esperienza, formarsi ed aggiornarsi svolgendo la propria attività  nelle due sedi. Il mantenimento dell'esperienza professionale viene attuato attraverso la turnazione degli stessi operatori fra il reparto centrale e la sede periferica, affrontando come equipe e singolo professionista la casistica necessaria. L'equipe ostetrico-ginecologica, dotata di guardia attiva ore 24, è supportata dalla presenza di un reparto ospedaliero di pediatria con guardia diurna e reperibilità notturna, attivata per ogni parto, ed inoltre di un servizio di anestesia e rianimazione con guardia attiva ore 24; i professionisti pediatri e rianimatori sono formati ed  aggiornati in ambito neonatologico. Rispetto al requisito di presenza nel punto nascita di una guardia attiva ore 24 del neonatologo, previsto dalla commissione nascite, apriamo una riflessione. La vicinanza chilometrica oltre alla facilità di percorrenza stradale fra gli ospedali di Scandiano e Montecchio a quello di Reggio Emilia e la programmata realizzazione del Mire, motivano e prefigurano la futura chiusura  di questi  punti nascita; questo comporterebbe il trasferimento delle sei unità di personale medico-pediatrico qui oggi presenti presso l'Ospedale di Reggio Emilia, il cui organico passerebbe da 12 a 18 unità, organico a cui vanno aggiunti i 3 medici pediatri già  presenti a Castelnovo ne' Monti. Questa unificazione produrrà un'unica struttura pediatrica provinciale, realizzando una equipe di dimensione tale da consentire, nei punti nascita che rimarranno attivi, la presenza di personale medico-pediatrico con guardia attiva ore 24 ed una turnazione di personale altamente specializzato, favorendo contemporaneamente una adeguata formazione neonatologica acquisita presso il reparto di neonatologia provinciale. Tale organizzazione soddisferebbe appieno i criteri della commissione percorso nascite nazionale. Castelnovo ne' Monti dispone inoltre di un servizio di trasporto in emergenza dedicato alle partorienti con accompagnamento del medico ginecologo-ostetrico e trasporto del neonato verso la terapia intensiva neonatale di Reggio Emilia con accompagnamento del medico neonatologo reperibile del presidio di Reggio. Si evidenzia da ultimo che le gravidanze sono seguite a Castelnovo applicando un protocollo di selezione di quelle a rischio, che vengono preliminarmente indirizzate a Reggio. Questo modello organizzativo si mantiene efficiente e potrà esserlo in futuro, attraverso l'impegno delle due direzioni aziendali, che stanno avviandosi alla unificazione, rendendo tale organizzazione interaziendale non una eccezione ma la normalità. L'unificazione delle due aziende della sanità reggiane comporta una riorganizzazione dei presidi ospedaliera e dei dipartimenti ospedalieri; la configurazione geografica e la viabilità  della nostra provincia vedono la indiscutibile necessità di disporre di presidi ospedalieri in grado di erogare prestazioni in emergenza e generali collocati strategicamente sull'asse nord-sud: Guastalla, Reggio Emilia, Castelnovo ne' Monti. Tale considerazione vale tanto più per il mantenimento del livello di prestazioni del presidio ospedaliero montano, che serve una territorio che copre un terzo dell'intera provincia, territorio fragile dal punto di vista della tenuta sociale ed economica ma con potenzialità che vanno sostenute. Per concludere, si richiede alla commissione nascite di valutare la richiesta di deroga alla chiusura del punto nascita di Castelnovo ne' Monti, non come meccanica applicazione di requisiti numerici ma attraverso la  valutazione dei requisiti di sicurezza che l'azienda può riuscire a garantire nel tempo. In questo scenario va a nostro avviso tenuto in debito conto anche di altri requisiti di sicurezza o fattori di rischio, che devono essere garantiti e che sono collegati alla distanza ed al vissuto della donna che affronta una gravidanza e che sa in caso di emergenza ostetrica di dover impiegare fino a due ore dal proprio domicilio sul crinale (da Cerreto, Civago, Succiso, Ramiseto,  Collagna ed altri centri abitati) per raggiungere il punto nascita di Reggio Emilia, sempre che il trasporto avvenga in condizioni di viabilità  e stagione ottimali. Le considerazioni fin qui esposte sono quelle di cui, per quanto si è avuto notizia dalla stampa, ha tenuto conto la commissione percorso nascite nazionale, nell'esprimere un parere favorevole alla deroga per realtà  montane analoghe all'Appennino reggiano, in Regione Lombardia ed in Provincia di Trento, e pertanto chiediamo che la commissione nascite regionale invii la richiesta di deroga alla valutazione della commissione nazionale.

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