Riceviamo e pubblichiamo.
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Vorrei approfondire alcune “affermazioni” dell’articolo “Comitato preoccupato” relativo al nostro punto nascita e alla sua ipotizzata chiusura.
Lo farò ovviamente nel rispetto delle regole riguardanti la comunicazione esterna da parte dei dipendenti della Ausl di Reggio Emilia di cui sono un dirigente medico pediatra.
La proposta della chiusura dei punti nascita sotto i 500 parti era stata fatta prima del 2010 dal Ministro della salute Ferruccio Fazio Pdl (governo Berlusconi) e condivisa dalle società scientifiche nazionali di pediatria, di neonatologia, di ostetricia per motivi… di “sicurezza” delle partorienti, dei loro neonati ed in secondo luogo anche degli operatori sanitari stessi.
Nel 2010 la conferenza Stato – Regioni sottoscrisse questo impegno con la presenza del ministro, dei presidenti delle Regioni ed i rappresentanti dell’Unione province italiane e dell’ANCI Associazione nazionale comuni.
La decisione di approvare da parte dell’Anci la chiusura dei punti nascita sotto i 500 nati venne presa ovviamente senza consultare i piccoli comuni interessati come Castelnovo ne' Monti di cui ero sindaco.
In quel periodo ero anche presidente della Conferenza dei sindaci socio-sanitaria distrettuale e nessun rappresentante dell’Anci o altro mi chiamarono prima o dopo aver sottoscritto quell’impegno. Nessuno mi o ci chiese un parere in merito.
Preso atto di questa decisione dello Stato e della conferenza Stato-Regioni Enti Locali i sindaci del nostro distretto, da me coordinati, chiesero subito un incontro con la Provincia, con la Regione ed in particolare con il direttore generale dell’AUSL Dottor Fausto Nicolini che, devo dire, con grande disponibilità, professionalità e capacità, propose alla Regione un progetto di integrazione - fusione del nostro Nido con quello dell’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio, come poi fatto per Pavullo nel Frignano con Sassuolo e per Borgotaro con Fidenza-Parma.
Allora il nostro punto nascita contava sui 250 nati.
Il progetto fu accettato dalla Regione e fino ad ora il nido del Sant’Anna è rimasto aperto.
Attualmente infatti il reparto di Pediatria del Sant’Anna è una Sos “Struttura operativa semplice” dell’ASMN di Re e così pure il nido e l’ostetricia sono un tutt’uno con gli analoghi reparti reggiani: il primario di Castelnovo ne' Monti-Reggio Emilia Asmn è lo stesso, il Dottor Ghirardini, ed i medici della pediatria e dell’ostetricia sono quasi totalmente dipendenti dell’azienda Asmn.
Ora, mentre i parti nel 2014 al Sant’Anna sono stati 153 tra cui anche i cesarei programmati e circa 70 donne del nostro distretto hanno partorito a Reggio Emilia, Sassuolo, Scandiano e Montecchio, la Regione e le altre istituzioni politiche ed amministrative deputate alla programmazione e alla ristrutturazione sanitaria (presidi ospedalieri) sembra ritengano quel progetto di fusioni dei nidi periferici con gli ospedali centrali non più sicuro e praticabile.
La discussione è in corso e mi auguro dia buoni risultati per il nostro territorio.
Non voglio e non posso correttamente entrare, visto il mio attuale ruolo sanitario, nel merito, ma mi si consenta, anche come ex amministratore della montagna, di ringraziare per il loro impegno e la loro passione il “Comitato le cicogne” con le cui mamme, in particolare di Villa Minozzo e Toano, che frequentano il consultorio pediatrico, ho periodici confronti professionali e di affermare che la chiusura eventuale di questo importante presidio-servizio sociosanitario per una nuova vita e per le famiglie porterà con sè, inevitabilmente nel tempo, la probabile chiusura di altri servizi non solo sanitari, ma anche socio-educativi e ricreativi per l’infanzia.
E la montagna... sarà sempre più povera.
(Gian Luca Marconi)
In tutti questi anni di polemiche e consultazioni istituzionali questo è l’articolo più bello, sentito e discreto sull’ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti.
(Fabiana Setti)