Benvenuti a Let it rock n. 109.
Da questa settimana la trasmissione cambia format: per tutta l’estate, almeno spero J, la trasmissione sarà dedicata a due artisti alla volta, uno nella prima e uno nella seconda parte.
Spero così di permettervi di approfondire la conoscenza di alcuni dei personaggi che ritengo più interessanti/importanti dell’universo rock.
Per scelta non ci saranno set dedicati ai grandi nomi: niente Dylan, Springsteen, Young, Who, Rolling Stones , confido che tutti gli ascoltatori di Let it rock conoscano questi artisti già a sufficienza.
Mi concentrerò su nomi meno ‘conosciuti’ al grande pubblico, ma nondimeno di grande qualità, come da abitudine della trasmissione.
Iniziamo con Jason Isbell e Lucinda Williams
Isbell è attualmente il mio songwriter preferito in assoluto, tutti i suoi album sono per me dei gioielli di rock tipicamente americano, una fusione di rock, country, soul, folk e testi di altissimo livello. Isbell, nativo dell’Alabama, ha iniziato la sua carriera a soli 22 anni entrando nella formazione dei Drive-by Truckers, con cui è rimasto per 6 anni e ha partecipato alla realizzazione di “Decoration day”, “The dirty south” e “A blessing and a curse”.
Nel 2007 ha lasciato la band per intraprendere una carriera solista, ma dal secondo disco, intitolato solamente “Jason Isbell & The 400 Unit”, ha unito le forze con la band chiamata appunto 400 Unit, che ancora lo accompagna, con l’aggiunta dal 2011 della cantante e violinista Amanda Shires, che è ora sua moglie.
Con i 400 Unit ha realizzato anche “Here we rest” nel 2011.
Gli ultimi due dischi, Southeastern del 2013 e Something more than free del 2015 sono in un certo senso più malinconici e acustici dei precedenti, e molto più incentrati su argomenti personali come l’uscita da un travagliato periodo di disintossicazione e la nascita della prima figlia, e sono stati acclamati da pubblico e critica tra i migliori lavori usciti negli ultimi anni.
Lucinda Williams è per me la migliore rocker femminile degli ultimi 30 anni.
La sua produzione discografica è stata molto rarefatta fino al 1998, 5 soli album in 20 anni, poi dopo il grande successo soprattutto di critica di “Car wheels on a gravel road”, gli album si sono succeduti al ritmo di uno ogni due anni circa.
Gli ultimi due, “Down where the spirit meets the bone” del 2014 e “The ghost of highway 20” di quest’anno sono entrambi doppi, a dimostrazione di una fase compositiva e artistica di altissimo livello, non solo dal punto di vista puramente quantitativo.
Lucinda sarà per la prima volta dal vivo in Italia, il 18 Luglio a Roma e il 19 Luglio a Pusiano (Como), un’occasione imperdibile per ammirare questa grandissima interprete e autrice, dall’inconfondibile voce strascicata, che sembra non cambiare mai registro ma ti entra sottopelle senza quasi che te ne renda conto, e a quel punto chi l’ascolta non le sfugge più.
Jason e Lucinda sono due grandissimi scrittori di canzoni: a titolo di esempio, vi invito a leggere il testo di “Elephant” di Jason Isbell, una canzone sul cancro, e “Drunken angel” di Lucinda Williams, dedicata a Blaze Foley, cantautore texano poco conosciuto al di fuori di questo stato, ucciso nel 1989 durante una lite domestica. Foley era famoso per la fissazione con il nastro adesivo, tanto da realizzare un intero vestito fatto di nastro adesivo. Un ‘”drunken angel”,“a derelict with duct-tape shoes”, come lo definisce Lucinda.
Spero che questo nuovo formato sia di vostro gradimento, e vi aspetto la settimana prossima!
Buon ascolto!
Playlist:
Jason Isbell Set:
Go it Alone (live)
Grown
Elephant
24 Frames
Alabama pines
Goddamn lonely love (live)
https://www.youtube.com/watch?v=D4LDjo8ltl4
Lucinda Williams Set:
Changed the locks
https://www.youtube.com/watch?v=j62knwQAWG8
Seeing black
Temporary nature (of any precious thing)
Dust
World without tears
Drunken angel