"La trasformazione della sede di Cavola in una delle più importanti filiali dell'Istituto corrisponde agli obiettivi di un piano industriale che, accentrando alcune funzioni oggi frammentate, consentirà a Banco Emiliano di raggiungere nuovi obiettivi di razionalizzazione ed efficienza di cui anche il territorio montano andrà a beneficiare in via diretta".
E' partendo da questa affermazione del presidente dell'Istituto di Credito Cooperativo, Giuseppe Alai, che si è sviluppato l'incontro - chiesto dallo stesso Alai - con i sindaci della montagna reggiana in cui opera Banco Emiliano. Al tavolo, dunque, Enrico Bini, sindaco di Castelnovo ne' Monti, Luigi Fiocchi, primo cittadino di Villa Minozzo, e Vincenzo Volpi, sindaco di Toano, dove all'inizio degli anni '80 nacque quella Banca di Cavola e Sassuolo che nell'autunno del 2013 si è integrata con Banca Reggiana, dando vita ad una delle più importanti realtà della cooperazione di credito emiliana, attiva in quattro province con 40 filiali, 28 delle quali nel reggiano.
Nel corso dell'incontro - che è valso a chiarire proprio il senso della trasformazione della sede di Cavola, sulla quale erano state espresse preoccupazioni - Alai, affiancato dal direttore generale Marco Piccinini e dai consiglieri del'area montana, ha riaffermato l'impegno di Banco Emiliano a fianco delle imprese e delle famiglie della montagna, "legato non solo - ha detto - allo storico legame tra realtà locale e cooperazione di credito, ma ad un'identità e ad una missione che si fonda proprio su uno stretto legame con il territorio e con quelle migliaia di soci che in esso vivono e lavorano".
"Una banca di Credito Cooperativo - ha detto Alai - cresce solo se cresce il contesto in cui si insedia, e a conclusione della riorganizzazione in atto a seguito della fusione delle due storiche Bcc reggiane (che peraltro prevede anche il potenziamento della rete tra le filiali per agevolare soci e clienti che operano in aree svantaggiate da un punto di vista logistico) e in funzione dello sviluppo che si realizzerà, a Cavola ipotizziamo il ritorno di un presidio più forte, con una sede di riferimento per sostenere in modo specifico proprio lo sviluppo del territorio montano".
Da Bini, Fiocchi e Volpi sono giunti apprezzamenti per il lavoro e per questi obiettivi di Banco Emiliano, unitamente ad una sollecitazione: la montagna reggiana - hanno detto - ha bisogno di servizi bancari al pari di tutte le altre aree del territorio, ma anche di una particolare attenzione rispetto a caratteristiche economiche e sociali che non hanno riscontro altrove, ed è per questo che occorre un'azione mirata in termini di prodotti, consulenze e relazioni con persone, imprese e comunità locali.
Come si fa a crescere quando le banche non danno crediti alle imprese? Ha voglia a dire, il signor Alai, ma la realtà è questa. Sembra che lo sviluppo sia tutto in mano alle banche; ma mi sa che noi piccoli autonomi ci dobbiamo arrangiare. Perché si riparta anche voi istituti di credito dovete “calmarvi un pochino”.
(Montanaro)