Un Consiglio provinciale dove siede l'unico consigliere montanaro, Enrico Bini, che è anche sindaco del Comune dove è avvenuto il pasticcio del cantiere ultimo non appaltato (il Ponte Rosso sulla ss63 che sale nel capoluogo). Un Consiglio provinciale dove non si presenta il consigliere nonchè ex vicepresidente Pierluigi Saccardi - che condivise le precedenti decisioni di Sonia Masini, di investire sulle Fiere venendo le quote di proprietà della Provincia in Autobrennero - e che ieri, all'unanimità, con 11 voti favorevoli, ha votato proprio la delibera di rinuncia al conferimento del pacchetto azionario di Autobrennero in favore di Reggio Emilia Fiere, per un valore stimato in 15,5 milioni di euro. A tal fine, il Consiglio ha deciso di: «revocare il punto 6 della deliberazione del Consiglio Provinciale n. 59 del 12 giugno 2014 di seguito riportata: "di sottoscrivere e conferire in natura in FieRemilia srl un'ulteriore quota pari ad € 15.500.000,00, finalizzata all'attuazione del "piano da eseguire in modo integrato" del concordato di Reggio Emilia Fiere srl, costituita da azioni della società Autostrada del Brennero SpA, società partecipata dalla Provincia di Reggio Emilia, al valore unitario di € 630, fissato dalla Giunta provinciale con deliberazione n. 221 del 7 agosto 2012 e confermato in data 10/06/2014 e di rimandare ad un successivo atto l'eventuale sottoscrizione in denaro di un ulteriore importo fino ad un massimo di € 3.000.000,00».
La delibera prevede così di riportare il capitale sottoscritto nella società FieRemilia srl all'iniziale valore di 300mila euro.
«Quello delle azioni Auto Brennero SpA è un patrimonio importante - spiega il presidente Giammaria Manghi- che va reso disponibile e va eventualmente smobilizzato ai fini di garantire le nostre priorità di azione: che sono, alla luce della riforma Delrio, mobilità e strade, scuole, e protezione del territorio. Si tratta dimilioni di euro che posso essere utilizzati per fare cassa, e in ogni caso non possono essere destinati ad attività che oggi non costituiscono obiettivi prioritari, per norma, delle Province ridefinite nella loro natura istituzionale.
Anche se a malincuore, non posso fare altro che constatare che la promozione territoriale e il sostegno alle attività produttive -prosegue il presidente- non fanno parte dei nostri obiettivi di mandato, così come quelli dei Comuni e degli enti locali in genere, in tempi di finanza restrittiva. E oggi, a una operazione straordinaria come quella delle Fiere, sono costretto a prediligere ciò che ritengo fondamentale, vale a dire il futuro dei dipendenti, la messa in sicurezza delle frane, la sicurezza del polo di via Makallé, la variante del Ponte Rosso. Impegni presi con i cittadini e sui quali questo ente deve, doverosamente, metterci quotidianamente la faccia».
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Lo scenario normativo
Oltre alla riforma istituzionale intrapresa dalla legge Delrio, che riassegna compiti e funzioni alle Province, anche la Finanziaria 2008 prevedeva una ricognizione dei doveri degli enti, ricollegandole ai fini prettamente istituzionali. Di conseguenza, la finanza pubblica non può sostenere economicamente dei settori che sono estranei alle proprie competenze. L'ultima legge di Stabilità, infine, prevede un taglio di 21 milioni, su un bilancio complessivo della Provincia di Reggio di 53 milioni.
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Lo scenario finanziario
Il piano integrativo, così come concepito nel corso della precedente legislatura dalla Provincia e disposto attraverso un atto del Consiglio provinciale, prevedeva un conferimento da parte dell'ente di 15 milioni e mezzo attraverso le azioni Autobrennero, cui andavano ad aggiungersi 3 milioni cash, da realizzarsi attraverso la vendita dei titoli. Tuttavia, diversi tentativi di monetizzare il pacchetto dell’Autobrennero non sono andati a buon fine, nonostante l'ente abbia anche affidato a unadvisor l’analisi di mercato e la promozione della vendita per individuare degli investitori interessati all’acquisto. Tale impossibilità di scambiare i titoli con il contante ha reso ancora più impervia, da un punto di vista economico, l'avventura del salvataggio delle Fiere di Reggio da parte del comparto pubblico.
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Il futuro delle Fiere alla luce della decisione di oggi
A oggi, se non si riuscissero a individuare dei soggetti terzi disposti a impegnarsi per il salvataggio delle Fiere, l'ultima ed estrema possibilità sarebbe arrivare alla dismissione delle aree per consentire il pagamento dei creditori. Tuttavia, proprio per evitare questa ipotesi, è intenzione del comparto pubblico provare a chiedere agli organi competenti una ridefinizione dei tempi, per tentare di individuare altre soluzioni possibili in questa delicata partita.
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Per il presidente Giammaria Manghi: «Fieremilia in questo periodo è riuscita a promuovere un'attività fervente, e un ricco calendario 2015, il cui valore va riconosciuto e possibilmente salvaguardato. È per questo che gli enti pubblici sono impegnati a valutare se esiste una ulteriore possibilità di rilancio. In vista di ciò - conclude il presidente - è logico auspicarsi e sostenere una proroga dei termini dell'operazione: ma è una decisione che spetta solamente, e liberamente, al Tribunale».
Ieri il Consiglio provinciale si riprende il pacchetto azionario di Auto Brennero per destinarlo ad altre priorità. Bene, verrebbe da aggiungere, solo che si continua a parlare di azioni di Auto Brennero, non di denaro liquido. In una assemblea pubblica a Vetto, l’ex assesore Gennari rivelò che l’asta per comprare tali azioni andò per due volte deserta. Oggi, quindi, dopo tale importante decisione è necessario mettere sul mercato le azioni, trovare uno o più compratori che le trasformino in denaro contante, auspicare che la cifra ricavata sia sufficiente a soddisfare tutti gli interventi che il presidente Manghi e la sua giunta hanno definito, tra cui la variante di Ponte Rosso. Noi non siamo gufi, auspichiamo che dagli annunci si passi ai fatti e non solo per il Ponte Rosso, ma per tutti i progetti provinciali.
(Robertino Ugolotti, capogruppo lista civica “Progetto per Castelnovo ne’ Monti”)