Ascoltavo ieri sera Matteo Renzi a "Porta a porta" quando ha parlato della possibilità in futuro di pagare UNA SOLA tassa locale col cellulare utilizzando una apposita applicazione.
Ho pensato, in quel momento, anche alla ottima iniziativa di questo governo, a partire dal prossimo anno, di inviare a domicilio il modello 730 per il pagamento delle tasse precompilato, riflettendo però anche sul fatto che in mezza Europa tale metodologia è attiva da molti anni.
Fin qui quel che si può definire "virtuale" perchè ancora in divenire.
Il "reale" invece è che proprio ieri ho pagato la tassa sui rifiuti (TARI) tramite il modello F24 per cui ho dovuto recarmi in banca col modello che mi era stato inviato tramite posta, che ho dovuto fare la fila e che ci sono voluti almeno cinque minuti per pagare.
Il cassiere infatti ha dovuto fare una serie di registrazioni al computer, apporre diversi timbri manualmente e firmare, io ho dovuto apporre due firme, il cassiere ha dovuto tagliare in due il foglio con le forbici (!) e mi ha detto che devono anche fotocopiare ogni modello per conservarne una copia.
Mi sfugge la ragione di una tale procedura che grava sugli utenti e sugli operatori nel tempo in cui sarebbe possibile fare tutto con un semplice clic sul cellulare (Matteo dixit!).
Quel che è evidente è l'abisso tra il "reale" e il "virtuale" e il potere di burocrati ottusi che sembrano vivere fuori dal mondo dei mortali che ogni giorno debbono misurarsi con le loro belle pensate.
Pietro, comprendo fino a un certo punto. Non per farne una questione di soldi, ma semmai di “interesse dei cittadini”, non si può obbligare una intera nazione, compresi anziani & co., a munirsi di un cellulare in grado di scaricare una app. Primo perchè comporta una spesa obbligatoria, secondo perchè privilegia certe marche o modelli di telefonino, terzo perchè come mia madre sta mostrandomi circa i suoi studenti, non tutti sono in grado di fare operazioni anche semplici con apparecchi digitali. A me, invece, questa “digitalizzazione forzata”, sembra più un inciucio con le aziende che vendono tali prodotti che un reale passo in avanti, anche perchè a noi costano poco queste tecnologie, ma in Congo stanno costando il più grande genocidio della storia africana.
(MN)
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Ma perchè guardi al “virtuale” che forse sarà nel futuro e non al “reale” che è quel che stiamo vivendo?
(Pietro)
Perchè a me piace fare commissioni in paese, di più che stare davanti a uno schermo.
(MN)
Beato il signor “MN” che ha il tempo di fare le commissioni in paese. Fortunatamente il modulo F24 si può pagare anche tramite home banking.
(M.E.)
Io la Tari l’ho pagata compilando F24 sulla mia home banking online: 3 secondi.
(Lorena)
Si parla tanto di virtuale ma siamo ancora molto lontani. Con la home banking occorre inserire i dati che si trovano sul modello F 24. E se mi sbaglio e non me ne accorgo prima della scadenza? I comuni dovrebbero dare la possibilità di richiedere un fascicolo personale come, ad esempio, il fascicolo sanitario nazionale, dove poter visualizzare i modelli per le varie tasse che vanno pagate tramite F 24, per poi inserire i dati personali della carta di credito e tutto è fatto. Altrimenti è un virtuale monco, come monco è ancora il fascicolo sanitario nazionale. Non vi è ancora la possibilità di richiedere online al medico di base i farmaci, stampare le prescrizioni per poter andare in farmacia direttamente. E sarebbe un bel risparmio di tempo! L’informatica è sicuramente il futuro è può agevolare molto la burocrazia, ma con le parole si va poco lontano. Secondo me, solo per i bambini ed i giovani di oggi, il futuro sarà virtuale. Hai ragione Pietro!
(Luisa Valdesalici)