Il consigliere regionale del gruppo Lega nord Gabriele Delmonte ha presentato al presidente dell'Assemblea la interrogazione a risposta scritta che trascriviamo di seguito.
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Premesso che:
nei primi giorni di questo mese di agosto una signora residente a Castelnovo ne’ Monti ha richiesto alla segreteria del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano un permesso per percorrere il sentiero 629 (una carraia sassosa e in molti tratti ripida, che porta dalla “sbarra” della Presa Alta fino a quota 1750 metri attraverso il bosco) con lo scopo di portare la madre disabile al Rifugio Bargetana;
il Parco ha risposto negativamente, sostenendo che in quel giorno i lasciapassare disponibili erano già esauriti;
i lasciapassare per le automobili vengono rilasciati per permettere a disabili, ammalati con problemi cardiaci o di deambulazione e famiglie con bambini molto piccoli, di arrivare in zone altrimenti irraggiungibili;
i lasciapassare sono deroghe speciali al divieto assoluto di attraversare i sentieri con mezzi a motore;
queste deroghe vengono concesse, oltre appunto nei casi del lasciapassare, solo ai gestori dei vari rifugi e ai raccoglitori di mirtilli;
considerato che:
ad oggi non esiste una normativa né un regolamento in materia, ma è esclusivamente il Parco nazionale che si riserva di concedere determinate deroghe e permessi;
il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano è presente, per tre quarti della sua estensione, all’interno della Regione Emilia-Romagna;
la Regione Emilia-Romagna negli ultimi 5 anni ha versato finanziamenti allo stesso Parco nazionale per il sostegno di progetti di educazione ambientale;
ritenuto che gli anziani e le persone portatrici di handicap dovrebbero avere la possibilità, come altri, di raggiungere rifugi in quota pur non potendo farlo a piedi;
interroga la giunta regionale per sapere:
se ritiene corretto il principio di discrezionalità adottato dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano per regolare l’accesso attraverso veicoli a motore ai sentieri del Parco stesso;
se intende attivarsi presso il Parco nazionale al fine di sollecitare l’adozione di un regolamento ad hoc per la regolamentazione degli accessi, per persone portatrici di handicap, ai sentieri vietati tramite veicoli a motore;
se ritiene opportuno interrompere ogni forma di finanziamento a progetti di educazione ambientale promossi dal Parco nazionale stesso fino a quando il regolamento sopracitato non sarà adottato, garantendo così i principi di equità sociale che sono alla base dei fondamenti di educazione che il Parco nazionale si prefigge di trasmettere.
Purtroppo non manca solo questo, di regolamenti, manca il regolamento stesso del Parco che si dice sia fermo non so dove da anni.
(Antonio Manini)
La strada forestale che da località Presa Alta sale ai rifugi Bargetana e Battisti è una strada soggetta a divieto di transito ai mezzi motorizzati come si evince dalle norme di salvaguardia allegate al decreto istitutivo del Parco nazionale e in precedenza da quelle del Parco regionale del Gigante. Autorizzazioni sono comunque rilasciate dal parco per le attività di vigilanza e di prevenzione, per le attività di gestione dei rifugi presenti, per l’esercizio di attività agrosilvopastorali, per lavori di regimazione idraulica, per lavori di ripristino idrogeologico, per motivi di studio, ricerca scientifica, ecc., per la realizzazione di filmati con finalità educative, per consentire l’accesso di persone non in grado di raggiungere le località più alte senza l’ausilio di mezzi motorizzati. Considerato che la strada in oggetto è frequentata da numerosi escursionisti a piedi e in bicicletta i permessi per i mezzi motorizzati sono rilasciati in numero limitato per ogni giornata per non creare situazioni di disagio o pericolo e per favorire la buona conservazione degli ecosistemi naturali presenti. Si fa presente che il Parco nazionale dell’Appennino Tosco emiliano è fortemente impegnato per favorire la fruizione di tutti i cittadini all’interno del suo perimetro attraverso la realizzazione e la manutenzione di percorsi per tutti, come quello recentemente inaugurato alle fonti di Poiano o come quelli presenti in località Orecchiella e Lagdei, ovvero in partnership con ASL ecc., come nel caso del progetto cardiosicuro. Saluti a tutti.
(Giuseppe Vignali – direttore Parco)
Se si potesse organizzare una navetta si risolverebbe il problema mantenendo la situazione sotto controllo dal punto ambientale. Non dovrebbe essere impossibile.
(Giovanni)
Gentile signor Vignali, credo che tutti noi avremmo preferito leggere delle scuse nei confronti della signora oggetto di “discriminazione” (perché di questo si è trattato), invece di una sorta di giustificazione legale per quello che è avvenuto. Il problema è che un accesso al Parco per disabili non può essere lasciato alla discrezionalità di nessuno, o si regolamenta o lo si garantisce per tutti i disabili senza azzardarsi a dichiarare alla stampa che non rientra nei loro diritti civili accedere alla vetta. Saluti.
(Gabriele Delmonte)
Concordo pienamente con quanto ha detto e volevo riportare la mia esperienza personale. Premesso che non ho disabilità di nessun tipo, anche quest’anno come tutti gli anni con il mio zaino in spalla salivo la strada che da Presalta va in Bargetana e come tutti gli anni ho visto gente di Ligonchio, che conosco molto bene e che non ha nessun problema fisico, passare su macchine cariche di gente e ritornare a valle nello stesso modo. Signor Vignali, la invito a fare qualche giro in più (magari a piedi) per rendersi conto di ciò che accade realmente.
(Enzo)
Penso che il regolamento di accesso sia assolutamente ragionevole. Chi percorre i sentieri e le carraie del Parco non gradisce incontrare mezzi a motore, ed è giusto che i permessi di accesso a tali veicoli siano limitati. Il quesito potrebbe essere come mai in quella data i permessi erano esauriti e se tutti coloro che ne hanno fruito ne avessero effettivamente diritto. D’altro canto, anche nei parcheggi vediamo frequentemente situazioni di abuso, in cui persone usano impropriamente permessi rilasciati ad altri. Se non ci fosse una limitazione nel numero dei permessi forse in agosto la carraia in questione sarebbe affollata di auto. Nel caso specifico non vedo una discriminazione ma l’applicazione di un regolamento, così come deve essere.
(SC)
Molto semplice e chiaro, prendere spunto dal tirolo, i disabili hanno accesso alle strade con divieto semplicemente con il tagliando esposto sul mezzo. In questo modo non servono permessi, non serve personale e non serve carta inutile, serve soltanto controllo da parte degli organi competenti. I non disabili e non anziani possono recarsi sul Cusna a piedi. I permessi di quel giorno a quanti disabili erano stati rilasciati?
(Fabio)
Il recente caso del permesso di transito negato dal Parco all’anziana signora desiderosa di raggiungere il rifugio “Bargetana” in auto, perchè impossibilitata a farlo a piedi, ha toccato un nervo scoperto; un vero e proprio dito nella piaga rappresentata da una parte dalla giusta e doverosa necessità del Parco di regimentare gli accessi con mezzi a motore e dall’altra da un effettivo, palese, evidentissimo stato di anarchia al riguardo. L’ente Parco può, peraltro in modo assolutamente legittimo, affermare quanto asserito dal direttore del Parco Giuseppe Vignali ma, di fatto, la situazione sta rasentando la criticità; e lo affermo per esperienza e conoscenza diretta. Il monte Prampa è abituale meta di enduristi, Passo Cisa, dove da tempo la sbarra è stata addirittura divelta, è un passaggio obbligato per moto, quad e 4×4, basta sedersi nel piazzale del rifugio Montorsaro o posizionarsi all’inizio della carraia che da Montecagno raggiunge Passo Cisa per rendersi conto che il numero dei passaggi è molto oltre, ma molto, i cinque concessi dalla direzione del Parco; così come spesso la sbarra del rifugio Segheria non solo è senza lucchetto ma costantemente alzata. Idem per quella della Presa Alta.
Insomma, nell’area parco ci si può andare come e quando si vuole e con qualsiasi mezzo senza che giustificazioni agro-silvo-pastorali legittimino l’utilizzo di mezzi a motore. Chi scrive, appassionato e convinto endurista da oltre 40 anni, honi soit qui mal y pense, si arrabbia di brutto quando, ad esempio, sta camminando in quell’angolo di paradiso che sono i Prati di Sara e si deve fermare per far passare moto o quad, non parliamo poi di 4×4; così come quando non riesce a convincere gli amici enduristi a lasciare perdere con le escursioni in moto sul Prampa. Magari partendo dalle Fonti di Poiano. Vogliamo anche parlare, sempre ad esempio, della carrozzabile che dal camping Le Fonti di Cervarezza, sale alle Cadoniche del Ventasso?, del ramisetano percorso in lungo ed il largo dai quad? E’ una questione di civismo, rispetto delle regole e buon senso che purtroppo, sempre e comunque da appassionato praticante dell’enduro, riscontro sempre meno; personalmente sono egualmente appagato se invece di scorrazzare per il Parco mi “godo” boschi e valli della media/alta collina. Anzi, non ci penso proprio a “girare” in zone Parco, perché in un equilibrio di diritti e doveri credo che certe zone debbano giustissimamente essere lasciate assolutamente incontaminate. Il Parco tuttavia, seppure alle prese con evidenti ristrettezze di bilancio e carenza di personale, è chiamato in ogni caso ad un maggiore, reale, incisivo e soprattutto doveroso controllo e tutela; cosa che ora mi pare proprio non avvenga. Non fosse altro che per dare credibilità ed applicazione alle parole del direttore Vignali che in caso contrario tali rimarrebbero legittimando così una situazione che sta divenendo inaccettabile.
(Paolo Comastri, delegato provinciale Federazione motociclistica italiana)