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Truffa al pellet

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Grazie ad un’inserzione-esca, una carta prepagata dove ricevere i soldi e l’utenza telefonica dove poter essere contattati due truffatori, si sono insediati nei siti di compravendita più cliccati piazzando annunci trattanti la vendita di sacchetti di pellet da 15 kg l’uno a prezzi assolutamente concorrenziali, tanto che una 35enne reggiana, dopo aver raccolto anche le richieste di alcuni amici, ha ordinato un'ingente partita di pellet, inviando la caparra richiesta.

Le trattative correvano telefonicamente grazie al numero presente sull’inserzione e quando sulla carta prepagata veniva accreditato l’anticipo richiesto il gioco era fatto in quanto al pagamento non corrispondeva la spedizione della merce.

Quando l'acquirente lamentava il ritardo il venditore spariva - ovviamente - nel nulla.

Un 28enne livornese e un 46enne residente a Verona che si sono rivelati due veri boss del raggiro e che scoperti dai carabinieri della stazione di Carpineti sono stati ora denunciati alla Procura di Reggio Emilia per il reato di concorso in truffa.

La vittima, una 35enne reggiana, dopo aver visto un'inserzione trattante la vendita di sacchetti di pellet da 15 kg, che venivano venduti a poco più di 2 euro l’uno, ha raccolto anche le richieste di alcuni amici, con cui ha condiviso l’affare procedendo all’acquisto di 462 sacchetti di pellet per un peso complessivo di circa 7 tonnellate. Dopo aver versato un anticipo di 600 euro, ovvero il 50% dell’importo complessivo richiesto, non vedendo arrivare la merce cercava invano di contattare l’utenza telefonica associata all’annuncio trappola. Materializzato di essere rimasta vittima di un raggiro la donna si è presentata ai carabinieri di Carpineti formalizzando la denuncia. Dopo una serie di riscontri tra l’IP del computer utilizzato per l’annuncio, la carta prepagata dove erano confluiti i soldi e l’utenza telefonica attraverso la quale correvano le trattative, i Carabinieri concentravano le attenzioni investigative sugli odierni indagati, nei cui confronti venivano acquisiti una serie di incontrovertibili elementi di responsabilità per il reato di concorso in truffa per la cui ipotesi di reato venivano quindi denunciati.

Il livornese è risultato essere l’ideatore dell’annuncio e il titolare della carta dove confluivano i soldi mentre il 46enne abitante a Verona era il telefonista che intortava i clienti concludendo la trattativa. Per la 35enne reggiana ora la possibilità ora di poter essere risarcita in sede penale a conclusione dell’iter processuale mentre per i due truffatori la consapevolezza di aver l'attenzione rivolta nei loro confronti dai Carabinieri che intendo far luce sull'eventuale giro d'affari truffaldino dei due che risultano aver raggirato anche altre persone.