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I sindaci dell’Unione montana: “Incontreremo Nicolini al più presto per capire le reali prospettive future del Sant’Anna”

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Ospedale

Nella giornata di venerdì 27 marzo si è svolto nella sede dell’Unione dei comuni dell’Appennino reggiano, in via dei Partigiani a Castelnovo ne' Monti, un incontro con tutti i sindaci ed i rappresentanti dei dieci comuni del distretto. Si è parlato anche della situazione dell’ospedale castelnovese.

Questa la nota congiunta sottoscritta da tutti i sindaci:

Nei giorni scorsi si è sviluppato a livello mediatico un ampio dibattito sul futuro dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti. A tal proposito, come sindaci dei 10 comuni dell’Unione montana dell’Appennino reggiano ci siamo riuniti esprimendo una posizione unanime a difesa di un servizio ritenuto fondamentale. Nel contempo abbiamo concordato di promuovere un incontro entro metà aprile col direttore dell’Ausl di Reggio Emilia, Dottor Nicolini, per acquisire informazioni precise e puntuali sia sull’ospedale, per il nostro territorio presidio importantissimo per gli aspetti sanitari ed elemento portante della tenuta sociale, sia in generale sui problemi sanitari. Delle risultanze dell’incontro sarà fornita adeguata informazione”.

 

5 COMMENTS

  1. Che non sia facile vivere in zone montane è risaputo, che vengano applicate addizionali comunali è certo, che manchino i servizi è conclamato, che il sistema stradale sia fatiscente è una triste realtà. Che i ladri imperversino nelle nostre abitazioni, è fatto di cronaca, ma, oramai è il nostro quotidiano. Che si voglia tagliare anche aspetti fondamentali della sanità, penso, sia arrivato il momento di fermarsi e ragionare. Lo Stato vuole che la popolazione risieda solo nelle città di pianura? Si dica chiaramente quali sono le intenzioni. Io, come persona residente nel nostro Appennino, sono arrabbiato, per le tasse che pago e per i servizi che non ricevo. Se devo pensare anche che smantellino un pezzo dopo l’altro l’unico ospedale che abbiamo in zona, oltre che ai posti di lavoro eliminati, ai servizi soppressi, ritengo che per noi, popolo della montagna, sia arrivato il momento di indignarci, per non dire di peggio.

    (Davide Negri)

    • Firma - davidenegri
  2. Concordo con Davide. Stavolta o si reagisce scendendo tutti in piazza o dovremmo rassegnarsi a perdere pezzo per pezzo anche gli ultimi servizi che ancora abbiamo. Aggiungo che è inutile portare il nostro Appennino all’Expo se poi l’ospedale perde reparti e posti letto, o se le strade fanno pena e franano. Per non parlare del lavoro, che quello ormai è assente da anni.

    (Alessandro)

    • Firma - Alessandro
  3. Poca gente e pochi voti sono i grandi mali della Montagna, per di più si è manifestata nel tempo una sudditanza politica delle amministrazioni montane che si distingueva più nel mendicare che nel pretendere considerazione. Ora si raccolgono i frutti di un politica miope che non ha saputo impostare un futuro e nemmeno dare una entità a questo territorio. La peggiore conseguenza di questo sta nel fatto che, come cinquant’anni fa, i giovani se ne vanno e qui resta una popolazione vecchia, rassegnata, senza la forza e la voglia di fare. Borgate deserte, scuole senza bambini, stalle che chiudono, le caserme e gli uffici postali anche, il territorio è in abbandono e le prospettive sono sempre meno rassicuranti, ecco quello che ci resta. Perciò alziamo la testa, almeno stavolta, pretendiamo che ci restino quei servizi, che non sono superflui, ma che servono per far sentire ancora viva la nostra Montagna.

    (Antonio Manini)

    • Firma - AntonioManini