"Nell'ultimo consiglio comunale all’ordine del giorno vi era l’alienazione dell'ex Consorzio agrario provinciale, con una base d’asta di 940mila euro più iva, per la realizzazione di un progetto che prevedeva la demolizione e la ricostruzione dell'edificio per una superficie di 2500 mq per la realizzazione di spazi commerciali, di ristorazione e abitativi e parcheggi sotterranei".
Così parte una nota affidata oggi alla stampa dalla lista di centrodestra del capogruppo Robertino Ugolotti "Progetto per Castelnovo ne' Monti".
Che prosegue: "Il nostro gruppo aveva espresso il suo voto contrario, motivando che Castelnovo non aveva bisogno di nuove aree commerciali, che avrebbe indebolito ulteriormente il centro del paese e che veniva tolta la possibilità di avere spazi pubblici in questa zona".
Il gruppo si dice convinto della necessità della sistemazione dell'area, "abbiamo proposto il progetto presentato dall'associazione 'Vivere in montagna Appennino 2.0', redatto da Giuliana Sciaboni, di uno spazio culturale dove si potrebbero inserire aree per mostre, sala polivalente, spazi per i bambini, un museo degli artisti della montagna e un caffè letterario".
Poco accoglimento per questa proposta... "La maggioranza più il Movimento 5stelle votarono contro la nostra proposta con la motivazione che la vendita dell'ex consorzio era necessaria per la razionalizzazione del Centro culturale polivalente e per alcuni interventi sul Palazzo ducale".
Poi il bando - come noto - è stato presentato e ieri, dopo un mese dalla sua pubblicazione, si è dovuto prendere atto che nessuna offerta è stata fatta.
"Cosa abbastanza prevedibile - si legge nella nota - sarebbe troppo semplice dire che lo avevamo detto o abbiamo vinto. Oggi, alla luce della situazione, chiederemo all'Amministrazione come intenda procedere dopo questo primo autogol. Noi chiediamo di fermare ogni tentativo di riproporre una nuova asta, magari a prezzo ribassato, ma di aprire un confronto con cittadini, imprenditori privati per valorizzare questo edificio con un'ottica diversa, culturale, aperta a forze giovani che potrebbero organizzarsi per creare occupazione, creando un 'laboratorio per lo sviluppo' partendo dal nostro progetto che già abbiamo presentato; oppure con nuove idee, recuperando l’edificio come patrimonio di sviluppo e rilancio del nostro Comune e dell’Appennino".
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AGGIORNAMENTO 10 marzo 2016
La risposta del sindaco Enrico Bini
Quando abbiamo indetto l’asta pubblica per la vendita dell’ex consorzio agrario eravamo consapevoli che questa prima proposta avrebbe potuto non ricevere offerte, ma anche se non sono pervenute offerte ufficiali, abbiamo avuto però segnali di interesse per l’acquisizione. Per noi la cessione resta un progetto strategico: pur interessante, la proposta avanzata dalla lista “Progetto per Castelnovo ne’ Monti” pone diverse criticità. La prima è l’onere finanziario che richiederebbe. La seconda, che riteniamo più importante, è che molte tipologie di servizi che vengono previsti in questo progetto, quali sale espositive, spazi polivalenti, spazi per i bambini, sono già presenti in altre strutture comunali, proprio quelle che vorremmo migliorare attraverso la vendita dell’ex consorzio.
Per creare occupazione bisogna puntare pesantemente sul turismo creando strutture adeguate. Bene le proposte di ” vivere in montagna 2″ , ma aggiungerei un bel centro congressi con permanenza di persone. il settore accoglienza in tutta montagna non è per niente sviluppato. Il nostro territorio andrebbe molto pubblicizzato per le numerose eccellenze che invece stiamo perdendo.
(MARU)
Per una valutazione più compiuta bisognerebbe conoscere quali e quante attività potrebbero insediarsi nell’ex Consorzio, una volta che avesse una destinazione commerciale, e sarebbe altresì interessante conoscere il parere a tal riguardo delle Associazioni di categoria – salvo che non si siano già espresse in proposito – ma come considerazione generale pure a me sembra che Castelnovo non abbia bisogno di nuove aree commerciali, le quali andrebbero inevitabilmente ad interferire con il tessuto commerciale esistente.
Credo inoltre che ne uscirebbero verosimilmente penalizzati, pur se in diversa misura, anche gli esercizi commerciali dei Comuni del circondario, dal momento che a molti di noi capita spesso di convergere su Castelnovo, per una pluralità di ragioni. Ma in questo campo, come dicevo, sono soprattutto le Associazioni di categoria ad avere il “polso” della situazione.
P.B. 10.03.2016
(P.B.)
Da ex commerciante, mi chiedo: ma Castelnovo ha bisogno di spazi commerciali? Non vi sono già tanti spazi vuoti? Oppure vi è l’esigenza di accontentare un preciso marchio.
Dopo 20 anni si aliena l’ennesimo pezzo del Comune. Prima il Bocciodromo, che come da nota divulgata dalla precedente amministrazione era già progettato e in fase di realizzazione presso il centro Anziani, illustrato e fatto vedere ai soci della Bocciofila Pietra di Bismantova con il preciso scopo di “infinocchiare” gli stessi in modo che non ponessero resistenza all’abbattimento dello stabile.
Ora il Consorzio. Ma che dire della lungimiranza nell’acquisto del cinema ARISTON, della Fornace di Felina……..
…
(Malvolti Roberto)
Scusi sindaco, cos’è un segnale d’interesse?
Credo che quando si fa una gara occorra un progetto costruito sulla base delle esigenze di una comunità, ma calato nella realtà di un mercato, il tutto in modo oggettivo, trasparente e non condizionato. Nessuno partecipa, quindi chi ha fatto il progetto o ha sbagliato tutto (e quindi non andrebbe pagato) oppure ha sparato volutamente alto per sondare. Poi arrivano i “segnali di interesse” tipo “se cali un po’ il costo, se mi metti un po’ più metri cubi, se posso fare meno parcheggi, ecc” allora sono interessato. A volte i “segnali di interesse” sottendono accordi normalmente non pubblici che apportano vantaggi a pochi e svantaggi alla comunità. Lei sindaco si rende conto che in un comune mafia-free essere davanti a queste ipotesi fa pensare male, molto male?
Riprenda il progetto e … si presenti davanti ai suoi cittadini e provi con loro a capire cosa la comunità vorrebbe per l’ex Consorzio. E smettiamo di tirare in ballo sempre gli “oneri finanziari”: nella nostra comunità ci sono molte persone che hanno perso il lavoro e … sono abituati a compromessi duri e dolorosi per dare alla famiglia un futuro. Forse non servirà, ma almeno un tentativo si potrebbe fare. …
(mc (minuscolo))
In questa occasione il “mercato” ha svolto la sua funzione regolatrice su un bando di vendita evidentemente non “sostenibile”. Un esito prevedibile che suggerisce un supplemento di riflessione: si tratta di cogliere l’occasione per ripensare la “scelta strategica” dell’alienazione. Da oltre vent’anni si discute del destino dell’ex consorzio e se questo doveva essere l’esito sono certamente stati sbagliati i tempi (ben diversa poteva essere la conclusione dell’asta se fosse stata bandita qualche anno fa…). Prescindendo da ragionamenti sulla necessità di finanziare altri interventi sul patrimonio pubblico che forse potrebbero essere oggetto di diversa valutazione, l’auspicio è che l’Amministrazione non si limiti a riformulare il bando con un prezzo base più basso (del resto nel presentare il bilancio di previsione 2015 si ipotizzava un introito di 800.000,00 euro…), ma che siano presi in considerazione un diverso assetto e una diversa destinazione per l’area, che dovrebbe, ad avviso di chi scrive, mantenere una caratterizzazione pubblica, nel costruito e negli spazi aperti. Il progetto urbanistico posto a guida del futuro intervento è molto modesto nei contenuti e nella configurazione plani-volumetrica, nonostante la riduzione delle quantità delle superfici realizzabili. La procedura attivata, presumibilmente per accelerare i tempi, ha evitato il normale iter di approvazione del PUA (piano urbanistico attuativo previsto da RUE e PSC) che avrebbe consentito la formulazione di osservazioni da parte della cittadinanza, facendo probabilmente emergere alcune criticità. Allora la domanda che vorrei rivolgere agli amministratori è questa: possibile che non si possa mettere in campo qualche idea migliore coinvolgendo altre risorse intellettuali? Forse basterebbe un piccolo “laboratorio di progettazione” attivato nelle scuole superiori locali e aperto alla cittadinanza per giungere a proposte di progetto più interessanti, ma certamente un normale concorso di idee – strumento mi risulta mai utilizzato dal Comune di Castelnovo – consentirebbe un utile approfondimento e forse favorirebbe l’emersione di ipotesi più attente a “valorizzare” un luogo centrale del paese. Pur nel rispetto della discrezionalità ed autonomia che deriva agli amministratori dalla delega elettorale, credo che in occasioni come questa un maggiore coinvolgimento della cittadinanza e delle sue competenze potrebbe condurre a soluzioni più appropriate, rispettose del luogo e forse più attente agli spazi pubblici; certamente svilupperebbe una più elevata consapevolezza del “bene comune” su una scelta difficile. Grazie per l’attenzione.
(L.M.)
Il tema della vendita non vendita dell’ex Consorzio Agrario questa volta ha interessato diversi cittadini, ne siamo contenti.
Auspichiamo che questo interesse sia colto anche dalla Amministrazione per aprire un confronto più ampio con i cittadini ,con le Associazioni, con gli operatori del settore per arrivare a un confronto Partecipato-Trasperente e con Scelte condivise con i cittadini che per noi della Lista Civica Progetto per Castelnovo né Monti sono le nostre linee guida.
Oggi si può ripartire per una svolta di tipo Culturale di Conservazione del nostro patrimonio Comunale ma in un ottica di sviluppo economico- occupazionale fondamentale per il nostro Appennino.
Tutti siamo chiamati a vincere questa sfida
(RobertinoUgolotticapogruppolistaCivicaProgettoperCastelnovonéMonti)
Tanto la cantilena é sempre la “precedente amministrazione”… Comunque o si monetizza e ci si fa un ipermercato/centro commerciale o non ha nessun futuro… Di pubblico non c’è bisogno e non ci sono soldi perché “la precedente amministrazione”…
(C.G.)
Per quanto può valere il mio pensiero consiglio di lasciare perdere il progetto di vendere a un privato l’area dell’ex consorzio ma piuttosto di riqualificare lo spazio con aree verdi, panchine, alberi e aiuole, anche perché francamente di cemento e negozi e quant’altro ne siamo saturi a Castelnovo ne’ Monti!!
(Esseenne)