L’assessorato alla cultura di Castelnovo ne' Monti, in collaborazione con l’associazione Centro studi "I Ceccati", ha organizzato per sabato prossimo, 29 novembre, alle ore 21, nella sala concerti dell’Istituto Merulo, la presentazione del libro “Sulle orme dei Ceccati”, dello scrittore castelnovese Paolo Lazzaro Capanni, sulla storia della famiglia di Stiano e delle sue tante opere d’arte ancora diffuse nell’Appennino.
Il programma della serata prevede, dopo i saluti degli amministratori, gli interventi di Clementina Santi, Clodomiro Borgonovi, don Evangelista Margini e dell’autore, intramezzati dai canti del Coro "Vocilassù".
La serata sarà ad ingresso libero.
Il libro di Capanni può essere un compendio sulla storia dell’Appennino, dei suoi borghi ed in particolare dei suoi edifici religiosi.
Può essere anche una sorta di “guida” per andare a scoprire alcuni dei luoghi più belli e suggestivi del territorio, ed i tesori artistici che contengono.
Questo prestigioso volume, pubblicato dal Centro studi “I Ceccati”, ha davvero tante chiavi di lettura ed interpretazione. Ed è naturale che sia così, perché attorno a questa storica famiglia di intagliatori, scultori, architetti, ed in particolare Domenico Francesco (di cui ricorre il tricentenario della morte, occasione per la quale è stato realizzato il libro) ed Antonio, si muove e sviluppa la storia dell’Appennino tra il 1500 e la fine del 1700.
Il volume è il frutto di una ricerca davvero approfondita ed accurata: Capanni ha girato un po’ tutta la montagna andando a raccogliere e catalogare tutte le testimonianze rimaste, legate alla produzione artistica della famiglia originaria del borgo toanese di Stiano. Testimonianze che fortunatamente sono ancora tante: piccoli oggetti in legno, portali e finestre scolpite in pietra, grandi mobili spesso conservati nelle sagrestie delle più belle chiese ed oratori del territorio, tabernacoli, candelieri, leggii, cornici ed ancone, e persino il campanile di Corneto.
Ma l’opera di Capanni è ben lontana dall’essere una semplice elencazione, e si trasforma invece in una storia avvincente, coinvolgente, che attraverso l’esperienza di una famiglia straordinaria riesce a rievocare l’Appennino dei secoli passati, già allora territorio difficile ma con una grande ricchezza: di inventiva ed ingegno dei suoi abitanti prima di tutto. Una dimensione che si può leggere anche nella sua permanente attualità. Il tutto in una edizione davvero pregiata, arricchita da tantissime immagini, schede di approfondimento.
La fortuna ha permesso che nel tempo abbia potuto conoscere Paolo Lazzaro Capanni. Parlarne, della cultura, mi sento avvilito. La persona, Paolo, stupisce per la disponibilità, dalla quale trasuda una simpatia mai banale. Parlandone ci si sente orgogliosi di lui.
(Pietro Zobbi)
Grazie Pietro, sei sempre molto gentile. Onorato.
(plc)