Riceviamo e pubblichiamo.
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I fatti risalgono al 23 novembre 2014: un odore acre e intenso proveniente dalla discarica di Poiatica copriva tutta la vallata, costringendoci in casa a causa del tanfo. Preoccupati dalla situazione, alcuni componenti del nostro comitato giungono all’ingresso della discarica e avvisano le guardie forestali, il sindaco di Carpineti, Tiziano Borghi, alcune guardie Ggev e segnalano il problema immediatamente anche all'Arpa locale. Ciò che si presenta ai testimoni quel giorno è qualcosa di agghiacciante e fuori da ogni logica di buon senso: un cumulo di rifiuti alto circa 3 metri e largo circa 25 metri non coperti, scaricati lì tal quali, esposti all’aria aperta senza alcuna tutela. La legge nazionale in materia di rifiuti prevede che nessun rifiuto debba essere smaltito in discarica senza un adeguato pretrattamento e senza copertura per oltre un giorno, come definito dalla legge 36/2003.
Il sopralluogo avviene di domenica. A seguito di quella giornata segnalata da noi e da Arpa e dopo un’adeguata indagine, l’ingegnere Roberto Paterlini, in qualità di amministratore delegato (ai tempi dell’accaduto responsabile Iren per la discarica di Poiatica), viene indagato per illecito amministrativo con implicazioni penali. Dopo aver interrogato i testimoni (tra cui alcuni rappresentanti di comitato) e, davanti all’evidenza della prova documentativa fornita, il giudice del Tribunale di Reggio Emilia lo scorso 5 dicembre ha formulato la sentenza con opposizione al decreto penale di condanna con giudizio immediato, ritenendo l’imputato Paterlini responsabile del reato commesso e convertendo, come richiesto dalla difesa, la pena penale in pecuniaria.
Il risultato di una sola giornata di sopralluogo in discarica si è tradotta, di fatto, in una sentenza di colpevolezza per Iren.
Purtroppo non sapremo mai le effettive conseguenze sanitarie di questi episodi sulla popolazione residente vicino alla discarica, pur potendole immaginare, né tantomeno di venti anni di gestione approssimativa della discarica, ma esprimiamo la più profonda soddisfazione verso la sentenza emanata dal Tribunale di Reggio Emilia e la fiducia che la Procura di Reggio Emilia possa in futuro fare ulteriore luce sulla gestione della discarica.
(Comitato "Fermare la discarica")