Non ci mollano. Non sono "emigrate", come dicono loro (si parla di cicogne...). E oggi si fanno nuovamente vive con una lettera aperta ai vari sindaci della nostra montagna, che ricordano e ricordiamo: Daniela Pedrini (Busana), Paolo Bargiacchi (Collagna), Giorgio Pregheffi (Ligonchio), Martino Dolci (Ramiseto), Gianfranco Rinaldi (Casina), Tiziano Borghi (Carpineti), Enrico Bini (Castelnovo ne’ Monti), Vincenzo Volpi (Toano), Fabio Ruffini (Vetto), Luigi Fiocchi (Villa Minozzo).
"Cari signori sindaci - scrivono le battagliere esponenti del comitato - come prima cosa ci teniamo a rassicurarvi: non siamo 'migrate' ma siamo ancora qui, ancora più impazienti ed agguerrite. Impazienti perché in attesa, ormai da un po’ troppo tempo, di un vostro segnale, di una vostra presa di posizione netta e decisa. Stiamo ancora perseverando per vedere una qualche azione concreta che dia seguito al proclama del vostro collega castelnovese Bini, il quale aveva dichiarato di 'volersi fare capofila' di questa battaglia. Agguerrite e, se permettete, anche piuttosto arrabbiate perché siamo stanche di questo clima di inquietante silenzio da parte delle amministrazioni locali. Ci sentiamo abbandonate e indifese".
Se l'incipit è di questo tono, ecco il prosieguo: "Veramente dopo le 'illuminate' dichiarazioni del vicesindaco del comune di Reggio Emilia, Matteo Sassi, ci avevamo sperato… Ci eravamo dette: 'Questo è un ottimo assist per scuotere gli animi assopiti dei nostri primi cittadini'…Ma nulla! Nessuna presa di posizione forte a sostegno dei montanari 'senza gli strumenti culturali', di queste donne che fanno ragionamenti a 'pane e formaggio', come abbiamo appreso da un altro gentile commento in Redacon (almeno speriamo Parmigiano Reggiano di montagna!). La sensazione è che ve ne stiate lì tranquilli a rimandare e ad essere considerati meno di zero dai vostri colleghi pianzani. Certo, le scuse (ridicole!) del secondo cittadino reggiano sono arrivate… A proposito: a noi non sono piaciute. Alla stessa maniera, non ci è piaciuta l’opinione che ha tuttora della situazione: poco chiara, ambigua. Stenta ad esporsi in modo chiaro, esattamente come state facendo voi, cari sindaci. Ma sarà tanto difficile poi dire la semplice verità, nuda e cruda? Per quale motivo è cosi problematico?".
"Ma davvero pensate - attaccano dal Comitato “Salviamo le cicogne” - che anche a noi vada bene continuare ad essere trattati da cittadini di serie B? Ci dispiace, ma sbagliate di grosso. A noi questo mutismo e questi ragionamenti da 'tanto è una decisione che arriva da lontano' non vanno per niente giù. Noi vogliamo dire la nostra, vogliamo spronarvi ad intervenire in modo concreto, positivo e risolutivo sulla questione del punto nascite dell’Ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti, ad essere incisivi con dichiarazioni, mobilitazioni, proteste, interpellando chi di dovere per garantire una volta per tutte e per sempre l’operatività del punto nascite e la tenuta dell’Ospedale tutto".
"Noi, insieme ai 10.000 cittadini che hanno firmato la nostra petizione, speriamo ancora che vi assumiate l’impegno incondizionato di vigilare e proteggere i reparti dell’Ospedale, impegnandovi su questo fronte e magari dimettendovi dalla carica nel caso in cui questi servizi di fondamentale importanza venissero chiusi durante il vostro mandato. Non potete trincerarvi ancora nel silenzio con la motivazione che si sta trattando con la Provincia o con la Regione per ottenere quanto si riesce. C’è una grossa falla in partenza nell’approccio che porta gli amministratori a definire in separata sede accordi senza confrontarsi con gli operatori di settore, con gli elettori, le associazioni, i comitati locali, come abbiamo il sentore che stia succedendo. Il concetto di rappresentatività degli amministratori non implica che l’essere eletti equivalga automaticamente a ricevere una delega in bianco per 5 anni, che permetta di definire importanti questioni senza un confronto preventivo con tutti gli organismi interessati".
L'intervento piuttosto gagliardo delle rappresentanti (e chiamatele "gentil sesso"...) si avvia a conclusione con gli interrogativi: "Ecco perché, mosse dal sentore che il tempo stia davvero per scadere, vogliamo porvi poche e semplici domande, dalle quali vorremmo ottenere risposte chiare e precise: dove siete? da che parte state? come pensate di agire concretamente per difendere il punto nascite e l’Ospedale di Castelnovo? Qual è l’idea che vi siete fatti a riguardo della questione ospedale e quali proposte volete avanzare come progetto futuro di questa realtà? A che punto è arrivata la discussione? Quali novità ci sono per i cittadini della montagna sul piano della sanità? E’ di pochi giorni fa la notizia dello stanziamento di un altro importante stralcio economico per il progetto del Mire… E alla sanità della montagna cosa tocca?".
I saluti: "Grazie per averci ascoltato, vi auguriamo un buon lavoro e aspettiamo al più presto da tutti voi una risposta".
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E’ chiaro, qualcuno vuole assopire la cosa. Chiudere il reparto ora, con l’attenzione mediatica e popolare che c’è ora, sarebbe un disastro. Lo faranno quando l’attenzione si abbasserà, con anche la complicità di qualche responsabile istituzionale.
(Mattia Casotti)
Care “Cicogne”, forse prima di rispondere dovranno fare una riunione di partito e uscire con un comunicato unitario per non mettere in pericolo la loro carriera politica.
(Enzo)
Infatti. È proprio questo il problema. Tutti fanno parte di un unico partito…
(Commento firmato)