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“Non c’è da scherzare con la chiusura del punto nascite dell’Ospedale S. Anna di Castelnovo ne’ Monti”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Dilva Attolini

Non c’è da scherzare con la chiusura del punto nascite dell’Ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti. Non c’è niente da sottovalutare.

Smettiamola di essere ignoranti, che non è una parolaccia, significa ignorare. A volte ignorare è più comodo, fa dormire meglio, fa meno “sangue marcio”, tanto alla risoluzione dei problemi ci sarà sempre qualcuno a pensarci.

Ma quando un problema è forte e condizionante, ignorare è imperdonabile. Tocca il nostro territorio, la nostra gente, il nostro lavoro, i nostri figli, la nostra sopravvivenza, la nostra economia, il nostro domani, il nostro futuro.

Non distraiamoci. I politici che hanno potere si occupano più di loro stessi che dei cittadini. Questa vicenda del nostro ospedale, per spiegarmi meglio, l’associo alle vicende del Pd.

Ancora una volta il Pd sta dimostrando la sua attitudine alla distruzione, lasciandoci, questa volta, non nelle mani di Berlusconi, ma credo di Salvini…, così la Regione Emilia-Romagna sta abbandonando il nostro territorio a un lento deterioramento che sarà inarrestabile. In Regione parlano di sostegno alle aree montane con nel cuore questa attitudine distruttiva, facendo il vuoto intorno al più importante caposaldo.

Si rendono conto i politici della Regione quali conseguenze può avere la scelta di sopprimere il  punto nascite?

Insieme alla Pietra di Bismantova, l’ospedale è il nostro centro vitale.

Se vanno in pianura le partorienti, le persone che maggiormente dovrebbero essere protette come portatrici di vita, perché non tutti gli altri. Avranno un posto solo i vecchi (mi viene in mente la riabilitazione cardiologica: un grande progetto, pensato in luoghi pieni di bellezza, credo ridimensionato con la riorganizzazione di Correggio, dove l’estate si supera con i condizionatori. L’ospedale tutto, questa volta, farà la stessa fine).

L’ospedale ci dà sicurezza per vivere in montagna, altrimenti è un sfaldamento irreversibile. Chi deciderà di stabilirsi sui monti, di rimanere attaccato a queste terre? Peserà moltissimo l’efficienza delle cure, nelle scelte delle famiglie. Lo volevamo come una branca delle eccellenze di Reggio. Abbiamo lottato per questo.

Ci siamo attaccati alle “eccellenze” di Reggio, di questa sanità reggiana abbiamo grande fiducia. Ora il direttore Nicolini ci dice che, riguardo al punto nascite, mancano gli standard di sicurezza. Ma il direttore generale chi è? E’ lui. Quindi è lui che deve garantire gli standard di sicurezza. Non può essere nessun altro. Questa situazione non mi è chiara. Se non è in grado di trovare soluzioni che solo lui può trovare, lasci il posto a qualcun altro.

Ma, poi, che sicurezza c’è andare a partorire con un bimbo nella pancia a 40, 60, 80 chilometri di distanza!

La situazione ora è in mano a una commissione di medici, ci dicono, ma non possono essere loro a decidere del nostro destino di montanari, del nostro sviluppo, del nostro futuro. Quanto vorremmo avere la loro completa solidarietà!

Qui sta il secondo nodo. I politici della Regione hanno responsabilità totale, di programmazione, di difesa e sviluppo del territorio, per far sopravvivere le popolazioni lontane dalle aree urbane.

Il presidente Bonaccini deve vedere più lontano degli altri, lasciare tracce positive del suo incarico, esigere le azioni per garantire gli standard di sicurezza, e contrastare con lungimiranza questa attitudine alla distruzione, che è terribile ma esiste, questa cecità di programmazione sul futuro delle nuove generazioni. Certe scelte pesano sul domani come macigni.

Mi sento di dire, ora più che mai, quanto sia indispensabile la nostra consapevolezza, la partecipazione, e la voglia di lottare uniti.

(Dilva Attolini)

11 COMMENTS

  1. Quando c’era il prof. Marconi le cose funzionavano meglio e allora l’ospedale era privato convenzionato col SSN. Peccato che il figlio Emilio è deceduto troppo giovane e i nipoti troppo piccoli per portarlo avanti.

    (Dodo)

    • Firma - Dodo
  2. Brava, ha espresso benissimo e in modo chiaro la necessità del cento nascite a Castelnovo ne’ Monti. Speriamo che insieme a tutti noi sia ascoltata e che alla fine prevalga il buon senso.

    (Borghesi Luigi)

    • Firma - borghesi luigi
  3. E’ difficile, credo per ogni montanaro, non essere d’accordo con l’accorato appello/denuncia di Dilva Attolini. D’altronde è ancora “fresca” nella memoria la relazione del presidente della Regione Bonaccini lo scorso anno proprio a Castelnovo ne’ Monti in occasione della “Conferenza regionale per la montagna dal titolo: “Appennino: una terra per viverci”. Nel capitolo “strategia e linee programmatiche” si può leggere: “Occorre ribaltare la logica troppo spesso perseguita di Appennino come ‘area marginale’, la montagna può e deve diventare fattore di traino per lo sviluppo della nostra regione” e ancora “il quadro d’insieme di fattori di competitività e di fattori di marginalità che ancora caratterizzano l’Appennino regionale mette in evidenza come sia necessario intervenire prioritariamente su tutti gli elementi che concorrono a rendere attrattivo vivere e lavorare in montagna” e ancora “Assicurare l’adeguata erogazione ai cittadini dell’Appennino di servizi alla persona attraverso i presidi sociali e sanitari per l’abitabilità della montagna, secondo un principio di parità dei diritti alla salute e alla socialità dei cittadini montani con i cittadini dei territori più forti e maggiormente accessibili”. La credibilità della politica è ai minimi termini anche per la distanza, anzi la contraddizione tra il dire e il fare.

    (Claudio Bucci)

    • Firma - Claudio Bucci
    • Provo ad applicare il “test di Orwell” (quello della Neolingua, ovvero “la guerra è pace”, etc.) al discorso di Bonaccini. Dunque, il risultato è questo: “Non occorre ribaltare la logica troppo spesso perseguita di Appennino come area marginale, la montagna non può e non deve diventare fattore di traino per lo sviluppo della nostra regione – il quadro d’insieme di fattori di competitività e di fattori di marginalità che ancora caratterizzano l’Appennino regionale mette in evidenza come non sia necessario intervenire prioritariamente su tutti gli elementi che concorrono a rendere attrattivo vivere e lavorare in montagna – Non assicurare l’adeguata erogazione ai cittadini dell’Appennino di servizi alla persona attraverso i presidi sociali e sanitari per l’abitabilità della montagna, secondo un principio di disparità dei diritti alla salute e alla socialità dei cittadini montani con i cittadini dei territori più forti e maggiormente accessibili”. Secondo il test di Orwell, il discorso suonerebbe dunque in modo diverso, mettendo in evidenza i reali intenti di chi lo scrive. Del resto, nelle aree marginali, i costi dei servizi sono maggiori e fuori mercato rispetto agli standards di economia e funzionalità (e di sicurezza!, non sia mai!) Un tempo, la funzione di equiparare il livello dei servizi ai cittadini, era attribuita allo Stato. Oggi la fa da padrone il “mercato”. Non siamo competitivi, dice il discorso di Bonaccini. Lo Stato è brutto, il mercato è bello, facciamocene una ragione. Del resto, non sentiamo dire in tutte le salse, sui media, che ci vuole meno Stato e più mercato? Lo vuole l’Europa (anche se a due velocità). Chi guida il Paese da anni fa gli interessi dell’Europa, a spese dei cittadini. E chi le paga, queste spese? Noi, i montanari, quelli poco competitivi.

      (Commento firmato)

      • Firma - commento firmato
  4. Voler smembrare un pezzo la volta una struttura che serve un bacino montano, a mio modo di vedere, sta a significare che alle istituzioni “noi gente di montagna” non importiamo proprio nulla. E penso che possa valere anche la pena di prendersela, perchè le tasse le paghiamo e non possono toglierci servizi fondamentali, non possono, perchè ne va della dignità delle persone.

    (Davide Negri)

    • Firma - Davide Negri
  5. Mi è francamente difficile capire cosa c’entrino Berlusconi e Salvini con l’ospedale di Castelnovo ne’ Monti, ma forse per qualcuno ogni occasione è buona per tirare in ballo gli avversari politici (non saprei spiegarmi diversamente questa “citazione”). Io non so se “ancora una volta il Pd sta dimostrando la sua attitudine alla distruzione”, come scrive l’Autrice, ed è comunque problema che riguarda i suoi appartenenti o simpatizzanti, e se per caso questa nota fosse di fatto indirizzata a loro si tratterebbe di questioni interne, e che lì non possono che rimanere. Quello che non va ignorato, e di cui occorre avere consapevolezza, specie da parte di chi non fa parte della “ditta”, è che spetta al suddetto partito di prendere le decisioni in ordine al futuro del punto nascite dell’Ospedale S. Anna, e in questa fase non credo che conti più di tanto il “distrarsi o meno”, ma occorre ormai attendere tali determinazioni, dopo di che ciascuno farà le proprie valutazioni, e tirerà le conclusioni, anche sul piano politico.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.
  6. 1) Saranno davvero “eccellenze” il Core e il futuro Mire? Non basteranno le belle strutture murarie a risolvere i problemi di salute dei cittadini, occorreranno specialisti “eccellenti”, ma non si parla di assunzioni!
    2) Il direttore generale dott. Nicolini, che dovrebbe trovare soluzioni per il Punto Nascita di Castelnovo, si è autonominato nella commissione che dovrà deciderne il futuro e ha già dichiarato ciò che pensa a riguardo: chiusura!
    3) I politici che vogliono far carriera, guadagnare più poteri e soldi, ubbidiscono ai superiori, recitano la parte assegnata fregandosene del bene dei cittadini. Tanto loro hanno possibilità economiche per curarsi privatamente ovunque!

    (C S)

    • Firma - C S
  7. Da montanaro di nascita: non mollare mai, le comodità ti illudono, ma dopo tocca a te. Teniamoci le cose care ottenute dai nostri illustri antenati, non gente qualunque, che ci hanno permesso di essere qua.

    (Max3267)

    • Firma - max3267
  8. Credo che si debba fare il possibile per la nostra montagna. Dobbiamo salvaguardarla, dobbiamo amarla e dobbiamo difendere i servizi che abbiamo. Le persone che vivono qui devono avere le giuste condizioni per poter vivere con dignità la propria vita! Oggi, 8 marzo festa della donna, sento più che mai il desiderio di “gridare” salviamo il nostro punto nascite! Non togliamo alle donne di qui l’opportunità di avere i propri figli nel proprio paese, non costringiamole a dover fare 50 o più km mettendo a repentaglio la propria sicurezza e quella del bambino che portano dentro! E non dimentichiamo che spesso queste donne hanno anche altri figli a casa e hanno il diritto di vivere questo evento vicine alle proprie famiglie. Brava Dilva, concordo in pieno con le tue giuste parole.

    (Francesca Simonazzi)

    • Firma - Francesca simonazzi