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Ma dove sono i due tesori?

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Una nota località carpinetana fra i primi venti tesori nascosti in Italia. È quello che racconta Sette del Corriere della Sera.

Tra i tesori italiani ancora da ritrovare il magazine ricorda l’oro di Alarico – frutto del sacco di Roma – a Cosenza, ori e sculture bronzee a Ercolano, il diamante del palazzo dei diamanti a Ferrara, tremila scudi d’oro nel palazzo dei Pecci a Pistoia.

Su una cartina d’Italia sono riportate le venti località, caratterizzate ognuna da un monumento storico che, per Carpineti, è il Castello matildico.

Il tesoro del brigante carpinetano Balista, occultato in più punti nei pressi del paese da cui prende l’appellativo e che a sua volta dà il nome al monte che lo sovrasta, e noto da sempre alle persone del luogo, che si trasmettono l’informazione di generazione in generazione.

Chi scrive l’ha saputo dal padre con indicazione del nascondiglio, trasmesso dal nonno, dal bisnonno e dal trisavolo, tutti e quattro nati nella stessa casa costruita nella seconda metà del diciottesimo secolo.

Le fonti certe dei tesori frutto delle scorribande del bandito Balista e nascosti nei luogo in cui viveva, sono di Virgilio (70 – 19 a.C.), riprese da Donizone da Canossa (XII secolo), noto biografo di Matilde.

Un frammento del tesoro è stato rinvenuto nel dodicesimo secolo da un taglialegna nel monte dove Balista si rifugiava e, una volta venduto, il fortunato boscaiolo ha cambiando il proprio nome e quello dei suoi discendenti, che ancora oggi si riconoscono nell’effige del proprio casato rappresentato da una mano d’oro, scolpita tuttora sui portali dei propri palazzi.

La parte più consistente della ricchezza però è ancora tutta da recuperare e si spera sempre che qualche abitante del paese la scopra, anche casualmente com’è successo tanti secoli fa al tagliaboschi.

Sempre secondo il Corriere, nel nostro appennino si potrebbe trovare anche un secondo tesoro nascosto nei boschi dal noto brigante carpinetano “Domenico Amorotto”, vissuto nel sedicesimo secolo, le cui gesta sono fedelmente riportate da Carlo Baia Guarrienti nel libro “Il bandito e il governatore”.

Ah... il nome del paese dov’è nascosto il tesoro del bandito Balista? Il Corriere non lo dice, svela però dove potrebbe trovarsi il tesoro dell’Amorotto: Gazzano.

2 COMMENTS

  1. Anche nel ramisetano, lungo il tracciato di una vecchia strada che portava da Parma al Passo del Cerreto, si narra che siano state sepolte casse di monete d’oro e d’argento, stampi della zecca e gioielli, per la rottura di un asse del carro, parte del convoglio del Duca (?) di Parma in fuga verso il Granducato di Toscana, (per l’arrivo di Napoleone Bonaparte?). Nel dopoguerra il maresciallo del locale distaccamento del Corpo Forestale ricevette un ordine, tramite fonogramma, da Roma, con indicazioni d’impedire l’aratura, lo scasso e qualsiasi scavo nel terreno sito in località del comune di Ramiseto. E di ciò sia dato avviso ai proprietari. Poco tempo addietro ho interpellato un maresciallo in pensione, che conosce il luogo, ma ha tergiversato e non ha voluto accompagnarmi sul posto per ulteriori ricerche. Il vincolo non è stato rinnovato, almeno a quanto mi hanno detto recentemente agenti del Corpo Forestale. Se vi è interesse ad approfondire l’argomento, a fini storici e archeologici, sono a disposizione della Sovrintendenza.

    (Alessandro Raniero Davoli)

    • Firma - AlessandroRanieroDavoli