Due su due. Le ultime rotonde non stanno facendo la felicità degli utenti della strada, in particolare dei castelnovesi, dato che nel loro paese o nelle immediate vicinanze esse sono poste. Ci riferiamo a quella lungo viale Bagnoli, uscita di monte, di cui proprio su queste colonne un lettore ha messo di recente in rilievo le incongruenze: chi ha una carrozzina non può passare...
Oggi tocca a quella realizzata in località Croce (realizzata dalla Provincia), da pochi giorni funzionale all'inizio della rampa del Ponte Rosso, circa la quale, ugualmente, si rilevano problemi per chi la percorre: i mezzi pesanti che salgono verso Castelnovo paese, devono invadere la corsia di marcia opposta. Lo rileva la Gazzetta di Reggio citando un duro intervento del sindaco Bini.
La domanda, tutt'altro che oziosa, si pone d'obbligo: chi progetta e chi controlla (prima che i lavori comincino)? In tempi di crisi la risposta riscalderebbe almeno gli animi di chi, con la crisi, ha raffreddato le speranze di un futuro migliore.
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Buon giorno. Sono un pendolare, vado tutte le mattine da Castelnovo a Vezzano per lavoro e, nonostante io non sia un ingegnere, sono in grado di capire che le ultime rotonde che sono state eseguite, da Ingegner Cane (parodia televisiva di Fabio De Luigi). Mi chiedo come si fa a fare una rotonda come quella che c’è all’ingresso di Castelnovo. Sembra una curva da F1! Per non parlare di quella che c’è sul “Ponte di Felina”, dove i Tir con rimorchio ad ogni passaggio la distruggeranno perché è piccolissima e stretta! Lì ci sono anche i miei soldi e i soldi di molti contribuenti, se devono spenderli così, per piacere, che stiano fermi! Grazie.
(Miki)
Bravo Miki, il bello è che dopo la rotonda della Croce, salendo, potevano farla anche dritta, invece sono andati a sinistra di brutto e poi quasi un tornante a destra! Se la progettavano alle elementari veniva senz’altro meglio. Se vi ricordate, anni fa fecero la stessa cosa davanti al campo volo a Reggio e fatta la rotonda dopo una settimana venne smantellata e riallargata con una spesa presunta citata dai giornali di 70mila euro. E paga Pantalone.
(Lomba)
A parte i disagi temporanei, bisognerebbe premiare davvero chi ha progettato questa rotonda, che non ha pensato di realizzarla leggermente a valle per consentire di immettere anche la strada verso l’abitato della Croce e quello della zona artigianale. Sarebbe stata anche sul pari e l’imbocco verso Castelnovo centro sicuramente migliore. E comunque non ci si poteva aspettare di meglio, abbiamo una zona artigianale dove a malapena arriva una ADSL strozzata e dove i mezzi pesanti non riescono a girarsi…
(Commento firmato)
I sapientoni come sempre non mancano mai. Non è che uno si alza la mattina e decide, ci sono studi geologici, progettazioni sperimentali e si sonda il terreno. Alla fine l’Anas o la Provincia (a seconda di chi è la strada) approva ed è ente che assume la responsabilità quale proprietario. Non c’è un “controllo”, c’è un proprietario. In ogni caso, durante l’esecuzione i disagi ci sono sempre, soprattutto in una strada di montagna ed è ovvio che il progetto è stato realizzato anche tenendo conto dei mezzi pesanti. Un poco di pazienza e un pizzico di buon senso non guasterebbe.
(Commento firmato)
Mi metto anch’io tra i “sapientoni” come li chiama “Commento firmato”. Per non infierire troppo non parlerò dell’inutilità delle rotonde Ecu e Calcinara ma mi limiterò solo all’obbrobrio della Croce. Scontato che non sarà possibile utilizzare per ora la nuova tangenziale, se l’obiettivo era quello di bloccare il traffico prima del Ponte Rosso alla prima nevicata devo dire che ci sono perfettamente riusciti. Pensiamo ai mezzi pesanti e non solo, dover rallentare, affrontare quella chicane degna del peggior circuito di Formula 1 e ripartire da fermi in salita. Altro punto: già ora uscire dalla zona artigianale Croce è un’avventura per traffico e mancanza di visibilità, pensate quando, soprattutto nelle ore di punta, ci sarà coda in prossimità della rotonda: se qualche anima pia non si fermerà per far uscire da via Artigianale… auguri. Egregio signor “Commento firmato”, dopo tutte quelle cose che ha detto lei e le prospettive dell’opera, pensa sia meglio fare un lavoro malfatto oppure stare fermi? Saluti da
(Sergio sapientone)
Bravo!, approvo.
(Lomba)
Avrei anche io una domanda da “sapientone”. In che modo di preciso una volta terminati i lavori la situazione attuale delle rotonde costruite può migliorare? Perchè tutte le volte che noi “sapientoni” facciamo notare che un lavoro non è fatto a regola d’arte ci viene sempre detto di portare pazienza e aspettare l’ultimazione dei lavori e una volta ultimati i lavori e constatato che ciò che ero un dubbio diventa una certezza ci viene risposto che ormai il lavoro è fatto e non si può più modificare…
(Cosimo Pagliara)
Rispondendo al “Commento firmato”: di strade di montagna ce ne sono molte, soprattutto in Trentino e in altre regioni, ma non ho mai trovato delle rotonde così malfatte! Comunque se vengono studiate molto prima di farle forse potrebbero anche accorgersi che magari non andrebbero fatte! Perchè con i mezzi pesanti, camion, autobus, che tutti giorni percorrono questa strada ne vedremo delle belle! Anzi, se ne sono già cominciate a vedere in questi giorni.
(Michela sapientona)
Vede, carissimo signor sapientone, il problema è che gli studi che fanno per progettare queste rotonde non sempre sono azzeccati. Ma in corso d’opera un progettista/ingegnere si accorge che qualcosa non quadra e può correggersi. Hanno fatto una rotonda in 2 giorni, verrà sicuramente la neve prima che la strada nuova sia pronta (anche lì poi voglio ridere…). Le auguro, con la sua immensa sapienza, di trovarsi in coda mentre una corriera o un tir si sono piantati alla prima curva. Non siamo tutti ingegneri ma è preoccupante il fatto che per fare questi pessimi lavori vi sia addirittura uno studio alla base. Complimenti.
(Miki sapientone)
Ma quante cose nuove si imparano. Sbagliare secco un raggio di raccordo è un disagio di esecuzione. Non so se tra noi ci siano dei sapientoni ma un genio creativo sicuramente sì.
(MV)
Gli errori li vediamo e “viviamo” tutti una volta realizzate le opere, ora bisognerebbe iniziare ad interrogarsi sulle reali competenze di chi è preposto a vigilare, autorizzare, progettare e realizzare tali opere. Questo è a mio avviso prioritario al fine di evitare che ci si ritrovi sistematicamente in situazioni di emergenza per valutare soluzioni ed adeguamenti che poi risultano sempre essere “mezzi pasticci” con l’unico risultato certo dell’incremento di prezzo ovviamente a carico dei cittadini. In parole povere chi sbaglia dovrebbe pagare e non chi subisce i disagi di tali errori. Scusate lo sfogo ma non è possibile che nessuno sia mai chiamato in causa direttamente e soprattutto che nessuno paghi mai per gli errori fatti!
(Massimiliano Genitoni, M5S C. Monti)
Primo: per gli errori fatti non sono mai i responsabili a pagare (ideatori, progettisti, costruttori) ma semplicemente si va ad attingere da altri soldi pubblici, che sono sempre i nostri. Secondo: viene detto che “l’Anas o la Provincia approva ed è ente che assume la responsabilità quale proprietario”. Ma se un lavoro è fatto male e causa disagi/pericoli a migliaia di persone, queste possono fare ben poco. Non mi sembra che Anas abbia mai risarcito qualcuno per strade progettate male e tenute peggio, per incidenti avvenuti in incroci pericolosi, per ingorghi dovuti ad errate pianificazioni, ecc. Quindi questa “assunzione di responsabilità” è un concetto di cui oggi tutti si riempiono la bocca, ma che in realtà non avviene quasi mai. Se Anas vuole cominciare ad assumersi delle responsabilità, che inizi con le varie gallerie sulla statale 63. Per quanto riguarda la rotonda di Ponte Rosso, poi, lasciare invariati gli svincoli verso la zona artigianale a valle e verso il centro del paese a monte (cioè senza “comprenderli” nella nuova rotonda) è una scelta decisamente sbagliata. Significa creare occasioni di incidenti continue! Ci vuole sempre il morto per far gridare allo scandalo? In quel punto di incidenti (anche con conseguenze gravi) ce ne sono stati parecchi; aumentando la complessità delle strade i rischi aumentano se le strutture vengono lasciate invariate. Una rotonda realizzata 50 metri più a valle era una soluzione possibile; doveva essere più grande ed avrebbe connesso tutte e 5 le strade che ci sono: SS63 che va a Reggio, strada per la zona artigianale, salita del Ponte Rosso, variante del Ponte Rosso e strada che va al centro della Croce. Poi per completare l’opera: a lato della strada che va al centro della Croce si faceva la deviazione per andare presso l’azienda agricola che sta a valle della variante; ai lati della strada per la zona artigianale si facevano i 2 ingressi (che ora sono sulla statale e contribuiscono ad aumentare il pericolo) per la concessionaria auto e per il capannone di riparazione camion. Concludo: i nuovi lavori devono servire anche per risolvere vecchi problemi. Già che si fa un cantiere, si deve cogliere l’occasione per fare qualcosa di risolutivo e di migliorativo sull’intera zona. Non fare solo un pezzettino e per di più farlo male.
(Giuliano sapientone)
Parole di semplice buon senso, concordo in toto. Sarebbe ora di darci un taglio ma ogni volta succede sempre la stessa cosa: Anas, Provincia, Regione fanno, disfano, rifanno, come se i soldi non fossero di tutti… e noi continuiamo a subire leggerezze.
(Pamela)
Bravo Genitoni, siamo sempre noi che paghiamo. Stanno saccheggiando le tasche dei cittadini, ma quando abbiamo finito i dindini? Io lavoro all’estero e all’Italia vogliono bene tutti! Chi non vuole bene all’Italia sono gli italiani!
(Onny)
La rotonda di imbocco alla Croce è qualcosa che purtroppo oltrepassa ogni descrizione! Non oso immaginare un autoarticolato alla prima neve senza possibilità di arrivare con un minimo di accelerazione che si blocca davanti al muro di sostegno. Ci scommetto! Se almeno si impegnassero a spingere per velocizzare il secondo stralcio, almeno vedremo cosa cambierà. Per ora, bocciati!
(Roberto Colombari)
Sarebbe oltremodo interessante partecipare alla preventiva discussione online, utilizzando Redacon, sulla utilità delle rotonde, alla loro progettazione formulando, da semplice cittadino utente, non necessariamente tecnico, qualche suggerimento sul come procedere nella messa in opera ed esecuzione delle stesse. Quindi auspico e spero che per le prossime volte si cerchi, il più possibile, di coinvolgere ed ascoltare chi della strada fa lo strumento principale del proprio lavoro. Si provveda perciò per il futuro ad ascoltare i responsabili delle associazioni che rappresentano questa larga e variegata utenza al fine di evitare il più possibile macroscopiche “sviste”. Dunque, consapevole dell’ulteriore e momentaneo disagio per evitarne altro più prolungato nel tempo, non mi rimane che invitare i responsabili a correggere, nel più breve tempo possibile, soprattutto la rotonda della Croce. Grazie.
(Sergio Tagliati)