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Gli ambientalisti: ora paghi il Comune. La Lega: ecco il risultato delle spaccature di allora

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Era prevedibile. Succedesse. E’ successo.
Dopo l’appello di Fausto Giovanelli ad Alessandri affinchè sia dichiarato lo stato di emergenza sulla Gatta Pianello, scoppia la polemica.
Di seguito la replica di Romano Albertini (consigliere Lega Nord) in commento all’articolo di Redacon e, quindi, la lettera di Stella Borghi (Amici della Terra). Non senza esclusione di colpi.

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Ecco il commento alla notizia di Redacon di Romano Albertini. “Premesso che Alessandri è già al corrente dell'accaduto,ed io, ho informato con documenti e foto della situazione, anche la stampa, debbo dire che avrei preferito il silenzio da parte di Giovanelli, non dico che non possa dire la sua ma, suona alquanto stonato chiedere interventi nel ripristino di una pista che non è strada!
A causa di amministratori come lui, che hanno remato contro la costruzione della strada stessa, se non poi accettarla vista la mobilitazione dei cittadini ed il comitato, trattando con i verdi di allora, e costruendo un ibrido, chiamato pista, dove esistono i sottopassi per gli ungulati, ma non i ripari per le piene.
A detta degli stessi tecnici di allora, era logico che la strada cedesse alla prima piena, ma buttare soldi pubblici in un progetto, dove si sapeva come finiva, poi chiedere aiuto a chi voleva una strada costruita in modo serio, per risolvere la situazione, ha semplicemente del grottesco.
Consapevole che i tempi cambiano, prendo nota con piacere che cambiano anche i pareri sulla visione in cui, risultava sbagliato costruire strade che non passassero da Castelnovo, Felina vi ha forse aperto gli occhi, ciò non toglie che le mie notti passate a convincervi dei vostri errori, da voi voluti, a cominciare da Bargiacchi, Fiorini, Masini e tutti i sindaci in fila, non ultimo lei, sono difficili da scordare, spero solo che non arrivi qualche bontempone, a dare la colpa di tutto ciò alla Lega, sarebbe davvero troppo”.
Firmato Romano Albertini, consigliere provinciale Lega nord

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Ed ecco la lettera degli Amici della Terra:
“La concessione rilasciata a fine anno 2005 dalla Regione Emilia Romagna per l’area demaniale (alveo del fiume Secchia) occupata dalla “pista GATTA PIANELLO” indica nel Comune di Villa Minozzo il soggetto concessionario dell’area ed altresì il soggetto tenuto a “garantire la manutenzione della pista” (articolo 1 del disciplinare prot. N. 4304 allegato alla concessione demaniale). Il Comune doveva altresì’, con cadenza almeno biennale, effettuare non meno di 10 sezioni nei tratti esposti a rischio per verificare il franco di cm, 100 rispetto alla piena di ritorno di 25 anni. Infatti, i pareri tecnici rilasciati dagli organi competenti indicavano che il progetto della pista in questione (progettazione costata 100 mila euro; delibera di giunta provinciale del 24 settembre 2002) doveva ritenersi “sicuro” rispetto alle piene venticinquennali. Bel risultato ! La pista è stata ultimata nel 2004 e da allora almeno 3 volte si è dovuto intervenire in modo consistente perchè il fiume aveva eroso il sedime in più punti. Si chiede che sia comunicato in modo trasparente all’opinione pubblica ed ai contribuenti, quanto è costata fino ad oggi la pista in alveo del Secchia; il costo iniziale dell’anno 2002 è stato preventivato in euro 2.130.000,00 (oltre 4 miliardi di vecchie lire) con il risultato che dal 2004 ad oggi la pista e anche le aree di parcheggio previste - che avrebbe dovuto reggere piene con tempi di ritorno di 25 anni - è stata invece spazzata via per almeno 3, cui si aggiunge l’ultimo evento di qualche giorno fa.
Sia dunque il Comune di Villaminozzo - che ha voluto questa pista - a pagarne il costo di manutenzione, essendo suo l’onere assunto con la concessione demaniale del 2005, e non trascuri il Sindaco il fatto che la pista ha funzioni ben individuate che non possono essere modificate pena la revoca della concessione stessa: le funzioni sono la fruizione pubblica della zona di interesse geologico-ambientale, l’utilizzo sociale ricreativo per manifestazioni turistiche e culturali, e la funzione di protezione civile quando eventi calamitosi rendono inagibili le strade comunali da tempo già presenti in zona.
Questo è il quadro giuridico per l’uso della pista, e quanto al fatto che il Parco nazionale in persona del Presidente (e non si capisce perché non sia intervenuto il Consiglio Direttivo) chieda fondi al Governo, ebbene, dopo che Bankitalia ha ben evidenziato la presenza di oltre 1,6 milioni di lavoratori privi di ammortizzatori sociali, e dopo le immagini di questi giorni che ci fanno vedere 400 famiglie di sfollati per le esondazioni, chiedere soldi al Governo per ripristinare l’uso ricreativo - turistico, ambientale e di “inattuale necessità di viabilità alternativa” ci sembra quanto meno ‘inopportuno’”.
Firmato: Associazione Amici della Terra Club di Reggio Emilia, la presidente Stella Borghi

5 COMMENTS

  1. Ma diamoci un taglio
    Il mio parere personale è secco e deciso! Bisogna concentrarsi prima sugli interessi dei tanti pendolari che fanno avanti e indietro per andare a lavorare nelle tantissime aziende lungo il Secchia poi sulla preservazione della natura! Con il vostro NO imperativo per tutti i progetti avete bloccato la costruzione di una strada strategica e ancora adesso scaricate la colpa su Parco nazionale o sul comune… Assumetevi anche voi le vostre responsabilità e incominciate a ragionare in un ottica moderna dato che siamo nel 2010. L’ambiente è una cosa fondamentale per migliorare la qualità della vita, ma non possiamo avere la botte piena e la moglie ubriaca… Adesso si pensi urgentemente a ricostruire questa STRADA perché è molto importante per tutti quelli che lavorano nel distretto ceramico.

    (Luca Malvolti)


  2. Va chiarita la mia posizione in un contesto che mi sta molto stretto e che non codivido. L’accostamento del mio intervento a quello di Stella Borghi sulla Gatta-Pianello lo trovo fuori luogo, premesso che tutti sanno come la penso sul futuro della strada in questione. O ne è nato un malinteso o mi sono spiegato male. Un conto sono le richieste di Giovanelli, un’altra cosa è la posizione degli Amici della terra.
    Cominciamo con il chiarire la posizione delle responsabilità sulla manutenzione, che, documenti alla mano, spetta alla Provincia per contratto, firmato da qust’ultima al tempo della costruzione e non al Comune di Villa, già gravato di 170 km di strade comunali.
    In secondo luogo, sia ben chiaro che nonostante gli errori del passato la pista deve diventare una strada a tutti gli effetti. Io ho condannato il fatto che con una diversa visione di allora da parte degli amministratori tutto questo sarebbe già stata realtà con meno spreco di denaro pubblico. Comunque sono già al lavoro con l’aiuto di Alessandri perchè tutto ciò avvenga; l’unico modo rimane la pulizia dell’alveo del Secchia e la difesa della strada con sponde a riparo dalle piene.

    (Romano Albertini)

  3. E’ ora di fare outing
    Credo sia doveroso smentire categoricamente, poichè totalmente falso (come ben diversamente documentato da atti ufficiali, di ordine amministrativo e giudiziario), che vi sia stata alcuna “trattativa con i verdi di allora” che abbia determinato in qualunque modo lo stato di assoluta precarietà della pista Gatta-Pianello.
    La precarietà e la intollerabilità idrogeologica di un’opera di quel tipo è insita in QUEL sistema naturale, non nelle menti di qualche velleitario. Un sistema ambientale studiato e monitorato da oltre 70 anni, sino ad oggi. Di agosto 2009 è l’uscita dell’ultimo volume di studi interdisciplinari (*) che, incidentalmente, pubblica per la prima volta misure (espresse in cm/anno, non spanne…) di velocità sia della dissoluzione carsica, sia del contro-effetto di risalita di masse rocciose dal fondo della formazione gessosa (diapirismo). Delle Fonti di Poiano sappiamo che non erano visibili prima di (soli) 400 anni fa: solamente questo dato dovrebbe fare capire a chiunque che tutta l’area è assolutamente instabile e velocemente mutevole (OGNI SECONDO, le Fonti di Poiano – da sole – sciolgono e si “portano via” piu’ di 3,6 kg solamente tra gesso e salgemma; fanno grosso modo più di 52.000 metri cubi ogni anno…). Si tratta di vuoti carsici immensi, che collassano e si riformano con velocità a scala umana: ne conosciamo solamente una parte infinitesimale e non possiamo prevedere con esattezza dove si formino: sappiamo solamente che interessano esclusivamente i fianchi esterni delle montagne intagliate dal Secchia e dai suoi principali affluenti.
    Chi è Tecnico, anche solo minimamente esperto in questioni correlate all’idrogeologia carsica, negli ultimi 30 anni, non ha fatto altro che studiare i fenomeni e cercare di divulgarne le peculiarità. Certo, ultimamente è anche capitato di cercare di avvertire – in ogni modo – gli enti di governo territoriale che avrebbero speso assai malamente denaro pubblico, creando guai dove non ce ne era alcun bisogno.
    Ma si sa, in questo nostro paese chi fa ricerca scientifica, pubblicandone i risultati (dunque discutendoli e sottoponendoli al giudizio degli altri ricercatori), se esprime opinioni “fuori dal coro” in ambito naturalistico viene velocemente bollato come “verde”, quasi che l’attribuzione del giudizio equivalga a imbecillità congenita.
    Ebbene, è forse il momento per fare tutti quanti outing: stando così le cose io sono sicuramente un imbecille, ma non mi consola affatto esserlo in così numerosa, ottima, compagnia.

    (Mauro Chiesi, speleologo)

    (*) copie del volume “il Progetto Trias” sono distribuite, anche, dal Servizio Geologico della Regione.

  4. Viadotto
    Ma come mai da Cerredolo a Ponte Secchia LA STRADA è STATA FATTA su un VIADOTTO SOPRA AL FIUME SECCHIA???????? FORSE CON TUTTI I SOLDI CHE SI SONO SPESI A FORZA DI RIMETTERE A POSTO LA GATTA-PIANELLO A QUEST’ORA IL VIADOTTO ERA GIA’ PAGATO!!!!!!!!! O CI SONO DI MEZZO I VERDI ANCHE QUI? SONO UN PO’ COME IL PREZZEMOLO.

    (Commento firmato)


  5. Con tutto il rispetto per la competenza del signor Chiesi, vorrei precisare se, circa i dati da lui riportati e che io ho letto ed apprezzato nel volume da lui citato, è anche a conoscenza che mezzo mondo convive con i problemi creati dalla natura. Se dovessimo prendere quello che dice come regola si dovrebbero eliminare quasi tutti i viadotti, vista la natura sismica che interessa tutta la dorsale italiana.
    Oltretutto, le sue opinioni discordano come lui sa da quelle di altrettanti autorevoli geologi. Mi auguro solo che non fosse tra gli esperti che 20 anni fa sostenevano l’inutilità del progetto termale alle fonti di Poiano, con la certezza che entro entro i 20 anni successivi l’acqua delle fonti avrebbe perso tutto il suo potere salino; visto che ora tutti sanno che era una bufala. Prima o poi alcune persone dovranno rassegnarsi al fatto che i parchi privati non sono ammessi nel territorio montano, che invece appartiene ai montanari a tutti gli effetti.

    (Romano Albertini, consigliere provinciale Lega Nord)