Il prof. Enzo Benassi è persona molto conosciuta, soprattutto nel castelnovese. Spesso lo s'incontra a parlare con tante persone della situazione del paese, della quale si appassiona, tant'è che non manca mai di proporre idee, avanzare suggerimenti, esporre punti di vista su cosa dovrebbe a suo parere esser fatto, da chi può, per migliorare soprattutto la socialità. Nell'intervento che pubblichiamo di seguito racchiude il suo pensiero in merito.
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Per ovviare al processo di "marginalizzazione”, subìto nel secondo dopoguerra dal nostro Appennino, in quanto “area interna”, e contrastarne il conseguente degrado e spopolamento, è necessario aiutarlo a collegarsi alle “aree esterne", favorendo in ogni modo le comunicazioni.
“Centro di promozione civico-culturale”
A tale scopo si ritiene che si debba agire in due direzioni fondamentali: sviluppo dei mezzi di comunicazione, per molti aspetti “assolutamente carenti", e creazione di un “Centro di promozione civico-culturale”, qui attualmente inesistente, puntando soprattutto sui giovani, e quindi sollecitando la massima collaborazione da parte della scuola.
Che cosa dovrebbe essere il “Centro di promozione civico-culturale”:
1. luogo d’incontro dei cittadini per sviluppare coscienza civica collettiva insieme con una comune maturazione culturale;
2. laboratorio di idee e centro di unificazione e di coordinamento delle diverse iniziative da realizzare;
3. “Info point”: centro d’informazione completo, permanentemente aggiornato tramite gestione di una opportuna “banca dati";
4. “Pro loco”, o meglio “Pro civitate” di Castelnovo e di tutto l’Appennino;
5. sede di un idoneo consiglio direttivo e di talune attività che si ritenga opportuno realizzare (per esempio, conversazione permanente in lingua straniera).
Per realizzarlo è necessaria la partecipazione delle amministrazioni comunali.
Riflessioni sull’opportunità di adeguare l’attività scolastica alle esigenze del mondo d’oggi
“Prendere molti piccioni con una fava”; ossia un modo interessante di sviluppare coscienza civica promuovendo ad un tempo vera cultura sotto diversi aspetti (con importanti ricadute anche nel campo economico). Riguarda soprattutto i giovani (ma non solo) e si riferisce ad un tipo di attività educativa e didattica atta a soddisfare diverse esigenze del mondo attuale. Riprendiamo qui una idea, molto importante, secondo chi scrive, ma finora ancora troppo sottovalutata, se non completamente ignorata: quella dell'importanza fondamentale della collaborazione colla e della scuola, per salvare l’Appennino. E’ necessario puntare soprattutto sui giovani. Occorrerà quindi sollecitare la massima collaborazione da parte della scuola... Essa è solo propedeutica alla maturazione culturale. I docenti dovrebbero interessare i loro alunni, per quanto possibile, alla realtà che li circonda, nella quale saranno destinati a vivere, e portarli a diretto contatto con essa. Questo favorirebbe il loro inserimento nella vita reale, quindi anche, secondo le loro attitudini o preferenze che avrebbero modo così di scoprire e coltivare, nel mondo del lavoro. Sarebbe pure un modo positivo di fare della educazione fisica e un modo gradevole e proficuo di fare scuola! Nel corso di queste visite converrebbe parlare (accompagnati da chi di dovere) oltre che in italiano anche in lingua straniera: questo potrebbe tradursi per molti ragazzi in un valido apprendistato. Imparerebbero pure a socializzare fra loro e anche cogli adulti e con gli anziani, collaborando a realizzare qualcosa di molto positivo, e sperimentando il lavoro di gruppo, a dir poco prezioso. Sarebbero comunque loro, con questo tipo di attività, che privilegia l’apprendimento sull’insegnamento (come raccomanda la didattica moderna), i principali protagonisti della propria maturazione culturale. E avrebbero essi il grande merito di scoprire e pubblicizzare gli aspetti positivi (o anche negativi) delle zone prese in esame, per poter valorizzarli (o comunque prendersene cura); cosa che dovrebbe essere di notevole gradimento agli amministratori dei comuni coinvolti.
Note particolari sul costituendo “Servizio di pulmini polifunzionale"
È innanzitutto necessario garantire, anche coll’intervento dell’Amministrazione di Castelnovo ne’ Monti, il funzionamento stabile d’un servizio che colleghi alcuni punti periferici del paese passando per il grattacielo (low cost o in casi eccezionali quasi gratis), con almeno un giro a metà mattinata, ripetuto verso mezzogiorno, e un giro a metà del pomeriggio, ripetuto verso sera. Questo per consentire una partecipazione diretta , sia pure relativa, alla vita civico-culturale, e una certa forma di socializzazione, e l’espletamento di varie mansioni a volte anche importantissime, da parte di molte persone che altrimenti, ingiustamente, ne sarebbero parzialmente o totalmente impedite. Un tipo di servizio analogo andrebbe reso continuativo nelle mattinate del mercato, quando l’accesso delle macchine al paese dovrebbe essere normalmente vietato almeno dalle Poste al grattacielo (a tutto favore della circolazione della gente e quindi anche dei banchetti e dei negozi!) e nelle giornate delle fiere. Ma un servizio di questo genere, per diversi motivi, dovrà essere esteso alle frazioni, e arrivare a collegare fra loro i diversi comuni della “Unione dei comuni” e non solo, magari utilizzando gli stessi mezzi. Per il suo funzionamento ottimale sarà necessario il sostegno delle amministrazioni degli enti interessati e l’azione sinergica dei vari enti e associazioni che per diversi motivi siano cointeressate alla realizzazione di tale iniziativa, oltre che, naturalmente, dei cittadini degni del nome, che cioè si sentano parte di una comunità o intendano diventarlo. Un servizio pulmini così concepito, di cui qui si elencheranno sommariamente alcune altre fra le molteplici funzioni a cui potrebbe adempiere se realizzato con apertura di mente e spirito di collaborazione e di solidarietà, potrà offrire risultati straordinari dal punto di vista civico-culturale; ma di certo, nonostante molte opinioni contrarie, potrà avere anche dei notevoli risvolti positivi nel campo economico (basti pensare alla cura dell’ambiente e allo sviluppo del turismo, nel Parco e non solo). E il maggior merito, oltre che sicura garanzia di riuscita, sarà di quelle forze del volontariato che sebbene spesso ignorate, snobbate, talvolta anche ostacolate, sono ancora incredibilmente diffuse in questa zona. Vi sono per esempio diversi pullman non pienamente utilizzati e dei volontari disponibili a guidarli. Il sistema dei pulmini multifunzione potrebbe fornire prestazioni sicuramente utili (talvolta addirittura necessarie), ma anche redditizie, in occasione di eventi di particolare importanza quali fiere, mercati, sagre, ricorrenze di vario genere, feste religiose, feste paesane, congressi o convegni di varia natura, adunate di qualsiasi tipo. Consentirebbe di effettuare, gratis o “low cost” come si diceva, importantissime visite culturali di vario genere: per scoprire le molteplici bellezze naturali che rendono affascinante il nostro Appennino, per conoscerne le bellezze artistiche, disseminate un po’ dovunque, per visitare i moltissimi luoghi caratteristici o interessanti sotto qualunque altro punto di vista culturale: storico, archeologico, paleontologico, geologico, naturalistico, economico o altro. A tale scopo potrebbe avere una notevole funzione di complemento rispetto ai mezzi che arrivano da fuori. Permetterà di organizzare un tipo di viaggi particolare, ma sicuramente prezioso: i “viaggi della salute”, sul nostro Appennino e non solo, fondati sul beneficio che può derivare dal concorso di diversi fattori (come sicuramente qualunque medico potrebbe confermare): occasioni di socializzazione, vita di movimento (variato) all’aperto, al sole, all’aria pura (soprattutto quassù, quando c’è l’inversione termica), nel grembo accogliente e psicologicamente (e spiritualmente) distensivo della natura. Consentirebbe a gruppi di persone di fare moto, nei luoghi adatti, a piedi, in bici o su sci. A questo tipo di attività potrebbero essere interessati per certi aspetti gli organi deputati all’educazione fisica e alla cura di problemi sanitari. Potrà servire in generale per acquisire una conoscenza diretta del territorio e delle sue risorse e potenzialità di varia natura, per promuoverne l’apprezzamento e quindi il rispetto, la cura, lo sviluppo e insomma l’utilizzazione ottimale. Potrebbe anche contribuire a soddisfare in modo abbastanza generalizzato il godimento dei weekend , oltre che prestarsi per la realizzazione di altre gite o spedizioni di diversa natura. Ma i risultati più interessanti e proficui si otterrebbero comunque solo ricercando la collaborazione colle scuole (di ogni ordine e grado) e con tutte le realtà culturali (di qualunque genere), essendo ormai assodato che la cultura, per essere veramente tale, pur avendo il suo fondamento nella scuola, deve poi continuare al di là di essa, nel tempo e nello spazio: nella vita. Solo dall’azione sinergica fra tutte queste forze potranno derivare per le attività sopradescritte gli esiti più soddisfacenti.
Prof. Benassi, hai messo sulla carta tante idee, tante attività fattibili che condividiamo totalmente. Hai toccato il nodo, l’intoppo che blocca il nostro Appennino, il nostro Castelnovo. E’ tutto “fattibile”, come dici tu, con il coinvolgimento di tutti! Sul territorio vi sono 80 associazioni di volontariato, così è stato detto all’apertura ed inaugurazione dell’Oratorio Don Bosco. Manca come dici tu collaborazione, collegialità, unione nelle scelte! A tutti i servizi detti aggiungiamo anche il trasporto dalle scuole all’Oratorio Don Bosco, soprattutto nei periodi del catechismo, troppe auto circolano nella zona Pieve e così pure verso le palestre, per la frequentazione, a volte preclusa a bimbi residenti nelle frazioni e non, se non hanno a disposizione i nonni. Insistiamo, Prof. affinché politici e presidenti di associazioni aderiscano. Confidiamo nella lettura e condivisione delle tue proposte anche da parte di tanti cittadini.
(Gaddo e Fiorella)
Mentre ringrazio Redacon di avere accettato di pubblicare alcune idee da me sostenute già da anni (per contribuire a ridare vita al nostro Appennino), consegnate per iscritto in forma sintetica a Bonaccini in gennaio e poi con molti e nuovi dettagli a diversi amministratori locali, devo però far notare (per amore di giustizia e anche perché sono totalmente immune dalla diffusa malattia del “protagonismo”) che quelle idee non sono soltanto mie (che se no le avrei da tempo abbandonate!), ma che sono state elaborate in capo agli anni col concorso di tanti cittadini e associazioni, e in particolare fatte proprie ufficialmente già in giugno dall’Auser, da cui è partita infatti la richiesta a questo giornale di farne questa sintetica e parziale pubblicazione. Purtroppo dobbiamo lamentare il permanente assoluto silenzio di tanti amministratori di vario livello a cui da tempo è stato richiesto, coll’inutile supporto di molte firme, di pronunciarsi al riguardo.
(Enzo Benassi)