Home Cronaca “Caso-caseificio”: si susseguono interventi su interventi

“Caso-caseificio”: si susseguono interventi su interventi

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Dopo l'inaugurazione dello scorso 30 luglio del nuovo casello di Berzana da parte dell'industria Ferrarini è stato un susseguirsi di dichiarazioni, controdichiarazioni, repliche e controrepliche a livello provinciale nel campo politico, economico e sindacale. Una sintesi di tale dibattito i nostri lettori la possono seguire - quando non direttamente attraverso pezzi specifici - anche attraverso la rassegna stampa locale che proponiamo quotidianamente.
Di seguito una nota rilasciata questa mattina dall'ufficio stampa della Provincia in cui si leggono i punti di vista di due partiti localmente all'apposizione, Udc e Lega Nord.

Del nuovo caseificio Ferrarini di Berzana - e più in generale della produzione di parmigiano-reggiano in montagna - si parlerà anche in Consiglio provinciale. I presidenti dei Gruppi consiliari di Udc, Tarcisio Zobbi, e Lega Nord per l'indipendenza della Padania, Angelo Alessandri, hanno infatti annunciato la presentazione di una mozione dopo che "recentemente, a seguito dell'insediamento in montagna di aziende industriali che operano nel lattiero caseario, il settore del parmigiano-reggiano è stato interessato da forti e motivate prese di posizione che hanno contestato come una parte del latte lavorato in queste aziende non sia del comprensorio montano, ma provenga dalla zona mantovana o dalla Bassa reggiana".
Proprio sulla grave crisi di prezzo e di mercato del parmigiano-reggiano il Consiglio provinciale ha deciso di tenere una seduta ad hoc a Bibbiano nel mese di settembre, ma ora - spiegano Zobbi e Alessandri - "questo contesto negativo si è aggravato con il recente sequestro, ad opera della Guardia di finanza, di 200 forme di parmigiano-reggiano contraffatte, la qual cosa indica come sul fronte della difesa del marchio e della qualità debba aumentare la vigilanza ad opera degli organi preposti". Ma secondo i consiglieri di Udc e Lega c'è anche da affrontare il problema della produzione sulla nostra montagna, sul quale si è aperto - proprio in occasione dell'inaugurazione del caseificio Ferrarini a Berzana - un ampio e acceso dibattito.
Su tutto ciò, Zobbi e Alessandri invitano dunque il Consiglio provinciale ad esprimersi, con una mozione con la quale si intende anche impegnare la Giunta a relazionare su diversi e ben precisi punti. Innanzitutto - si legge nella mozione - Udc e Lega chiedono di sapere "se risulta vero che il gruppo Ferrarini ritira un'autocisterna di 50/60 ql. di latte al giorno da una grossa stalla di Gonzaga (Mn) e se l'eventuale spostamento di latte dal mantovano o comunque fuori dal comprensorio della Comunità Montana (che penalizza sia la qualità del formaggio che il territorio e fa guadagnare agli interessati 200/300 delle vecchie lire in più del formaggio perché prodotto in montagna) avvenga nel rispetto della legge sulle quote latte che espressamente tutela e salvaguarda la produzione di latte delle zone montane". Analoghi chiarimenti vengono chiesti "per il caseificio rilevato dall'azienda 'Montanari e Gruzza' di Canossa ed oggi in piena attività".
Ma Zobbi e Alessandri chiedono anche di sapere "se negli allevamenti delle relative fattorie viene rispettato l'uso di foraggio della zona previsto dal Regolamento del parmigiano-reggiano" e "chi sono i soci dei due caseifici di Berzana e Puianello, quanto latte viene prodotto da ogni socio, quanto viene acquistato e da chi; ciò anche alla luce dei dubbi espressi sulla stampa dalla Lega delle Cooperative sulla natura realmente cooperativa dei due caseifici".
La Giunta dovrebbe inoltre chiarire "quali e quanti finanziamenti pubblici, a qualsiasi titolo, sono stati erogati negli ultimi 5 anni a queste iniziative, di quali agevolazioni fiscali hanno beneficiato a seguito della forma cooperativa di queste società e quali inziative intende intraprendere la Provincia nei confronti del Consorzio del Parmigiano-reggiano, nel quale è consigliere un rappresentante del gruppo, per evitare che in futuro vengano prodotte da chiunque forme di parmigiano-reggiano nel comprensorio della Comunità Montana con latte proveniente fuori zona".
Infine, Zobbi e Alessandri chiedono "quali azioni concrete intende promuovere la Provincia con il coinvolgimento della Comunità Montana, della Regione, della Camera di commercio, del Ministero dell'Agricoltura, delle centrali cooperative, delle organizzazioni professionali e del Consorzio del parmigiano-reggiano, per salvaguardare la zootecnia in montagna e i redditi dei produttori e i loro caseifici sociali, tenendo conto che la strategia non può che essere basata su tre pilastri: alzare la guardia nella difesa della qualità; fare una azione di marketing territoriale più aggressiva e mirata; favorire l'aggregazione dei caseifici per ridurre i costi".