Gli Amici della Terra, da sempre contrari alla Gatta-Pianello, ribadiscono la loro posizione con un comunicato a firma di Stella Borghi.
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A replica dei vari commentatori che si sono occupati del tema del rifacimento della pista Gatta Pianello, e nel più assoluto silenzio di organismi tecnici che dovrebbero invece essere immediatamente interessati per fare chiarezza sulla questione della fattibilità di realizzazione, si vuole evidenziare un tema di analisi scientifica e tecnica tanto per evitare “parole al vento”.
Spunti di valutazione si possono trarre dalla Direttiva tecnica dell’Autorità di Bacino per il Po, contenente criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico, approvata con deliberazione del Comitato Istituzionale n. 2 dell’11 maggio 1999 - aggiornata con deliberazione n. 10 del Comitato Istituzionale del 5 aprile 2006, e vigente ai sensi dell’art. 15 delle Norme di attuazione del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF) per l’ambito territoriale interessato dalla zonizzazione della regione fluviale dello stesso PSFF, ed estesa all’intero ambito territoriale di riferimento del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) di cui al Titolo II delle relative Norme di attuazione.
Ebbene in tale direttiva, si può leggere che le infrastrutture come i ponti dovrebbero essere eseguite negli attraversamenti fluviali assicurando un franco (altezza) di circa 7 metri tra acqua e ponte stesso.
In altre parole, se gli amminsitratori vogliono una strada nell’alveo del Secchia, ebbene mettano da parte i soldi per realizzare un intervento su piloni di 6-7 metri di altezza per tutti i chilometri di attraversamento del letto del fiume !
Sono sicuri i vari sostenitori di tale “intervento” che vi siano le risorse economiche adeguate al tale scopo? e sono sicuri che un tale costo in decine di milioni di euro sia “opportuno” a fronte di una massa di disoccupati che ormai preme all’orizzonte?
E sono sicuri anche che tale intervento sia tecnicamente possibile? Si parla del fatto che in quel tratto l’alveo del Secchia abbia una forma a schiena d’asino; ovvio, perché in quel tratto del nostro appennino vi è un fenomeno di risalita di masse rocciose dal fondo della fomazione gessosa, fenomeno conosciuto come “diapirismo”. Ebbene, i vari assertori della strada su piloni possono assicurare ai vari disoccupati della nostra Provincia che le svariate milionate che vi si dovranno spendere saranno “solide” anche a fronte di una natura dei luoghi tanto particolare? e soprattutto che siano spese con un ritorno economico tale da non scontrarsi con lo stato di crisi economica nella quale la nostra provincia è attanagliata in ogni suo comparto territoriale?
(Stella Borghi, Amici della Terra Reggio Emilia)
L’ambientalismo… di facciata
Leggo l’ennesimo commento alla vicenda “Gatta-Pianello” firmato da Stella Borghi e mi sorgono spontanee riflessioni e domande. Stella Borghi pone l’intervento in un ambito economico tutto da verificare. Non so, di preciso, quali competenze economiche ed infrastrutturali abbia per stabilire che l’intervento sulla Gatta-Pianello debba essere quantificato in “decine di milioni di euro”; sono, in ogni caso, competenze che io non ho e, di conseguenza, adotterò il comportamento che ritengo più consono alla situazione: “meglio tacere che spararle grosse”. Quello che mi infastidisce è il non aver mai letto in questa sede, da parte di Stella Borghi, lamentele per opere pubbliche riguardanti zone lontane dalla montagna e più vicine a lei (la rotonda di Baragalla, ad esempio), il cui valore è quantificabile in denaro pubblico esattamente allo stesso modo. Problemi di domicilio? Quando si spendono milioni a Reggio Emilia fanno bene ai precari, mentre a Villa Minozzo no? Per il resto, l’intervento mi sembra di un’assurdità totale e gravissima. Ma io chiedo: lei è davvero convinta che le amministrazioni ed i cittadini che si interessano della vicenda siano dei folli palazzinari con l’intento di cementificare ogni singolo centimetro dell’Appennino? Per lei il montanaro medio è un imbecille che vuole vedere strade ramificarsi in ogni dove? Chiaramente lei non vive qui e, di conseguenza, non ha gli strumenti per giudicare l’utilità della Gatta-Pianello… Ma questo non dovrei nemmeno dirglielo io, basterebbe un minimo di umiltà. La realtà, che le piaccia o meno, è che la strada serve alla popolazione locale. Sono sinceramente disgustato dall’ambientalismo della domenica di chi, vivendo in città, ha bisogno di avere a portata di auto una piccola oasi selvaggia in cui rilassarsi il week-end… Senza considerare che ci sono persone che in quella piccola oasi selvaggia devono vivere tutti i giorni! Io mi sento ambientalista, ma non di questa caricatura ridicola dell’ambientalismo. Io sono per un ambientalismo che si occupa di tenere puliti boschi e cunette intasati da sterpaglie e rifiuti gettati da incivili maleducati; per un ambientalismo che riconosce quando un’opera ha un’utilità e, invece che contrastarla in modo pertinace e ridicolo, si siede al tavolo di chi ha l’onere di realizzarla per costruire un progetto condiviso che tenga conto, in primo luogo, dell’ambiente; per un ambientalismo che aiuta l’ambiente a vivere meglio, eliminando dal letto di un fiume ammassi di legname marcio ed isole paludose che lo abbruttiscono e deviano il suo corso. Di questo si dovrebbe parlare: delle tonnellate di ghiaia, alberi e marciume che si ammassano nel centro del letto del fiume Secchia e, giocoforza, deviano il corso di questo verso la strada! Perché il problema Gatta-Pianello è tutto lì, la pista non è stata divorata da una punizione divina ma dall’abbandono di chi, nonostante fosse stato sollecitato più volte dal Comune di Villa Minozzo ad attivarsi affinché non succedesse il peggio, ha deciso di “temporeggiare” lasciando che la prima piena arrivasse a lambire la strada. Per l’utilità di chi, dato che adesso qualcuno deve pagare?
(Giuliano Gabrini)
Caro Gabrini, condivido le sue posizioni su cosa dovrebbe fare l’ambientalismo, cioè cercare di conciliare esigenze dell’uomo e tutela del patrimonio naturale, ma non posso accettare la sua definizione di ambientalista del week-end a una persona come Stella Borghi con cui spesso mi trovo in contrasto “culturale” quando si parla di caccia di selezione e contenimento degli ungulati, ma che decisamente sa benissimo ciò di cui sta parlando essendo persona seria ed informata. Le cose scritte da Borghi sono assolutamente vere e si riassumono sostanzialmente in un concetto: volete quella strada? Ok, per farla bisogna costruirla su viadotto a diversi metri sopra il letto del fiume e questo significherà distruggere la valle (si faccia un giro in val di Taro, Parma, e veda come è stata ridotta quella bellissima valle fino a Borgotaro). Costerà un’esagerazione di soldi, che allo stato attuale nessuno ha e che tornerà utile ad un numero di persone limitato, che sarà sicuramente molto felice, ma che rimane comunque un numero limitato.
Inoltre, Signor Gabrini, stia tranquillo che nè Borghi, nè io, nè altri che si interessano di montagna ma che lì non risiedono pensiamo ai montanari come cementificatori e palazzinari. Ci saranno anche montanari cementificatori, ma sicuramente la maggioranza non lo è. Lei, e molti altri montanari come lei, però, cercate di fare uno sforzo: cercate di non tappare sempre la bocca a chi interviene su argomenti della montagna e non è lì residente. E’ un argomento molto logoro e davvero privo di senso: l’ambiente è di tutti e non solo di chi ci abita. Sarà il caso di tenerlo presente perchè in tempi di “ricerca di siti per lo stoccaggio di scorie nucleari” che il governo sta facendo potrebbe anche capitare (speriamo davvero che io mi sbagli) di avere bisogno di qualche “pianzano” che pur non essendo nato e residente in una determinata zona venga a dare manforte ai residenti.
(Roberto Tedeschi, Comitato difesa dei fiumi Emilia-Romagna)
Giuliano, non ti conosco ma hai detto tu tutto ciò che avrei voluto esprimere io. Spero che siano sempre più numerosi a pensarla come noi e vedrai che certi ambientalisti cominceranno ad occuparsi più della cementificazione della pianura che dell’ambiente di montagna, dove con tutta la loro documentazione dimostrano di non capirne un accidenti del nostro territorio.
(Romano Albertini)
Meno male che ci sei te Albertini a salvarci… Ma per favore!!!
(Matteo Zini)
Offerta di cittadinanza
Mi permetto di fare una semplice considerazione, magari banale, magari retorica, magari… stupida. Propongo ai sindaci di Villa Minozzo e di Ligonchio di recuperare gli alloggi sfitti a Primaore e Campo di Ligonchio (sono solo due località di un maggior nugolo di case sparse e borghi del nostro Appennino), ma che bene posso rappresentare le difficoltà, dovute alle distanze dai luoghi di lavoro e che altrettanto bene possono spiegare il fenomeno della “fuga” dei giovani e della “rassegnazione” degli anziani. Ebbene, propongo che vengano insigniti di cittadinanza onoraria, con offerta di residenza, a costo “0”, tutti gli ambientalisti e quanti si ostinano a sostenere che le strade non possono essere anche fonte di sviluppo per un territorio.
Naturalmente questi signori dovranno poi sciropparsi il “TOUR DELL’APPENNINO” per scendere a “valle” e guadagnarsi il pane.
Vediamo quanto durano? Scommettiamo se qualcuno accetta?
(mb)
Siamo alle solite
Mi permetto un accenno sull’argomento, solo perchè ne parlai già un anno fa dopo la prima grossa erosione della pista Gatta-Pianello. Come dissi allora, ancora ripeto: prendiamo esempio da ciò che avviene in Trentino-Alto Adige ed in Valle d’Aosta. Le strade di valle corrono tutte a fianco di torrenti e fiumi ben più impetuosi e distruttivi del “povero Secchia”, ma si vede che lì gli ambientalisti della domenica non fanno molto presa. I torrenti ed i fiumi sono TUTTI incanalati tra due imponenti sponde in MASSICCIATA e quasi mai in cementazione; sono grosse rocce che impediscono al fiume di erodere i lati delle sponde ed ogni 100-200 metri vi è un piccolo sbarramento o saltello a centro fiume che smorza la potenza delle acque. Da nessuna parte in questi luoghi vedi delle vere e proprie isole al centro del letto del fiume, le quali ovviamente deviano il flusso di acqua sulle sponde dello stesso. Vorrei dire alla signora Borghi che esiste anche la via di mezzo nelle cose e che questa di solito è dettata dalla ragionevolezza. Ha sparato una serie di sigle e cifre che nulla hanno a che fare con l’argomento trattato. Io credo che ora non sia certo il momento di pontificare sulla pista in questione, ma credo soprattutto che si dovrebbe lasciar scavare gratuitamente e far ripulire il letto del fiume dalle ditte interessate al materiale di risulta, controllandole nei prelievi ed obbligandole a SPONDARE i lati del fiume con rocce adeguate al sostenimento della pista e che così possano convogliare le acque nel posto loro spettante (il centro fiume); e questa sia la cosa più SAGGIA da fare e sicuramente la più economica. Sono dell’idea che sia il fiume che debba adattarsi alle esigenze delle persone e non il contrario. Le due esigenze, ambientaliste e sociali, possono tranquillamente convivere.
(Fabio Mammi)
Finalmente
Si deve ringraziare il Signor Fabio Mammi per la pacatezza delle argomentazioni che comunque sono supportate da soluzioni derivanti anche dall’insegnamento di persone che operano in situazioni similari. Domenica guardavo la gara di fondo che correva a fianco della SS Alemagna e di fianco molto spesso correva un alveo di fiume, opere che sono state create e modificate dall’uomo nel rispetto della natura. Siamo a domandare di fare opere che nel rispetto della natura diano la possibilità alla gente che abita, vive e fa vivere la montagna di abitarci e di non soppravvivere o se si hanno dei figli molto spesso ci si deve trasferire in altri posti. Quindi domandiamo solo ed una unica cosa senza se e senza ma: di fare una strada e che sia definita una strada e non una pista e che vada fino a Giarola. Mi trovo altresi d’accordo con Zobbi oltre che con Paolo che si debba fare una strada definitiva e sicura e venga manutentata dagli organi competenti (Provincia). Spero che anche chi non è montanaro dia una mano a fare questa strada che sarebbe una ottima porta del Parco, visto che sarebbe al centro del Parco, sempre che al presidente interessi che le persone arrivino al medesimo…
(Giovanni)