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Il volontariato è il futuro e la speranza

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Da Linari a Valcieca, passando attraverso il passo del Lagastrello, nevica ininterrottamente dalle 2 di questa notte. E lo stesso accade negli antichi e suggestivi borghi di Aneta, Rigoso, Palarino, Miscoso, Succiso e Cecciola mentre dalla Pieve di San Vincenzo in giù piove. Oggi giorno di messe festive ma, visto il tempo, ci vuole anche chi faccia la "spalada" per potere accedere ai luoghi sacri.

Ecco quindi all'opera, a Valcieca, l'operatore parrocchiale Giancarlo Bucari che si è dato da fare per liberare il passaggio dalla pesante coltre nevosa. A lui e a tutti gli altri operatori pastorali delle valli dei Cavalieri e delle corti vescovili il grazie delle comunità.

Il volontariato è il futuro e la speranza per le terre alte. In tutti i settori.

Giancarlo Bucari che si è dato da fare per liberare il passaggio
(Giancarlo Bucari che si è dato da fare per liberare il passaggio)

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  1. “Il volontariato è il futuro e la speranza per le terre alte. In tutti i settori”, dice l’Autore, ed è un concetto sicuramente molto generoso e nobile, ed è altrettanto encomiabile l’iniziativa di chi, facendosi carico della “spalada”, rende possibile l’accesso ai nostri luoghi sacri, a testimoniare che qui, fortunatamente, lo spirito di solidarietà non è ancora venuto meno, e resistono le solide consuetudini dei nostri “vecchi”. Tuttavia, per non farci troppe illusioni, dobbiamo realisticamente prendere atto che nelle “terre alte” la gente inesorabilmente invecchia, mentre il ricambio generazionale sembra in continuo calo, così che i prossimi anni sono destinati a veder sempre più ridotto il numero di coloro che, da volontari, abbiano le forza e l’energia necessaria per coprire “tutti i settori”, e fra questi anche quei tanti pensionati che non si sono mai tirati indietro nei momenti di bisogno (attraverso le varie forme di volontariato). Guardando al futuro ritengo pertanto che la nostra montagna abbia innanzitutto bisogno di posti di lavoro “retribuiti”, che permettano ai giovani di restare e metter su famiglia, e c’è nel contempo da augurarsi che l’eventuale pendolarismo di una parte di loro non li costringa a trasferirsi, in maniera da poter frenare lo spopolamento e semmai invertire questa perdurante tendenza. Non è certamente un obbiettivo facile, ma mi sembrerebbe l’unico modo per continuare ad avere chi, sul posto, può dedicare al volontariato il proprio tempo libero, integrando e non sostituendo, in determinate funzioni, l’attività del personale dipendente. So bene che si tratta di materia delicata e complessa, dove le opinioni possono non convergere, e che meriterebbe ben altro spazio di confronto e approfondimento, ma giustappunto per la sua importanza mi è parso comunque doveroso esprimere qui una riflessione (del tutto opinabile).

    (P.B.)

    • Firma - P.B.