Con l’apertura di altri due cantieri a Ramiseto di Ventasso – prevista a metà settembre – si avviano alla conclusione i ben 18 interventi gestiti dalla Provincia, grazie a circa 3 milioni di fondi ottenuti dall’Agenzia regionale di Protezione civile, per contrastare il dissesto idrogeologico del territorio reggiano ed in particolare le frane attivatesi dopo le ondate di maltempo dell’autunno 2014 e la nevicata di febbraio 2015.
Nei giorni scorsi è stato infatti assegnato alla Unirock Srl di Bolzano – che se lo è aggiudicato con un ribasso di circa il 22% - l’appalto relativo a due interventi nella frazione di Taviano di Ramiseto, in comune di Ventasso. Di 470.000 euro l’importo complessivo dei lavori, che prevedono sulla Sp 103 il consolidamento della scarpata di valle con inserimento di palificazioni, realizzazione di drenaggi e regimentazione delle acque superficiali (220.000 euro) e sulla Sp 15, in prossimità del bivio, la sistemazione della scarpata di valle e la realizzazione di opere di sostegno della sede stradale e di drenaggi profondi (250.000 euro).
“Stiamo andando ad esaurire il maxi-intervento, da quasi una ventina di cantieri, che la Provincia sta gestendo da nemmeno un anno grazie ai 2 milioni e 940mila euro finanziati dall’Agenzia regionale di Protezione civile con 905.000 euro di risorse proprie destinate agli interventi di somma urgenze e poco più di 2 milioni di fondi stanziati dalla Commissione europea per le alluvioni che a ottobre e novembre 2014 colpirono la nostra regione - commentano il presidente Giammaria Manghi e il consigliere delegato alle Infrastrutture Andrea Tagliavini –. Mancano all’appello solo l’appalto relativo ai lavori previsti a Carbonaso di Viano e tra Minozzo e Sologno, che saranno ufficialmente assegnati entro pochi giorni, e un paio di interventi che stiamo progettando per andare a gara a fine mese. L’obiettivo è quello di concordare con le ditte un piano dei lavori serrato per poter sfruttare il più possibile la buona stagione”.
“Insieme agli altri 12 cantieri, per un investimento complessivo di quasi 1 milione e mezzo di euro, finanziati grazie ai fondi nazionali e regionali stanziati dalla Protezione a seguito dell’ondata di maltempo abbattutasi sull’Emilia-Romagna tra il 27 febbraio e il 27 marzo scorsi, si sta realizzando nella nostra provincia uno dei più consistenti pacchetti di interventi per contrastare il dissesto idrogeologico e mettere in sicurezza il nostro territorio”, concludono Manghi e Tagliavini.
La notizia è buona, una bella medaglia, ma proviamo anche a guardare il retro. Il retro è che la nostra Provincia (ma non le avevano abolite?) non si rende conto che qui in montagna ci sono aziende con grandi mezzi e competenze in questo settore, aziende che assumono e pagano lo stipendio a dei montanari con famiglia. Perchè i soldi delle nostre tasse devono finire a Bolzano come in questo caso, oppure a Potenza come il lavoro degli schiocchi al Cerreto? Se qualcuno conosce un’azienda che è andata a lavorare in provincia di Trento o Bolzano me lo dica che gli pago da bere. Comunque possiamo stare sereni, se qui le aziende chiudono, tutti i lavoratori del settore possono sempre trasferirsi a Bolzano.
(Roberto F.)
P.S. – Vediamo i prossimi lavori a chi vanno.
Hai detto bene Roberto F., potrei anche aggiungere gli interventi appaltati dalla Bonifica dell’Emilia Centrale che vedranno impegnate imprese provenienti dalla provincia di Massa, di Modena e sarà così in futuro, questo grazie al signor Del Rio e al signor Cantone con il loro Codice sugli Appalti fresco fresco che garantirà la chiusura delle piccole e medie imprese italiane (quelle che ci sono ancora e che a stento sopravvivono). Intanto noi ci dobbiamo accontentare di andare a lavorare dove la fortuna ci porta, ma le tasse, i dipendenti, i contributi, ecc. li dobbiamo pagare. Aggiudicarsi una gara è come vincere al Super Enalotto, come grattare il Turista per sempre. Di questo passo il salto con l’estero è molto corto, qui non c’è più niente, è peccato vivere in Italia.
(Maria Rosaria)
Concordo perfettamente con Roberto F. e Maria Rosaria! Molta dell’economia della nostra provincia si basa sulle tante piccole imprese che con estrema fatica stanno cercando letteralmente di sopravvivere e le imprese della montagna reggiana, ancora peggio. Tante piccole realtà che non hanno i numeri per gestire la propria crisi con il Ministero, semplicemente, chiudono punto e basta. Avete già ampiamente sintetizzato l’enorme problema che purtroppo non viene invece colto dagli enti e dai rispettivi politici impegnati ad amministrarli. In questo, direi “storico” in negativo, momento economico, non serve snocciolare seppur importanti cifre di interventi pubblici ma serve capire cosa ci sta dietro, cosa tutto questo può portare in termini occupazionali ed economici per il nostro territorio. In altre regioni e in altre provincie, anche confinanti con la nostra, naturalmente rispettando la normativa vigente, si nota molta più attenzione alla salvaguardia del proprio tessuto imprenditoriale.
(Luana)