Intervento di soccorso articolato e complesso quello che, poco prima delle 16 di oggi , si è svolto sulle piste di Febbio a seguito di un grave infortunio occorso ad uno sciatore 48enne di Reggio Emilia.
In prima battuta sono intervenuti i Carabinieri sciatori di Castelnovo Monti, guidati sul posto dal Capitano Dario Campanella comandante della Compagnia di Castelnovo Monti (in servizio di vigilanza e soccorso sulle piste), che a mezzo motoslitta hanno condotto sul posto un medico del Soccorso Alpino che ha prestato i primi soccorsi in attesa dell’elisoccorso che ha condotto il ferito con importanti traumi al Maggiore di Parma.
Un intervento che ha visto collaborare anche il personale della Polizia Provinciale in servizio con i Carabinieri per seguire proprio la sicurezza sulle piste. Secondo una prima ricostruzione operata dai Carabinieri il 48enne reggiano, che poco prima delle 16 era intento a scendere lungo la pista Rescadore, a circa 300 metri dall’arrivo della pista, probabilmente nel girarsi per guardare dove fossero i due figli ha perso il controllo degli sci ed è uscito dal tracciato, finendo la sua corsa in un’area boschiva contro un albero. Un impatto molto forte. I soccorsi sono stati immediatamente attivati dagli stessi Carabinieri giunti subito sul posto.
È intervenuta anche la Croce Verde di Villa Minozzo che ha in carico la gestione della sicurezza sanitaria a Febbio. I Carabinieri provvedevano quindi a far sgomberare l’area del Campo scuola, perché era stato fatto decollare l’elicottero del 118, visto che le condizioni del traumatizzato sono apparse da subito serie.
Dopo una prima stabilizzazione a bordo pista, l’uomo intanto è stato trasportato al punto di soccorso e quindi imbarcato nell’elisoccorso è stato trasportato all’ospedale Maggiore di Parma. Le sue condizioni sono molto serie.
Qualcuno sa come sta lo sciatore? Ho sciato 3 volte a Febbio, quest’anno, e la sensazione è sempre stata di piste belle e abbastanza sicure, ma allo stesso tempo avevo notato la necessità di maggiori reti protettive lungo le stesse, stante le tante faggete a bordo dei tracciati.
(Miriano Monnanni)
Anch’io vorrei tanto sapere come sta il ragazzo che ha avuto l’incidente, speriamo tanto che le sue condizioni migliorino. Ero a sciare a Febbio sabato, le piste sono ben curate, ma concordo con Miriano: è grave che manchino le reti di protezione che per la sicurezza sono indispensabili!
(GF)
Non è cosí! Lo sci é uno sport che si svolge in ambiente ostile, naturale, all’aria aperta! Gli alberi sono un pericolo considerato tipico, o meglio che lo sciatore é cosciente dell’ambiente dove andrá a svolgere la propria attivitá motoria, in questo caso come dite entrambi in pista circondata da alberi. Proteggere con reti il tutto sarebbe snaturare l’attività sciistica in primis, rendendo lo sci uno sport in gabbia, togliendo così ció che lo caratterizza e lo distingue: il contatto diretto con l’ambiente naturale circostante. Inoltre non sarebbe possibile gestire una pista turistica completamente circoscritta, per troppi motivi che sarei noioso a riportare. A disposizione per ulteriori chiarimenti in merito, approfitto per dare la mia disponibilità ai vari enti per divulgare queste importanti seppur piccole conoscenze in materia sicurezza piste da sci. Grazie.
(Chicco Ferretti)
Non è così. Le piste devono essere garanzia di sicurezza; se ci sono alberi ai bordi bisogna mettere protezioni o, altrimenti, reti protettive che non permettano, in caso di caduta, di urtare ostacoli. Se poi uno sciatore vuole avventurarsi fuori pista è a suo rischio e pericolo e qui le sicurezze non sono garantite. Per vedere comunque come si tengono le piste da sci le consiglio una sciatina in Trentino e si renderà conto che lì le piste sono in sicurezza.
(Gianni)
Non sono d’accordo con te, le piste devono essere il più sicure possibile prottegendo gli sciatori dagli ostacoli naturali e non. Tra l’altro mi pare di ricordare che proprio la stazione di Cerreto Laghi dovette risarcire vari sciatori feriti anche in modo grave a causa della mancanza di reti protettive. Saluti.
(Alex)
A mio avviso la sensazione di una necessaria implementazione dei sistemi atti a garantire maggior sicurezza agli sciatori permane, in particolare su alcuni punti critici dei tracciati relativi alla 2000, alla Mardonde e alla parte alta della Lama Golese.
(Miriano Monnanni)
Concordo perfettamente con il signor Miriano, in Val di Luce Abetone, dove vado spesso, le piste sono protette e questo non da certo la sensazione che lo sci sia snaturato, ma solo molto più sicuro. Io scio da 30 anni e mi preme di più essere protetto che ammirare i faggi. Quelli, se voglio, li ammiro passeggiando e non sciando!
(MB)
Le reti sono necessarie solo ove esistano pericoli oggettivi, ad esempio fossi (come in fondo alla 2 a Cerreto), oppure scarpate a ridosso delle piste, ma non quando la pista corre in mezzo al bosco.
(Gianluca)