Riceviamo e pubblichiamo.
-----
Ognuno di noi ha le proprie sensibilità, che forse sono più accentuate in chi ha spirito artistico, ma non sembra giusto che i sentimenti individuali possano modificare le consuetudini, e anche le regole, che si sono andate formando nel corso degli anni, per non dire dei secoli. Non può cioè bastare la ragione che “a me personalmente fa male vederla esposta e non è giusto che debba girarmi dall’altra parte” , come si dice nella fattispecie in riferimento alla testa della porchetta.
L’uomo moderno ha spesso la tendenza, se non la presunzione, di cambiare quanto è stato fatto dalle generazioni precedenti nell’ambito dei costumi, in nome di una modernità che in questo campo non sembra aver portato grandi frutti, tanto che vi sono popoli che si tengono ben strette le loro abitudini, forse per evitare il rischio di diventare società “liquide”, come di frequente definiamo quella nostra, con tutte le relative conseguenze.
Non a caso, sempre per restare in tema di alimenti, anche la legislazione italiana, in deroga a quanto vale per noi, consente la macellazione degli animali senza preventivo stordimento per quelle comunità che consumano soltanto carni ottenute tramite la cosiddetta macellazione rituale, tanta è forte la loro fermezza e determinazione nel conservare e difendere le proprie tradizioni, mentre qui, con un provvedimento comunale, si vorrebbero cambiare quelle nostre, anche se qualcuno può considerare ben poca cosa l’impedire l’esposizione delle porchette con la testa (ma ci sono motivi per non pensarla così).
Va anche detto che il proliferare delle disposizioni locali può creare non pochi problemi a quelle attività, come la vendita ambulante nei mercati, che si trovano a dover fare con disposizioni diverse ogniqualvolta attraversano i confini comunali o regionali, il che non aiuta certamente la nostra economia, e poiché il fenomeno non riguarda solo il commercio c’è chi guarda con favore il riportare a livello nazionale poteri decisionali che erano stati decentrati, proprio per evitare condizioni di disparità tra gli operatori economici.
Quanto all’educazione dei bambini, se volessimo tenerli al riparo da tutte le immagini crude, dovremmo isolarli da tutto quello che capita di vedere quotidianamente alla televisione, sui giornali, nelle strade e in altri luoghi, il che è praticamente impossibile e forse non li aiuteremmo neppure a crescere. A meno che sotto sotto non vi sia invece l’intenzione di far loro vedere solo quanto aggrada a noi adulti, secondo la nostra rispettiva ideologia, concezione delle cose, ecc…
(Robertino Ugolotti)
* * *
Come fa osservare l’autore di queste righe, pare anche a me di avvertire in giro una crescente insofferenza per talune disposizioni adottate a livello locale, accompagnata dalla aspettativa di veder ricentralizzate determinate decisioni, nel senso che certe materie dovrebbero essere regolamentate soltanto dalla normativa nazionale.
(P.B., 21.4.2016)
Buonasera, con tutti i problemi che abbiamo nel nostro paese, disquisire sulla testa della porchetta mi pare quantomeno inutile. Si è sempre fatta così e, penso, nel nome della tradizione si debba continuare allo stesso modo. Occupiamoci di problemi veri, e ce ne sono tanti…
(Davide Negri)
In realtà la mozione chiede solo di eliminare la testa alla porchetta dalle vetrine di esposizione e NON eliminare la porchetta dalla vendita e consumo. Già viene fatto in moltissimi comuni senza eliminare l’abitudine di chi ama questo cibo e senza boicottarne il consumo. La mozione rispetta tutti senza nessuna discriminazione di appartenenza e di categoria, sia chiaro… mentre si ironizza sulla categoria degli artisti dei vegetariani e vegani. In quanto alla tradizione non esiste visto che la Fiera di San Michele non è la Fiera della Porchetta. Mi sembra sia piuttosto una perdita di tempo e una rivalsa ribattere ancora su questo argomento con tutti i problemi che ci sono ma mi sembra che poteva essere approvata da tutti perché apolitica ma solo un fatto di costume che dà valore alla sensibilità e al rispetto della dignità dell’animale. Un concetto molto semplice e che non ha niente a che vedere con una sana tradizione. Colgo l’occasione per segnalare invece un fatto grave, nato da questa mia mozione, cioè che qualcuno si sia fatto fotografare sorridente accanto a una porchetta alla quale è stato messo un paio di occhiali da sole. L’animale qui deriso per dimostrare un atto di forza contraria sul mio dibattito di questa mozione nonché attacchi diretti alla mia persona con frasi violente. Questo è un atto poco edificante che mi rende ancora più convinta nel credere alla necessità di questa mozione. Chiedo scusa a tutti se ho distolto l’attenzione da fatti più necessari da risolvere nel mio comune ma non era mia intenzione suscitare tanta contrarietà, semmai questo fatto poteva valorizzare tutti. Ricordo ancora che l’intenzione della mozione è la difesa della dignità dell’animale e non il divieto alla vendita e consumo di porchetta e tantomeno una discriminazione di categoria. Grazie.
(Simona Sentieri)
Mi stupisco che lei pensi a codesti concetti, pensi piuttosto a proporre mozioni il sede consiliare che portino giovamento alla comunità, la nuova politica mi sa tanto che pensa solo a come passare il tempo, siate creativi e sentite le vere necessità del comune. Comunque rispetto il suo pensiero ma per me ci sono aspetti e situazioni ben più importanti che la testa della porchetta.
(Enrico Zini)
Condivido, Sig. Davide Negro, ma in Consiglio comunale se si presenta una mozione tutti i gruppi presenti esprimono un voto e un giudizio in merito. Considerato l’interesse visto, anche il numero di letture, come Lista civica abbiamo ritenuto di fare le nostre osservazioni.
(Robertino Ugolotti, capogruppo Lista civica “Progetto per Castelnovo ne’ Monti”)
Giacobbe e Isacco. Io capisco gli animalisti e cerco di non mangiare carne di agnello, ma poi penso che l’uomo è onnivoro e mangio carne e pesce. Poi penso all’episodio nella Bibbia di Giacobbe e Isacco. Dio ferma Isacco e gli fa trovare un agnello per il sacrificio. Però mi dà fastidio vedere nei documentari leoni, tigri ecc. sbranare le prede.
(E. Muzzini)
Stiamo parlando di niente rispetto le opinioni di tutti, ma secondo me in un consiglio comunale queste mozioni sono veramente futili; parliamo piuttosto di incentivazione al commercio e turismo e cerchiamo soluzioni per poter creare posti di lavoro in montagna: secondo me questi sono i veri quesiti che ci dovremmo porre.
(Enrico Zini)
Ci sono tradizioni e tradizioni. E quelle della montagna sono la nostra eredità dai nostri genitori. Vogliamo sacrificare tutto per questo?!
(Sergio Pedrozzi)
Non riesco francamente a spiegarmi la tesi del terzo commento, laddove si dice “Mi sembra sia piuttosto una perdita di tempo e una rivalsa ribattere ancora su questo argomento con tutti i problemi che ci sono, ma mi sembra che poteva essere approvata da tutti…”. Se di perdita di tempo si tratta, di fronte ai tanti problemi esistenti, poteva forse valer la pena che questo non venisse sollevato, tramite appunto la “mozione” in discorso, ma in ogni caso chi l’ha presentata dovrebbe accettare che vi sia chi la pensa diversamente. Il non prenderne atto equivarrebbe alla pretesa di aver comunque ragione, in una sorta di “autoreferenzialità” che di fatto non giova al confronto delle idee, come avviene nei consigli comunali, luoghi deputati proprio a tale confronto e dove gli eletti devono verosimilmente tener anche conto, nell’esprimersi sulle diverse materie, di come la pensano al riguardo le rispettive comunità (delle quali sono espressione).
(P.B., 23.4.2016)
Presentare una mozione espone il consigliere al pubblico giudizio, ci sono mille problemi da affrontare, ma poche soluzioni semplici. E’ politicamente più accattivante esporsi per promuovere la risoluzione di quei problemi concreti che tutti i cittadini esigono ma che la propria mozione di sicuro non risolverà. Servirà però ad aumentare la propria fama politica di consigliere. Sarebbe facile sparare sulla “croce rossa” della variante incompiuta, ma a che pro?
Più difficile è farsi carico di problemi grossi o piccoli che fanno parte della sfera della sensibilità comune, della quale non si occupa quasi nessuno. Se non si parla di strade, economia o lavoro, l’interesse sciama, certo, logico, naturale. Non si può parlare solo di questi argomenti seppur essenziali, le sensibilità più o meno condivise, non sono argomenti per tutti ma sono dibattiti importanti che fanno parte della Civiltà di ogni popolo, sia a livello nazionale che locale. Sono sicuro che anche Socrate o Platone abbiano ricevuto critiche dal macellaio del tempo o dal ricco poco istruito, ma senza di loro cosa ne sarebbe di noi? Io mi metto tra quelli che queste sensibilità non sanno apprezzare fino in fondo, ma ringrazio la consigliera Sentieri di farlo anche a nome mio.
(Alberto Zanni)
Per stare all’ultimo commento, convengo anch’io che non vada fatta una graduatoria degli argomenti da trattare, perché il farlo espone al rischio che se ne trovi sempre uno più importante che va ad escludere gli altri, ma resto comunque dell’avviso che chi si f “carico di problemi grossi o piccoli”, specie se riveste un ruolo pubblico, deve mettere in conto di poter incontrare critiche e dissensi, anche forti.
(P.B., 25.4.2016)