Il consigliere Cristiano Giampellegrini rispolvera, con una mozione presentata a nome del gruppo del M5S di Castelnovo ne’ Monti, la questione amianto. La mozione, anticipiamo, sarà approvata all’unanimità dall’assemblea comunale tenutasi ieri sera.
La presenza di questo malefico (cancerogeno) silicato è, come noto, ancora largamente diffusa nel paesaggio, in forza di un utilizzo che è stato piuttosto massiccio – ad esempio nell’edilizia – fino a qualche decennio fa.
Giampellegrini rammenta alcuni dati e sollecita una nuova campagna di investigazione sul territorio comunale, per poi procedere alla bonifica, sia nel pubblico che nel privato.
Il sindaco Enrico Bini nella risposta ricorda le precedenti occasioni e le cose fatte dal Comune nel passato recente (cfr. alcuni nostri pezzi): “Non partiamo da zero, ma accolgo con piacere questa mozione”.
Il sindaco rende noto il caso recente, segnalato da un cittadino e prontamente verificato con un sopralluogo dagli organi comunali, del rinvenimento di amianto interrato in una zona del felinese, lungo via Tegge. "Stiamo operando per le opportune misure, dopo aver sequestrato l'area in questione".
Dalla discussione scaturisce anche l’intenzione di mandare lettere ai cittadini chiedendo la collaborazione di tutti per dare ausilio nel portare avanti il lavoro di individuazione e bonifica.
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A Castelnovo ci sono edifici interamente coperti di amianto che si sta sgretolando, inoltre tali edifici sono inseriti tra altre case e servizi pubblici, ma ai proprietari non vengono imputate alcun opere di bonifica, e sì che i tetti si vedono… Vorrei sapere a chi ci si può rivolgere perchè i proprietari vengano obbligati ad una bonifica, visto che ne va della salute pubblica.
(MF)
Chiedo gentilmente a questa Amministrazione e all’opposizione se ci siano contributi o defiscalizzazioni (reali) a livello comunale o nazionale per chi bonifica siti con amianto e se il nostro Comune dia delibere per lo smaltimento privato, perchè spesso le strutture sono grandi e non tutti, soprattutto in questo periodo, se lo possono permettere! Grazie.
(Pizza)
Se la copertura in amianto riguarda un edificio residenziale si può inserire il costo della rimozione tra le detrazioni fiscali del bonus ristrutturazioni al 50%. Si recupera dalle tasse il 50% del costo in 10 anni, se si pagano tasse sufficienti. Per edifici non residenziali (ad es. capannoni) il bonus ristrutturazioni 50% non è applicabile. Si può però recuperare fino al 65%, come detrazione fiscale “bonus efficienza energetica”, se si abbina la rimozione dell’amianto ad un miglioramento delle prestazioni energetiche dell’involucro oppure ad interventi di miglioramento antisismico. In pratica, se il capannone è riscaldato, significa sostituire la copertura in amianto con una copertura che disperda meno il calore. Se l’edificio non è riscaldato, oppure è una tettoia, credo che questa strada non sia percorribile perchè non c’è miglioramento energetico e la detrazione potrebbe essere respinta dalla Agenzia delle Entrate. Si può provare ad abbinare la rimozione dell’amianto ad un intervento di miglioramento antisismico: migliorare travi e legature per resistere meglio al terremoto. Non sono sicuro però che questa norma si applichi anche ai nostri comuni, fuori dalla zona principale del terremoto dell’Emilia. Qualcuno suggerisce, per questi casi, di abbinare la rimozione dell’amianto alla installazione di pannelli fotovoltaici e/o solari per produzione di energia elettrica e/o acqua calda. Ho il dubbio però che l’atteggiamento della Agenzia delle Entrate rispetto a questa ipotesi non sia sempre positivo, e quindi la detrazione non sia garantita. Inoltre, occorre che ci sia un’utenza effettiva che benefici dell’energia elettrica e/o acqua calda prodotte. Infine, segnalo che Hera, nei territori serviti da questa multiutility, fornisce gratuitamente a richiesta un kit per lo smontaggio ed il trattamento di inertizzazione dell’amianto. E’ utilizzabile per quantità fino a 300 Kg. Si tratta di un modo, per chi è in grado di farlo, per rimuovere l’amianto a basso costo. E’ proibito però farlo fare ad altri: smontaggio e trattamento con il kit assegnato devono essere eseguiti dal proprietario, onde non esporre terzi nell’esecuzione dell’operazione. Hera passa poi a ritirare l’amianto rimosso opportunamente stoccato (nei sacchetti forniti, accumulati su pallet). Sarebbe utile che gli amministratori dei Comuni montani verificassero con Iren la disponibilità di un servizio analogo, e se non è presente ne chiedessero l’attivazione. Il problema della persistenza dell’amianto nel nostro territorio è l’eccessivo costo dello smaltimento: bisogna fare tutto il possibile per incentivarne la rimozione o ridurre i costi di smaltimento.
(SC)
“SC!”, grazie mille!
(Pizza)
Mancano soldi, tutt’al più ci sono degli incentivi della serie “se lo togli ti bastoniamo un po’ meno nell’arco di 10 anni”, ma l’Italia si tiene così… e tant’è. In ogni caso l’accoglimento del sindaco Bini su questo tema è lodevole e segue tante altre circostanze nelle quali si è impegnato con obbiettività. Speriamo che tutte le Amministrazioni possano risolvere questo problema sulla cui soluzione io penso che sarebbe stato “giusto” che venisse coinvolto finanziariamente “chi” questo prodotto l’ha creato e messo in commercio e guadagnato di conseguenza.
(Marco Leonardi)