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“Al Bayt” (La Casa) si è presentata ad una affollata assemblea di cittadini

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In una sala gremita del centro sociale “Insieme”, si è svolta ieri sera la presentazione dell’associazione culturale “Al Bayt”, un nome che tradotto dall’arabo in italiano suona davvero bene: la Casa.
Ed è stato questo il messaggio portante che un centinaio di cittadini di origine araba (in gran parte provenienti dal Marocco) ha voluto dare a tutta la comunità della montagna: essere e sentirsi davvero “a casa”.

L’associazione, sorta poco meno di un anno fa, lavora in stretta sinergia con l’amministrazione comunale castelnovese e si propone non tanto (o non solo) quello di far conoscere la cultura araba e mussulmana sul territorio, quanto di integrare i propri appartenenti nel tessuto sociale reggiano, avendo cura di osservarne e rispettarne regole, usi e costumi.

Ad ascoltare il presidente Hicham Ben El Moulat ed il responsabile dei rapporti con enti ed associazioni Abdelghani Essadiki c’era davvero tanta gente e tanti cittadini incuriositi da un incontro forse inaspettato viste le cronache recenti che hanno riguardato i fatti di Parigi.

A cominciare dal sindaco, in prima fila, accompagnato dal suo vice Emanuele Ferrari (referente per le associazioni) e da gran parte della giunta. C’erano anche i rappresentanti delle forze dell’ordine (al completo), degli enti e delle associazioni presenti in montagna, medici di base che operano sul territorio e quanti, quotidianamente, si interfacciano con persone di origine araba per lavoro, sport e volontariato. In sala anche don Evangelista Margini, parroco di Castelnovo ne’ Monti.

Tanti i progetti messi in campo: da incontri periodici aperti a tutta la cittadinanza, alla partecipazione a fiere ed eventi come già avvenuto per “Città Slow” o “Reggio Narra”, dove grazie ad un gazebo e ad una distesa delle prelibatezze gastronomiche hanno avvicinato tanta gente.

Ma si è parlato anche di corsi per i bambini in lingua araba, di donazioni di sangue attraverso l’Avis, di sostegno ai progetti del Gaom (che ricordiamo essere un’associazione di riferimento cattolico). Insomma, tanta voglia di integrarsi e di essere “un'unica comunità” perché sono nate “popolazioni e tribù per potersi conoscere” hanno ripetuto citando il Corano.

Inevitabile anche un riferimento al pseudo sentimento religioso che ha animato i terroristi in Belgio e Francia: condanna unanime senza condizioni e senza giustificazioni alcuna e un riferimento ai tanti passi del Corano che condanna fortemente chi uccide un fratello.

Simpatiche ed a tratti anche commoventi le testimonianze degli stessi appartenenti all’associazione (in gran parte giovani e nati in Italia o addirittura a Castelnovo ne’ Monti). In particolare un giovane felinese ha ricordato i suoi imbarazzi a scuola al momento della preghiera, altri invece hanno citato alcuni curiosi episodi avvenuti sui luoghi di lavoro.

Un ragazzo, poco più che adolescente, ha tuonato: “sono nato qui, comprerò casa qui e morirò qui e quando vado al mio paese sento la nostalgia della mia montagna…”. Un altro, in perfetto dialetto reggiano: “a sun un muntaner… come ve lo devo spiegare”.

Alla fine cous cous per tutti e dolci tipici arabi offerti dalle donne dell’associazione, che hanno chiuso l’incontro con le parole di una loro rappresentante: “Dicono che noi donne non parliamo mai e invece eccoci qua, accanto ai nostri fidanzati e mariti e con i nostri figli, gli stessi che frequentano gli asili e le scuole dei vostri… vogliamo conoscerci meglio?”.

(Roberto Rocchi)

15 COMMENTS

    • Le ricordo che Dio non c’entra con il fatto di vivere in un paese occidentale ospitante, che ha sue regole di fare, di pensare e di credere, molto molto diverse da quelle dei paesi arabi. Cordialità.

      (Una montanara)

      • Firma - Unamontanara
  1. Vedremo in futuro se questa iniziativa porterà crescita culturale tra i musulmani insediatisi sempre più numerosi sul nostro territorio. Nella realtà quotidiana i problemi ci sono e tanti. Li invito a iscrivere gli adulti non alfabetizzati a corsi di lingua italiana. Li aiuterebbe a non chiudersi nei loro gruppi e a capire le regole del vivere qui in Italia.

    (Una montanara)

    • Firma - Unamontanara
  2. Un consiglio a chi si è firmato “una montanara”. Bene, d’accordo, allora cominci proprio lei a iscriversi all’associazione culturale “Al Bayt”, visto che è possibile farlo per tutti, così i suoi “non alfabetizzati” potranno capire le regole del vivere. Un piccolo particolare: premiamo questa iniziativa che vede in prima persona giovani e giovanissimi, figli di quegli stranieri giunti qui in montagna anni addietro. A loro tanta simpatia!

    (Cathia)

    • Firma - Cathia
  3. Ringrazio davvero di cuore tutti i presenti e tutti coloro che con i messaggi continuano a darci forza per portar avanti questo progetto,
    è stata davvero una bellissima serata, ricca di emozioni. Approfitto per lasciare la mail, visto che durante la serata ci siamo scordati di farlo: [email protected].

    (Essadiki Abdelghani)

    • Firma - EssadikiAbdelghani
  4. Vedo che anche qui c’è chi cerca di costruire muri e non ponti. Non firmandosi, come sempre. Si tratta di una montanara, come me. Che però, da dietro una siepe, l’anonimato, lancia frecciatine. Chi si difende ha paura, proprio la stessa che alimenta i fanatismi dall’una e dall’altra parte. Quando giudichi, ricordati di esserlo a tua volta e da tutti. Allora modererai. Io sono giovane e ho molta paura di Salvini insieme ai neofascisti. Non ho paura dei musulmani.

    (Marco Notari)

    • Firma - Marco Notari
  5. Gentilissimo Marco Notari (come vede anche io non mi nascondo), mi permetta di dissentire con lei in quanto il suo discorso mi sembra più un discorso politico che d’integrazione culturale attaccando Salvini e i neofascisti; ricordandoLe in ultima analisi che il suo “coraggio” nel non avere paura dei musulmani dovrebbe dimostrarlo girando per le vie di Parigi o Bruxelles.

    (Riccardo Ferri)

    • Firma - RiccardoFerri
    • Io sono un montanaro e non abito a Parigi, quindi mi riferisco ai “nostri” musulmani, come ai “nostri” Salvini e neofascisti di Roma e di Bologna, per principio di realtà. Da Italiano. Cordialmente. Non temo un attentato a Castelnovo. temo il razzismo e l’indifferenza a Castelnovo. temo una cultura dei “montanari” (io lo sono da quattro generazioni) che si scaglia contro i nuovi arrivati. Temo l’intolleranza che da noi è politica, mi consenta, e si esprime con il braccio destro alzato.. come a Roma… come a Bologna. Da ormai cento anni.

      (Marco notari)

      • Firma - Marco notari
  6. Io guardo le persone e non il colore della pelle. Tra alcuni di questi ragazzi ci sono delle persone che conosco molto bene e ne posso parlare solo in modo positivo. La differenza, a mio avviso, non la fa l’appartenenza ad una religione piuttosto che ad un’altra, ma la fa proprio la persona nel suo essere. Ben vengano queste associazioni e anche se ci sono differenze culturali che è innegabile nascondere, l’importante è il rispetto e la stima reciproca. Tra l’altro i dolcetti che ho assaggiato a Felina sono ottimi, come anche il thè alla menta. Continuate così, non scoraggiatevi, anche se il percorso non è sempre facile.

    (C.)

    • Firma - C.