Dopo una lunga malattia, affrontata con grande coraggio, ci lascia Libero Ambrogi, 61 anni compiuti proprio ieri, 11 marzo. Uomo colto e di mondo, marinaio, da poco in pensione. In paese lo conoscevano tutti, sempre pronto a uno scherzo o a una baracca, contento di fare due cantate con la chitarra. Gli amici più cari hanno scelto di salutarlo con un brindisi, tutti riuniti, questa sera al Parco Tegge. Come avrebbe voluto lui.
Recita del Rosario stasera, alle ore 20 all'obitorio dell'ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti.
I funerali domattina alle 9,30, partendo da Castelnovo ne' Monti.
Ciao, Libero, ti salutiamo con malinconia, ma ricorderemo la tua allegria e la tua voglia di esserci. A Felina sarai sempre presente che sia festa o giorno qualsiasi, nei pensieri di tutti.
Libero il Guerriero
A proposito del tuo coraggio, Libero, proprio qualche giorno fa mi raccontavi che un giorno davanti all’ospedale avevi incontrato una persona che ti conosceva fin da ragazzo; questo, dopo aver saputo della tua malattia, ti aveva dato una pacca sulla spalla e ti aveva detto: “Tu sei un guerriero, vedrai che ce la farai”. Mentre lo raccontavi sorridevi consapevole del fatto che il guerriero stavolta avrebbe dovuto soccombere ma orgoglioso di essere considerato un guerriero; e infatti hai combattuto con coraggio e dignità fino all’ultimo istante. Grande Libero.
Alla prossima.
(Monica Belli)
Un grazie da parte dei suoi amici di Milano che, sentiti telefonicamente, ricordano Libero con affetto, stima e amicizia. Non potendo presenziare ai funerali per vari motivi esprimono le più sentite condoglianze ai famigliari e a tutti gli amici della vecchia compagnia… Grazie…
(Danilo Baroncini)
Un ricordo
I tuoi occhi erano il mare in cui mi perdevo, annegando dolcemente nella profondità del tuo sguardo…
Un bacio.
(Manu)
Hai lasciato un vuoto che non è facile colmare e che ci accompagnerà per sempre. Ti abbiamo voluto bene e te ne vogliamo ancora di più ora che sentiamo profondamente la tua mancanza!
Ciao Zio Pilo.
(Andrea a Carla)
Per sempre
Ad un anno dalla tua scomparsa il dolore è sempre incolmabile,non è facile non vederti venire in casa, non poterti più dire… “zio oggi sono a casa, andiamo a fare un giro in jeep? vieni a mangiare da noi? andiamo a bere qualcosa?”. Mi ricordo che da bambino ti chiedevo il sabato sera “zio domani andiamo a messa?”. Tu sapevi che la messa era un pretesto solo per andare a fare un giro, che dopo la messa ci sarebbe stata anche una sosta al bar, che le tue tasche piene di monete sarebbero diventate le mie tasche piene di monete e che poi avrei alimentato il flipper del bar centrale. Di ricordi ne ho tantissimi e come con te li ricorderò per sempre.
Ciao ziettone.
(Andrea)