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Lunezia, il futuro è un’ipotesi?

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LuneziaAssemblare più province in un corpo organico; dare vita a un sistema economico logistico nazionale ed europeo che ruoti intorno ai capisaldi del sistema portuale La Spezia/Carrara e alla ferrovia transappenninica, da tempo in corso di raddoppio, in modo da collegare con l’auto Brennero, il polo logistico di Piacenza, la stazione Tav di Reggio Emilia, l'aeroporto di Parma e il sistema fluviale del Po.

Sono gli obiettivi della Lunezia, la storica e mai realizzata regione all'interno della quale non vi sarebbe una capitale ma un sistema policentrico democratico: l’architetto Flavio Franceschi, cofondatore dell'associazione Lunezia, ha illustrato la proposta nel corso di un laboratorio di studio a cui hanno già dato l'adesione alcuni amministratori e soprattutto l'Unione parmense degli industriali.

Mentre a Parma continua il dibattito sull'unione con Piacenza o con Modena e Reggio e a La Spezia si discute se unirsi a Massa e Carrara e in queste ultime città si anima il dibattito per fare un'unione con Lucca, la Lunezia, secondo Franceschi, potrebbe indicare una nuova via: “I tempi sono maturi - ha detto l'architetto, che intende promuovere al più presto incontri in tutte le province interessate - sta venendo avanti un nuovo riordino geografico. L'idea è antica, ma ora possiamo finalmente riaffermare una progettualità territoriale, economica e infrastrutturale che sia dislocata lungo l'asse Tirreno-Brennero. Chiediamo ai territori di parlarne, a partire da un importante convegno che si terrà il 19 febbraio a Parma. Vogliamo agitare le bandiere, aprire un dibattito culturale, sondare l'opinione pubblica”.

Già alla vigilia dell'Assemblea costituente, negli anni quaranta scorsi, era stata proposta una regione emiliano-lunense (la Lunezia, nome dato dal giudice Alberto Grassi nel 1989 dal passo del Lagastrello per ricostituire e unire questa vasta area che va dalla bassa pianura padana agli Appennini per poi scendere in Lunigiana e Garfagnana e lambire il mare ligure fra Liguria e Toscana dove un tempo esistevano i liguri-apuani) per unire le province di La Spezia, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e la zona di Pontremoli.

Il progetto fu appoggiato dall'allora ministro Carlo Sforza.  Venne poi accantonato ma ad ogni riforma è sempre rispuntata l'ipotesi della Lunezia.

“La Lunezia ci darebbe uno sbocco sul mare, finalmente” precisa Franceschi. La Lunezia è un nuovo concetto di area vasta territoriale che vuole scardinare il vecchio concetto regionale, e un modello diverso, che avrebbe più affinità economiche sui territori interessati dal progetto.  L'area lunense presenta aree omogenee in termini di necessità, così si verrebbe a creare un corridoio europeo molto importante anche per il rilancio dell'Italia.

 

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