Una presentazione letteraria che sarà sicuramente di grande fascino è in programma nella sala concerti dell’Istituto Merulo (centro culturale polivalente, via Roma 4) giovedì prossimo, 23 febbraio (alle ore 21).
“Storie di luoghi e non” è il titolo della serata, che rientra nel progetto culturale tra i Comuni dell’Appennino “Il nido nell’erba”, e vedrà protagonista Massimo Zamboni che presenterà il suo ultimo libro, scritto a quattro mani con Vasco Brondi, “Anime galleggianti”.
Un’opera letteraria, ma accompagnata da un affascinante corredo fotografico con le immagini di Piergiorgio Casotti.
È inevitabilmente un libro che suscita rimandi musicali, visto il percorso artistico dei due autori:
Massimo Zamboni, cofondatore di Cccp e Csi, poi rivelatosi autore maturo e raffinato, con il suo libro precedente (ultimo di una produzione ormai consistente) “L’eco di uno sparo”, pubblicato nel 2015 con Einaudi, che ha ricevuto grandi apprezzamenti critici ed un ottimo successo.
Vasco Brondi, cantautore ferrarese, creatore del progetto musicale “Le luci della centrale elettrica”, diventato una sorta di icona nell’ambito della musica indipendente, a sua volta già autore di racconti e graphic novel.
Zamboni sarà alla sala concerti del Merulo per parlare di questa collaborazione artistica e del suo portato, “Anime galleggianti” appunto.
Una storia che galleggia in un tema incantato: il viaggio sulla zattera. Infantile sogno da ragazzini che tutti hanno fantasticato poi abbandonato. La deriva. L'approdo. E una pianura tutta attorno.
Un viaggio dalla pianura al mare, tagliando per i campi: per una settimana Massimo, Vasco e Piergiorgio, il fotografo che li accompagna, navigano a una velocità massima di dieci chilometri l’ora le acque magiche e surreali del Tartaro Canal Bianco, uno dei tanti canali che attraversano la pianura padana nella zona del Polesine.
Gli argini del canale sono molto alti, la pianura è quasi solo una proiezione mentre le giornate scorrono all’interno del canale, tra incontri con pescatori, aironi, immigrati rumeni e cinesi, idrovore, reti da pesca, pesci siluro, canne, tralicci e chiuse. In mezzo a questa “Amazzonia immaginaria”, si alternano le soste in minuscoli paesi dove la vita sembra possedere ancora ritmi e ragioni antichi, ma dove in realtà sono avvenuti cambiamenti profondi nel tessuto economico e sociale, alla presenza costante di ricordi legati a coloro che di questi territori hanno saputo raccontare la malinconica bellezza, come Zavattini, Bassani, Ghirri.