Sono molte le prese di posizione sulla riemersione della questione "discarica di Poiatica". Le trascriviamo qui di seguito.
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Enrico Bini, presidente Unione montana: “La discarica non sia riaperta e non siano i cittadini a pagare la messa in sicurezza”.
In merito alla situazione e le prospettive che si sono aperte negli ultimi giorni rispetto alla discarica di Poiatica, interviene il sindaco di Castelnovo ne' Monti e presidente dell'Unione Montana Enrico Bini: “Al momento non posso escludere che lo studio commissionato dalla Regione Emilia Romagna alla Università di Bologna, sulle modalità più corrette per un ripristino ambientale dell'area della discarica, suggerisca come soluzione meno costosa la riapertura del sito per un riempimento che preveda l'utilizzo di rifiuti speciali, nella cui categoria rientra una gamma di materiali comunque molto ampia, da resti di lavorazioni industriali a fanghi prodotti da trattamenti delle acque. Finora però di questo studio abbiamo soltanto avuto notizie dai giornali, quindi aspettiamo di leggerlo nei dettagli. Il documento comunque rappresenta il parere dell'Università di Bologna, ma poi a decidere sulla base delle proposte in esso contenute dovranno essere gli amministratori. Penso comunque che l'evoluzione del sito debba prendere atto di una scelta già presa e ampiamente condivisa: la discarica è chiusa e non si riapre. Bisogna invece ricostruire chi ha autorizzato il sesto lotto e quindi chi ora dovrà metterlo in sicurezza: Provincia? Iren? Si dovrà dunque capire a chi spetteranno le spese per la messa in sicurezza. Vorremmo anche capire se gli studi effettuati sul sito della discarica hanno messo in luce problematiche particolari di inquinamento, di qualsiasi tipo. Per quel che mi riguarda come sindaco e come presidente dell'Unione dei Comuni la mia posizione è molto netta: la discarica non si deve riaprire, e non condivido affatto neanche l'ipotesi che dopo anni in cui i cittadini del territorio appenninico hanno dovuto vivere direttamente le ricadute negative della discarica, che economicamente invece per chi l'ha gestita ha rappresentato un utile, siano ora chiamati anche a farsi carico di spese per la sua chiusura e messa in sicurezza definitiva”.
Gianluca Sassi (consigliere regionale M5S): "No ai rifiuti speciali. Bonifica della discarica è l'unica soluzione”.
“Chiudere la discarica di Poiatica sommergendola con 800mila metri cubi sarebbe davvero una beffa incredibile. Per questo chiediamo alla Regione che pensi solo ed esclusivamente alla bonifica dell’area. Un’altra soluzione non c’è”. È questo il commento di Gianluca Sassi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, riguardo alla notizia diffusa dal comitato “Fermiamo la discarica” secondo cui il buco di Poiatica potrebbe essere riempito con altri rifiuti speciali. “Credo che la Regione abbia una sola cosa da fare, ovvero mantenere fede agli impegni presi, anche con i cittadini, e non permettere che la discarica di Poiatica venga ancora utilizzata per qualsivoglia tipo di rifiuti. I cittadini hanno già subito sulla propria pelle le scelte del passato e non meritano un trattamento del genere. L’arrivo di altri 800mila metri cubi di rifiuti speciali sarebbe una beffa clamorosa. Per questo – conclude Gianluca Sassi - si dia seguito agli impegni presi e si pensi alla bonifica completa della discarica di Poiatica, che può e deve essere l’unica soluzione a questo problema”.
Dario Bottazzi segretario Pd Carpineti: "Opporsi a qualunque proposta che preveda nuovi conferimenti di rifiuti nella discarica di Poiatica".
Oggetto: ordine del giorno relativo alla chiusura della discarica di Poiatica.
Premesso che:
la discarica di Poiatica, in comune di Carpineti, ubicata in una zona ad elevato interesse paesaggistico e naturalistico, oltre che storico, è stata ricavata all'interno di una cava di argilla tuttora in attività, denominata “Poiatica-Montequercia”, utilizzando una porzione di cava ormai dismessa. Si tratta di una discarica ex 1^ categoria, oggi riclassificata come discarica per rifiuti non pericolosi ai sensi del Decreto Legislativo n.36/2003, nella quale possono essere smaltiti rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali non pericolosi, compresi rifiuti assimilabili agli urbani e fanghi non pericolosi;
la discarica per rifiuti non pericolosi di Poiatica è inoltre stata riclassificata come “Discarica per rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con recupero di biogas”, ai sensi dell’articolo 7, comma 1, lettera c) del Decreto Ministeriale 27/09/2010, ed è dotata di impianto di captazione del biogas e recupero energetico;
detta discarica - controllata e gestita da Iren ambiente, che è subentrata al precedente gestore Enìa - è attiva dal luglio 1995 e ha una capacità totale, al netto dell’assestamento dei rifiuti, di 1.957.000 metri cubi, suddivisi in cinque lotti. Attualmente è terminata la gestione del 5° lotto della discarica da 585.000 mc, autorizzato alla costruzione e gestione dalla provincia di Reggio Emilia con provvedimento n. 40719.10 del 28/06/2010: l’impianto risulta quindi ad oggi chiuso.
Visto che:
ciò che emerge dallo studio dell’Università di Bologna, combacia curiosamente con quanto da sempre proposto da Iren SpA, ovvero il riempimento dell’invaso con circa 800.000 metri cubi di rifiuti speciali (tra i quali si ipotizzano le ceneri dei gruppi a carbone della centrale Enel di La Spezia) in due anni.
Tenuto conto che:
ancora una volta si viene meno all’impegno preso nei confronti di cittadini e comitati di chiudere definitivamente una discarica che da vent’anni pesa enormemente sull’equilibrio ambientale della montagna reggiana
si impegna il presidente della Provincia Giammaria Manghi ed il consiglio provinciale di Reggio Emilia:
a fare proprie le legittime e condivisibili proteste dei cittadini relative al futuro della discarica di Poiatica, rappresentando alla Regione Emilia-Romagna la esigenza assoluta di cessare ogni attività del sito, interrando definitivamente la discarica con terra proveniente dallo scavo dei siti estrattivi limitrofi.