Avventura non a lieto fine sabato notte per 4 caprette allevate per controllare la crescita della vegetazione di un pendio impraticabile con mezzi meccanici. Un branco di lupi le ha assalite all’interno del recinto dove erano custodite in una località del carpinetano, già conosciuta per la propria fragilità geologica.
L’unica sopravvissuta è monca di un orecchio, sacrificato per la vita tra gli incisivi dei lupi. Un'altra giace uccisa da un foro nel collo, della terza rimangono solo le ossa dello sterno e brandelli di pelle. La quarta è stata portata via dai lupi stessi, forse per essere divorata più avanti. Questi lupi (che qualcuno sospetta possano essere ibridati con il cane) appaiono sempre più confidenti e si avvicinano senza timore alle abitazioni fino a frequentare i cortili delle case. È un comportamento che crea preoccupazione nella famiglia dei proprietari delle caprette che vivono con tre figli piccoli in una bella casa isolata in mezzo ai campi, al punto che i genitori dei tre piccoli che non saranno più lasciati soli in cortile a giocare.
Ennesima segnalazione di attacchi di lupi nei confronti di indifesi animali domestici. Proprio di due giorni fa l’affermazione: “In definitiva i parchi italiani da anni si occupano di questi problemi e lavorano per la riduzione del conflitto più che ogni altro ente in Italia”. (Giampiero Sammuri, Presidente di Federparchi e del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano). Egregio signor Sammuri, evidentemente, nonostante il massimo impegno profuso da anni da parte dei parchi per risolvere questi problemi, la cosa mi sembra funzioni poco! Vista la sua competenza e professionalità cosa consiglierebbe ai proprietari delle caprette o meglio alle caprette stesse, visto che sono state loro a subire il danno maggiore? Dopo tanti anni che i parchi profondono il massimo impegno per risolvere questi problemi qualche idea sarà pure uscita… oppure no? Saluti.
(Sergio)
Nella vasta ricerca storica sulla presenza del Lupo e sulla sua interazione con l’uomo pubblicata negli atti del convegno nazionale “Dalla parte del lupo”, Parma 9-10 ottobre 1992, sono stati censiti i casi di antropofagia registrati in 10 provincie tra Lombardia e Piemonte, oltre al Canton Ticino, avvenuti nei secoli antecedenti al 1900.
Indagando su questa area del Paese gli autori hanno portato alla luce ben 370 casi tra il XVII e XIX secolo (300 anni).
Nello scritto i ricercatori si soffermano sul periodo 1800-1825 (dati più recenti, ottenuti da enti statali, con note delle Autorità di polizia e /o sanitarie).
Riporto qui alcuni passaggi:
“…si constatano pochi casi di decessi conseguenti ad idrofobia accertata…” “Incentrando invece la nostra attenzione sull’altra tipologia di attacco, quella a fini alimentari, rileviamo che il lupo attaccava normalmente la vittima al collo o alla testa per trascinarla altrove…” Le aggressioni mortali… avvengono immancabilmente nelle località di pascolo nel periodo compreso tra la fine di maggio e la fine di settembre. Tornando ai 67 decessi rilevati, è interessante notare che in almeno 58 casi… la vittima risulta essere un “fanciullo” o un “giovinetto”.
Gli autori quindi cercano di capire i motivi dell’insorgere del comportamento antropofagico del lupo:
“L’aggressione avviene nella quasi totalità dei casi in ambienti marginali e, a dispetto delle aspettative, gli attacchi in zone scarsamente antropizzate sono molto rari”. “L’essere umano è fuori dal normale schema predatorio della specie: si rileva infatti che la predazione è generalmente indirizzata solo agli ungulati domestici, ma una aggressione al bestiame può incidentalmente concludersi con un attacco all’uomo…” “Il lupo divenuto antropofago, se non viene rapidamente eliminato, può facilmente trasmettere culturalmente questo comportamento predatorio agli altri componenti del gruppo”.
Le conclusioni dello studio sono fortunatamente più rassicuranti.
Interessante è anche il parare del Prof. Michele Corti dell’Università di Milano, espresso nell’articolo “Il lupo può diventare pericoloso quando l’uomo non fa più paura al lupo”.
Spero che questi due testi possano aiutare a comprendere meglio il problema. Giusto non dipingere il lupo come un animale sanguinario ma, dati storici alla mano, risultano fuorvianti frasi come “il lupo non è pericoloso” o “il lupo ha paura dell’uomo”. Consiglierei quindi prudenza nell’interagire con l’animale. Emerge inoltre come sia pretestuoso il tentativo di far passare ogni comportamento aggressivo dei lupi come il frutto di incroci con cani (che per altro quando incontrano i lupi difficilmente passano bei momenti…). I dati storici dimostrano che i lupi (e non incroci di lupi e cani) quando ne hanno avuto la possibilità/necessità, hanno aggredito gli animali domestici (ovini, bovini ecc..), e in alcuni rari casi, anche l’uomo (fanciulli in primis).
(A.B.)
Troppa ignoranza attorno al lupo. Allora sterminiamo anche i gatti neri. Che tristezza!
(F.M.)
Citare i risultati di una vasta e importante ricerca storica (unica per tale tematica in Italia) credo che sia quanto di più lontano possa esistere da un approccio ideologico o da caccia alle streghe; siamo al contrario nell’ambito dell’atteggiamento scientifico. Il titolo dell’interessante studio è “Dati storici della presenza e su casi di antropofagia del lupo nella Padania centrale”. Se lo si inserisce su Google o altro motore di ricerca si trova la pagina web dedicata. Le conclusioni di tale studio, per altro, non sono affatto negative! Partendo dagli stessi dati storici e da altri più attuali, il prof. Corti giunge invece a conclusioni meno rassicuranti (giusto credo riportare entrambe le opinioni). Per quanto mi riguarda, di fronte alla casistica riscontrata, sebbene oggi non vi siano più bambini con animali al pascolo, ossia esposti al potenziale rischio, credo sia doveroso raccomandare prudenza nelle occasionali interazioni con il lupo.
(A.B.)
Gentile “F.M.” mi scusi sa, ma che triste commento. Sui gatti neri c’è tanta scaramanzia, sui lupi tanti dati di fatto. Veda un po’ lei le differenze. Condivido pienamente i pensieri di Sergio e A.B.
(Laura)
Cara Laura, mi elenca gli attacchi all’uomo da parte del lupo ma non stia molto a pensarci perchè non ce ne sono stati. Siamo molto più pericolosi noi umani e, per il resto, riguardo ai lupi, confermo l’ignoranza umana.
(F.M.)
Premetto che amo gli animali, lupi compresi. Questa mia non vuole essere una polemica, ma solo un dato di fatto. I lupi stanno aumentando e gli animali selvatici diminuendo. Questo si è visto chiaramente dopo le ultime nevicate. Fino a qualche anno fa c’erano tantissimi caprioli e i campi di neve sembravano arati dalle tante zampate che c’erano, quest’anno invece anche dopo parecchi giorni in tanti campi di neve non erano passati animali, in altri c’erano solo delle zampate che non si è capito di che animale fossero. Una domanda sorge spontanea: tutti gli animali, lupi compresi, hanno il diritto di mangiare, ma quando non troveranno più animali selvatici, come faranno a nutrirsi?
(Mery)
La cosa triste è pensare che il lupo non sia un animale molto intelligente e che avrà sempre un atavica paura dell’uomo. Invece non credo che sarà sempre così quindi, in quel momento, la possibilità che avvenga un attacco anche “accidentale” a un essere umano non credo si possa escludere in modo scientifico! La parola ora può passare a persone meno ignoranti di me. Convincetemi con la vostra cultura che non sarà mai possibile.
(G.M.)
Anche i cani domestici spesso e gravemente attaccano bambini e persone, a volte anche uccidendole. Ho incontrato lupi ed altri animali selvatici, nessuno mi ha mai attaccato; l’unica aggressione l’ho ricevuta proprio da un cane molto domestico, ma incustodito e non in un bosco, ma in un paese. Poi gli animali domestici come capre, mucche e pecore, fin dai tempi dei nostri nonni la notte venivano ricoverati nelle stalle al chiuso, dove i lupi non potevano far nulla e non lasciati in recinti o ricoveri di fortuna e di giorno il pastore vegliava su di loro. Chi ha animali domestici deve prima di tutto saperli proteggere, i lupi seguono solo il loro istinto.
(C N)
Non so a chi o a che cosa sia rivolta la “tristezza” con cui si conclude, in maniera abbastanza lapidaria, uno dei commenti, ma questo modo di esprimersi, e di ragionare, mi induce ad una considerazione. Ognuno di noi è ovviamente libero di nutrire e coltivare i propri sentimenti e stati d’animo, inclusa la tristezza, ma a me pare che non dovremmo affatto dispiacerci e rattristarci se qualcuno espone ed argomenta il proprio punto di vista sull’una o altra questione, ancorché possa trattarsi di tesi molto diverse o addirittura opposte rispetto a quelle nostre. Sono infatti del parere che il confronto delle idee, specie quando i toni sono pacati, come sembra essere nel caso degli altri due commenti, offre quasi sempre elementi e spunti di riflessione, e ci sarebbe semmai da essere tristi e preoccupati quando avesse a succedere l’inverso, quando cioè in una comunità venisse a mancare il contraddittorio e il pluralismo delle opinioni. Ci andrei anche piano ad etichettare come “ignoranza” tutto ciò che si discosta dalle nostre teorie, erigendoci ad unici depositari della “verità” riguardo ad un determinato argomento, perché possiamo sempre imbatterci in qualcuno che non la pensa come noi e che può, nondimeno, eguagliarci o superarci quanto a conoscenza della materia.
(P.B.)
Ci sono “lupi” con due sole gambe che si aggirano nei nostri paesi ben più nocivi e pericolosi. Occupiamoci prima di quelli.
(Lorenzo)
Appena incontrato, stamattina, scendendo la strada del Castello verso Carpineti, il lupo mi è sbucato dal bosco in strada con un balzo. A momenti lo investo!, poi si è messo a correre in strada per un po’ ed è di nuovo balzato nel bosco. Un bell’esemplare grigio, un po’ scaruffato dall’umidità notturna. Saluti
(Andrea S.)