Vetto è un paese che sta assistendo inerme alla sua resa, a poco a poco si spengono le luci di tante attività commerciali che, come si sa, danno il “sentimento” e il vivere di una comunità. Impossibile non vedere coi propri occhi il declino a cui da almeno un decennio i nostri territori si stanno “abituando”, le virgole sono d’obbligo perchè forse sarebbe meglio parlare di una sofferente obbligazione. Negli ultimi anni l’elenco delle chiusure anche solo nel capoluogo è lungo: la pasticceria, i due negozi di abbigliamento, i due ristoranti-albergo, la foto-orologeria, l’ambulatorio veterinario, tre storiche botteghe alimentari, i due negozi di scarpe. Più in là nel tempo le mercerie, lo scarpolino, negozi di sport...
Se si analizzano i dati della Provincia e della Camera di Commercio siamo chiaramente di fronte ad une fenomeno diffuso che coinvolge tutto il paese. Reggio Emilia, tutto sommato, è in grado di rispondere con più stabilità alla crisi ma non è stata risparmiata da un trend fortemente negativo dove le aperture sono sempre inferiori alle chiusure.
In tante difficoltà, conforta vedere e conoscere il coraggio dei ragazzi che hanno scelto di mettere su famiglia e crearsi un reddito continuando a portare avanti attività che altrimenti sarebbero già cessate da anni; abbiamo ascoltato alcune delle loro significative voci con quella del neo-assessore al commercio Roberto Pagani, intenzionato a mettere in campo tutte le energie di cui si dispone.
Michele Taddio è titolare della Pizzeria Mandi2 a Vetto e, per altro, da poco ha aperto anche alla Tana del Luppolo a Scurano (ex Utopia). Si esprime così: “Io penso che la situazione a Vetto non sia una delle migliori, per tutti. Posso parlare della mia attività che ha sempre funzionato con gente da fuori e con pochi paesani; nel nostro locale sono passati i miglior artisti dell’Emilia e non solo ma è stato apprezzato solo da pochi vettesi. Abbiamo la pizzeria che è aperta giorno e notte ma non sembra interessare a nessuno, ci sono dei giochi per tutte le età con un maxi-schermo e una play con più di venti giochi ad uso gratuito… e non interessa a nessuno! Abbiamo creato due squadre di biliardo, una di serie A, dove gioca il giocatore più titolato d’Italia, ha vinto 21 campionati, parte da Ravenna il venerdì per venire a giocare a Vetto ma a nessuno importa, neanche all’assessore allo sport".
"Noi abbiamo cercato di fare il massimo - prosegue Taddio - ma il paese non risponde, dà più importanza ai circoli che aprono solo per due mesi all’anno - leggasi parrocchia, ndr - ma le attività che ci sono in paese ne vengono danneggiate. La gente che va a lavorare gratis non pensa che non sta facendo del bene alla sua comunità, ma che piano piano lo sta uccidendo. Se vogliono fare del bene al paese devono uscire e andare a fare spesa, a bere un caffè e a mangiare la pizza o a bere una birra questo è fare qualcosa".
"Penso - rileva l'esercente - che i paesi li fa la gente! Scurano è una realtà molto più piccola, con meno attività di Vetto, ma è molto produttiva, con una mentalità giovane che da molti spazi a chi vuole creare qualcosa, sono uniti e collaborano tutti e pur di avere una pizzeria in paese tutti i sabati vanno fuori a cena. A Scurano il Comune non c'è ma loro fanno senza amministrazione, si creano tutto loro. A Vetto ho fatto per tre anni la festa hawaiana, eravamo riusciti a portare al piazzale del campo sportivo 2000 persone ma abbiamo solo ricevuto delle critiche, quando per esempio con parte di quel ricavato abbiamo comprato luci, impianti audio e tutto quello che serviva per fare le feste, come le casse usate in piazza sabato 1 novembre per la Festa della castagna. Tra l’altro, in sette anni della mia presenza a Vetto, è l'unica volta che vedo un po' di decisione nel voler fare qualcosa da parte dei ragazzi. Speriamo che tengano botta. Questo resta sempre un mio pensiero anche molto critico, spero che sia creativo e non distruttivo”.
Giorgia Mandelli, titolare del Centro estetico La Dolce Vita, rispetto al suo lavoro dice: “Sono molto contenta di aver fatto questo passo, purtroppo le spese sono tante e in un paesino così, beh - lo vediamo tutti, non c’è molto movimento; se devo essere sincera, non so se lo rifarei, adesso il lavoro è calato molto e le tasse ci sono lo stesso. Io per esempio non ho molti giovani di Vetto nel mio negozio e non so il perché. Vetto sta morendo piano piano, a distanza di anni lo si nota bene. Comunque avanti tutta ai giovani, a quelli che han voglia di fare e mettersi in gioco però!”.
Marco Ruffini e Federica Zappa, titolari della cartolibreria del paese, sono molto contenti della loro scelta, sono fiduciosi dell’attività della nuova amministrazione anche se i contatti e il dialogo sono ancora frammentari e fanno notare come forse un problema della loro generazione sia non darsi da fare abbastanza, non mettersi in gioco.
Roberto Pagani è il nuovo assessore al commercio, confida ed esprime: “È davvero difficile non cadere nel banale parlando della crisi che sta attanagliando l’Italia intera ed in modo particolare la nostra montagna. Credo che il punto principale stia nell’evoluzione o involuzione del nostro tempo, se guardiamo a carattere generale si può notare con facilità che ormai molti mercati sono saturi, che il denaro in circolo non è più lo stesso di 10 anni fa. Questa non è più una crisi, a mio avviso, è uno stato! Uno stato con il quale la nostra generazione e le nuove generazioni devono 'imparare a fare i conti', dobbiamo renderci conto che 10-15 anni fa la situazione era completamente diversa; al rientro dal militare io ricordo di aver fatto domanda di lavoro in tre aziende della nostra provincia e nel giro di un mese ho ricevuto altrettanti inviti ai colloqui ed altrettante proposte di assunzione. La banche allora ti davano i mutuo probabilmente anche in maniera avventata, la crisi era una parola astratta composta da 5 lettere, niente di concreto, oggi non è più così. Personalmente, però, avendo una natura imprenditoriale e avendo il vizio di voler vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, credo che questo periodo possa essere almeno in parte la cura di una società che si stava abituando al 'benessere gratuito'”.
"Un momento come questo - aggiunge - può diventare un forte stimolo per i giovani imprenditori che abbiano voglia di mettersi in gioco, provarci oggi riscoprendo magari tradizioni antiche e rispolverando valori che hanno contraddistinto le nostre montagne negli anni può essere una strada vincente. Questo periodo a mio avviso deve insegnarci l’amor proprio per la nostra terra, deve portarci ad unire le forze in maniera comprensoriale, per permetterci di poter valutare tutte le eccellenze del nostro Appennino. Parlo di programmi per il turismo condivisi, possibilmente spalmati per tutto l’anno, e non solo concentrati nei due mesi estivi, programmi che non siano un danno per gli operatori turistici, ma anzi, che siano un catalizzatore di presenze per la montagna, la neonata 'proloco di Vetto' (che anche nella recente Festa della Castagna ha ottenuto uno splendido risultato) ha come intento proprio questo obiettivo, ed è un primo segnale di risveglio di un paese che da troppo tempo si era assopito, aspettando che qualcuno “risolvesse i problemi”.
Un obiettivo per la sua amministrazione?
"Come amministratore sogno di poter rendere il nostro comune più accattivante, e dare una ragione al turista, ma anche al proprietario della seconda casa di passare molti più week end in montagna, rendendoli orgogliosi di poter godere le bellezze che circondano”.
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Bruce Springsteen - dall’altra parte dell’oceano, da dove la crisi è partita e dove i danni sono stati incalcolabili - nel 2012 ha scritto su questo momento storico una canzone che attraverso il linguaggio universale della musica ha toccato il cuore di tutto il mondo, “Jack of all trades”, come non fare proprie le sue note e i suoi versi? Come non sperarlo anche qui, in questo piccolo paesino che tenta coi suoi pochi giovani di “tener botta”, che passerà e andrà tutto bene?
“E così adoperi quel che hai, e impari a farlo bastare
prendi quel che è vecchio e lo rendi nuovo.
sono un tuttofare, tesoro, ci andrà tutto bene
sono un tuttofare, tesoro, ci andrà tutto bene”.
Brava Natascia, non avevo dubbi sul tuo interessamento delle problematiche del nostro paese, hai messo in evidenza una piaga che ahimè ci affligge da tempo. La disperazione degli esercenti rimasti è un grido di allarme che dovrebbe farci riflettere tutti e insegnarci che il futuro non si costruisce con l’indifferenza, ma con la collaborazione, a partire dalla nuova Amministrazione. Dalla nascente Proloco di Vetto, di cui con te faccio parte, vedo un entusiasmo dei tempi passati, quando Vetto era la perla della montagna. Con il successo dei giochi senza “frontiera” di quest’estate, al successo della festa della castagna, credo che i nostri giovani abbiano dimostrato quella maturità che ci fa ben sperare per un futuro migliore.
Quindi largo ai giovani e a tutti coloro che hanno voglia, come Mandi e altri, di mettersi in gioco per un diverso avvenire
(Giovanni Ferrari)
Ma voi di Vetto vi ricordate di avere una location con piscina e servizi fra le più belle di tutta la provincia?
(Una cittadina)
Purtroppo non è soltanto il commercio ad essere in sofferenza, è il lavoro in generale che non abbonda e non soltanto nei piccoli paesi di montagna. E’ una crisi che ormai si protrae da anni e che parte da molto lontano. Certo che in montagna la popolazione è sempre meno e anche i soldi in tasca scarseggiano sempre di più, quindi si da la priorità ai beni di prima necessità. Ciò non toglie che quando si ha un esercizio commerciale la differenza per attirare le persone la faccia anche la professionalità, la qualità del prodotto offerto e il modo di fare di chi sta dietro al banco.
(A.L.)
Credo che un commento vada fatto a questo bell’articolo di Natascia sulla situazione economica di Vetto, di questo piccolo paese dell’Appennino reggiano che può rappresentare un piccolo spaccato del dramma dell’Italia attuale. Una parziale resa economica e sociale che parte da lontano, dovuta a una lunga serie di concause locali, comprensoriali e nazionali. Sono convinto che si stia chiudendo un cerchio storico, dentro il quale stanno le scelte sbagliate, o meglio le non scelte fatte sul recente passato dagli amministratori pubblici locali, dagli imprenditori e da tutti noi cittadini. Cosa fare? Attualmente, per essere onesti, penso ben poco, e armarsi di tanta pazienza, in quanto servirà molto tempo per invertire questo trend. Penso che tutto possa aiutare, almeno dal punto di vista del recupero della fiducia della gente, ora ai minimi storici, dopo tutto quanto successo in questo paese e restato impunito. Fa ben sperare l’impegno profuso da diversi giovani, veramente da ammirare. Come l’impegno del volontariato di Vetto, che se da un lato non deve interferire economicamente con le attività locali ma agire in stretta collaborazione con esse, dall’altro deve continuare a portare avanti la propria azione di grande valenza sociale. Servono idee coraggiose, portate avanti da gente nuova, una diversa programmazione che rompa col sistema del potere locale che domina il territorio da più di mezzo secolo. Montagne alte da scalare, un’impresa veramente titanica, attualmente da Mission Impossible. Purtroppo servirà tempo, pensare a un breve periodo per la crisi di Vetto mi sembrerebbe una pia illusione.
(Renzino Fiori)
Certo Renzino, certo. Indovina un po’ di chi poteva essere la colpa? Ma delle vecchie amministrazioni! Certo Renzino, certo… Chissà cos’avrebbe fatto lei davanti a una situazione del genere, adesso, se fosse stato al comando invece che in minoranza. I miracoli? Beh no, non avrebbe potuto, così come non può l’attuale maggioranza, ma almeno lei avrebbe avuto un’ottima scusa: signori e signore, è colpa della precedente amministrazione. Amen.
(Ave Bezzi)
Sicuramente ci sono tante cose da fare per favorire lo sviluppo di un paese, una tra queste potrebbe essere quella di non favorire il lavoro abusivo. In un momento di crisi come questo le attività fanno fatica a reggere il peso delle tasse e dei tanti problemi connessi al lavoro: se poi roviniamo anche il mercato favorendo chi pratica prezzi più bassi perchè non ha costi da sostenere allora facciamo il gioco contrario per avere una ripresa. Lavorare legalmente e onestamente è un dovere morale e civile, in modo che l’economia possa girare bene per tutti.
(Un contribuente)
Purtroppo la crisi è un dato di fatto non solo a Vetto. Sono comunque dello stesso parere di “A.L.” quando sottolinea il carattere non invitante di alcuni commercianti.
(Un vettese)
Giusto per amore di cronaca. Mi chiedo se alla società fa davvero più male il lavoro dei volontari del circolo parrocchiale o il non ricevere lo scontrino per una consumazione.
(Fulminant La Penna)
Ecco tra i tanti uno dei motivi per cui questo paese sta morendo. C’è sempre qualcuno pronto a critiche e polemiche poco costruttive e tra l’altro molto “personali”.
(S.)
Rifacendomi al commento di (S), se non l’ho male interpretato, quando si esprimono delle opinioni e si avanzano semmai delle critiche, può esservi sempre qualcuno pronto a definirle polemiche e poco costruttive, o dettate da questioni personali, o più genericamente “strumentali” un termine dentro cui ci sta tutto. Succede così “da che mondo è mondo” e se volessimo evitare il rischio di ricevere questo genere di giudizi dovremmo starcene sempre zitti, ma il “silenzio” non mi pare il massimo per la vita di una comunità, e credo in ogni caso che vada rispettato chi espone civilmente il proprio pensiero, indipendentemente dal fatto che lo si condivida o meno. Forse bisognerebbe qualche volta ricordarsi della celebre massima volteriana, vecchia di circa tre secoli – “Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo” – e dovremmo anche, soprattutto, preoccuparci di vedere se c’è del vero in quello che qualcuno apertamente dice, anche se può non farci piacere che lo abbia detto. A meno che non preferiamo una società dove tutto deve rimanere prudentemente “sotto la cenere” e venir fuori soltanto ciò che può essere gradito al “potere”, o ai più, ma non mi sembrerebbe, francamente un bell’esempio di “democrazia”.
(P.B.)
Giusto per rispndere all’Ave (Bezzi, non Maria…), facciamo così: Vetto è una splendida realtà dove, vent’anni di amministrazione di sinistra, hanno fatto sì che il paese rifiorisse. L’abbondanza è stata tale che ci si è persino permessi di saccheggiare le casse comunali, senza che ciò creasse il minimo problema. Del resto, anche le ultime elezioni hanno confermato che è tutto a posto! Unici nei, il volontariato e la parrocchia: con la loro attività di solidarietà e aggregazione stanno provocando un dissesto socio-economico che sta minando alla radice il futuro del paese. Fine della favola, per chi ci vuole credere…
(Ivano Pioppi)
Giusto per rispondere al Pioppi (Ivano): io non ho assolutamente parlato della parrocchia e dei volontari anzi, penso che chi li usa come scusa (vedi anche la polemica del Cna sulle sagre paesane) sia fuori di senno e incapace di vedere la realtà dei fatti. Il succo del mio (ironico) commento era: ma Fiori ha altro da dire oltre che dare la colpa? Perchè ormai pare sappia fare solo quello. E torno a chiedere: che cosa farebbe se fosse lui il sindaco ora? Mi piacerebbe così tanto una sua risposta. Quel che è stato a Vetto nessuno se lo dimentica, ma perchè non provare a portare parole nuove che non siano sempre le stesse? Ormai la solfa la conosciamo bene.
(Ave Bezzi)
Signora Ave Bezzi, la sua faziosità di sinistra e la sua arroganza vogliono forse mascherare la realtà. Le scelte delle passate amministrazioni (di sinistra) non hanno contribuito a migliorare ed incentivare l’economia vettese. Di sinistra (principalmente) era chi si è opposto alla diga che avrebbe sicuramente giovato. Di sinistra è ora chi ha il compito di provare a fermare questo dissesto. Forse è vero che i vettesi dovrebbero essere un po’ più solidali con i propri compaesani commercianti.
(Cri)