Riceviamo e pubblichiamo.
-----
Dovevamo essere noi i disfattisti, quelli con cui non si può parlare, quelli che in campagna elettorale lanciavamo notizie false sulla pericolosa situazione economica del nostro comune, quelli che criticavano e basta.
- Ad oggi il Comune è più in crisi di quando un anno fa era già in crisi. E allora prima cosa messa in atto: riordino del personale riducendo i servizi al minimo dell’efficienza.
- Per non smentire la linea delle amministrazioni precedenti si è provveduto ad aumentare le tasse.
- Nonostante questo piccolo “dettaglio disfattista” il Comune ha pensato bene di provare ad accendere nuovi mutui. Chi paga?
- Su AST non sappiamo ancora quali decisioni si sono prese e si prenderanno. Le uniche notizie che ci giungono sono di provenienza extra comunale.
- Ci si sta organizzando per la cessione dei servizi ad Iren per affidarle ogni intervento possibile: gestione rifiuti per 15 anni, molto probabilmente l’acqua ed i progetti di “energie rinnovabili” che riguarderanno tutto il territorio montano.
- Villa Minozzo ha deciso per di non rinnovare i servizi associati con Toano: anagrafe, polizia municipale e SAD, quest’ultimo, nonostante sia gestito privatamente da una cooperativa, la responsabile è riferita a Villa Minozzo. Visto che ci scaricano loro, che fine faranno ora i servizi comunali? Alla faccia di quelli che non volevano la fusione per paura di perdere di identità:
- responsabile ufficio ragioneria, di Villa Minozzo;
- responsabile della polizia municipale, di Villa Minozzo;
- responsabile dell’edilizia privata, di Villa Minozzo:
- responsabile dell’edilizia pubblica, di Castelnovo ne' Monti ed anche a caro prezzo.
Nonostante tutto questo, il nostro pensiero vuole andare oltre la critica sulle decisioni, il nostro pensiero va all'orgoglio che si stanno lasciando rubare i politici ed i partiti, dalle multinazionali e dalle multiutility di cui sono succubi. Noi non siamo critici e disfattisti, noi crediamo in una politica trasparente e condivisa, per questo vorremmo che gli amministratori di questo Comune ascoltassero la nostra voce e quella della nostra gente prima di decidere, sempre ricordando che metà della gente ci ha votati.
Resta poco tempo per evitare di svendere anche quel poco rimasto e per mantenere vivo quel briciolo di orgoglio di cui ogni Comune deve essere dotato. Mettiamo in atto una democrazia partecipata a fatti e non a parole, teniamoci i nostri servizi e gestiamoli noi con buon senso ed umanità, gestiamo la nostra acqua, i nostri rifiuti, creiamo un territorio che possa distinguersi per qualcosa, decidendo noi, senza essere solo e sempre una succursale minore succube delle decisione provenienti dalla pianura.
Dove è finito il famigerato orgoglio montanaro?
Siamo capaci o no di guardare al futuro con occhi diversi?
(Lista Civica Toano Virtuosa)
Vorrei rispondere come assessore al personale del Comune di Toano sulle diverse eccezioni sollevate in questo articolo. Come si è più volte detto in Consiglio, la riorganizzazione del personale ha sicuramente costretto la struttura a far fronte a diverse problematiche. Ed è anche vero che abbiamo voluto cogliere l’occasione, in questa circostanza, per aumentare l’efficienza, ridurre i costi e nel limite del possibile lasciare almeno inalterato il livello di servizio. Proprio su quest’ultimo aspetto devo invece contestare quanto viene riportato: a parte gli scontati disguidi nell’avvio, non abbiamo riscontrato particolari problemi e questo grazie all’impegno di ognuno, detto senza alcuna retorica. Per quanto riguarda poi l’orgoglio locale: il responsabile dell’ufficio ragioneria è lì da 30 anni, il responsabile dell’edilizia privata è il sindaco (che non è di Villa), il responsabile dei lavori pubblici è lì perché gli altri non hanno accettato l’incarico. Detto questo la convenzione con Villa Minozzo va naturalmente a trasformarsi in condivisione dei servizi nell’ambito dell’Unione dei Comuni; per questa ragione non c’è alcun motivo di preoccuparsi per il futuro dei servizi. Se ben gestito, e sarà ben gestito, questo passaggio potrà poi apportare ulteriori risparmi. E l’acquedotto rimane a Toano.
(Massimo Albertini)
Solo per precisazione, le nostre sollevate, erano obbiezioni e non eccezioni.
Sempre per precisazione dovuta, è vero che il responsabile dell’edilizia privata è il sindaco e, firma gli atti , eseguiti e redatti dal geometra comunale, che è di Villa Minozzo. Poi, sempre per precisare, anche il SAD, servizio di assistenza domiciliare, ceduto in gestione privata ad una cooperativa, ha il responsabile nella figura dell’assistente sociale di Villa Minozzo, questo, nonostante anche noi abbiamo nell’organigramma una assistente sociale, chissà per quali motivazioni ? E’ importante sapere che le convenzioni dei servizi associati con Villa Minozzo terminano semplicemente perché il comune di Villa Minozzo ha deciso di non rinnovarle, considerandole non più convenienti, e anche questo desta alcune perplessità. Che si vada verso una gestione associata con L’unione, purtroppo era ed è una nostra preoccupazione, Albertini, nuovo nelle vicende amministrative, forse non ricorda le infelici associazioni precedenti: Polizia Municipale e ASP e quale potere aveva Toano all’interno di queste. Proprio a proposito di quest’ultima, vista la situazione economica in cui versa e relativo indebitamento, temiamo che si stia pensando di rianimarla con il contributo di tutti, speriamo di sbagliare ma al suo nascere, anni fa non ci sbagliammo affatto a predirne un triste futuro. Noi crediamo che di ragioni di preoccuparci ce ne siano tante, a partire dal riequilibrio di bilancio alquanto complicato da raggiungere, ai futuri trasferimenti di servizi a Castelnuovo Monti, all’atmosfera che si è creata tra i dipendenti comunali, e per le importanti questioni che si approntano ad essere esaminate, come gestione rifiuti e ripubblicizzazione dell’acqua. Per finire, anche noi ci auguriamo che l’acquedotto resti a Toano e che non ci restino solo i debiti accumulati da esso, anche noi vorremmo essere ottimisti come Albertini ma, visti gli attuali riscontri, non ce la sentiamo proprio. Speriamo di sbagliare….
(Antonio Manini)
Come segretario del Partito democratico di Toano vorrei comunicare ai nostri cittadini che fin dallo scorso anno ci siamo attivati, assieme al sindaco Volpi e all’Amministrazione comunale, per cercare di trovare un “escamotage” che consentisse di salvaguardare il nostro acquedotto, alla luce delle modifiche introdotte dal decreto “sblocca Italia” in materia di gestioni del servizio idrico. Con l’aiuto della senatrice Pignedoli e di altri parlamentari, tra cui il senatore Vaccari, si sta lavorando proprio in questa direzione. Lo abbiamo sempre sostenuto: l’acquedotto è una realtà di fondamentale importanza per Toano, e come Partito democratico continueremo a batterci, assieme al sindaco e agli altri amministratori, per difenderlo e salvaguardarlo.
(Michele Lombardi)
Posso essere naturalmente in errore, ma talora ho l’impressione che sia l’intero nostro Paese ad aver un po’ smarrito l’orgoglio e il senso di identità, il che, almeno a mio giudizio, non aiuta da un lato ad affrontare le emergenze e le criticità con le quali deve oggi cimentarsi il mondo occidentale, e può renderci altresì più deboli ed incerti di fronte a quanto può apparire più forte e determinato di noi. Davanti a questa situazione, come appunto io l’avverto, mi sono ripetutamente domandato se non sia la logica conseguenza di anni in cui il parlare di valori e di primato della nostra cultura, ovviamente a casa nostra, era considerato non “politicamente corretto”. Ci dicono che oggi dobbiamo considerarci cittadini del mondo, e in questo c’è sicuramente del vero, non fosse altro perché le distanze si sono notevolmente ridotte, e la tecnologia rende molto più facili i reciproci contatti, ma la nostra storia, che lo si voglia o no, è fatta anche di “campanili” e di municipalità, e io credo che non lo si debba dimenticare, anche per trovare la giusta misura tra queste due dimensioni (globalizzazione e localismi). Quanto ai valori, mi sembra talvolta che li si voglia recuperare, quantomeno in parte, facendo cioè una sorta di marcia indietro, ma rischia di essere un’operazione superficiale e di facciata, al di là delle buone intenzioni che possono ispirarla, perché i valori vanno trasmessi ed assorbiti pian piano, nella quotidianità, per essere poi solidi ed autentici.
(P.B.)