A tutti i miei (ex) studenti che mi leggono qui, e non solo miei: questa esperienza non è altro che un rito di passaggio. Non stabilisce il vostro valore, non misura le vostre conoscenze. E' un evento sociale, una tappa di sviluppo, una prova. Di resistenza, di abilità, di capacità di adattamento.
Una rivelazione e rilevazione del vostro grado di resilienza. Le domande, le prove, sono scuse. Vi dico un segreto che qualcuno ha detto a me e mi è servito negli oltre 70 esami che ho sostenuto (e non ho ancora finito, ognuno ha le sue manie...): non adeguatevi alle domande, non cercate di entrare in ciò che vi chiedono. Fate invece in modo che le domande si adeguino a voi.
Metteteci voi stessi nelle risposte. Portate le cose che vi chiedono dentro al vostro mondo e dite come è, per voi, quella cosa lì. Invece di fare l'esame, fate in modo che l'esame diventi vostro. Dite la vostra partendo da ciò che voi avete capito e imparato.
Metteteci passione. Godetevela questa notte, e le mattine, e le prove. E gli orali. Siate presenti e pensanti. Dateci l'anima e non avrete nulla da rimpiangere.
Vi mancherà questa notte. E gli appunti scarabocchiati, e le tazze di caffè che si raffredda, e questi libri. Ma fate in modo di non mancare a voi stessi in questo passaggio.
Esserci è il regalo più bello che potete farvi. Divertitevi.
