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Il Parco cerca gli emigranti dell’Appennino in tutto il mondo

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PARCO NAZIONALE APPENNINO TOSCO EMILIANO (22 dicembre 2009) – Sono oltre 3.000 le lettere scritte in quattro lingue diverse dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. Tremila famiglie di emigranti dall’Appennino e dei loro discendenti che, in questo modo, verranno informati del progetto Parco nel Mondo, promosso dal Parco nazionale in collaborazione con la Comunità montana Garfaganana. L’obiettivo è quello di avvicinare tantissimi emigrati alla loro terra d'origine, per costruire una rete di rapporti internazionali con al centro il territorio del Parco nazionale. “Stiamo scoprendo ogni giorno di più una grande e poco utilizzata risorsa dell’Appennino – dice Fausto Giovanelli,presidente del Parco nazionale – sta nelle migliaia di persone emigrate che hanno ancora cuore interessi concreti e legami vivi coi loro borghi e coi loro comuni. Questi sono già ora economia, turismo e socialità soprattutto d’estate .Con adeguate politiche possono esserlo in tutte le stagioni. Dobbiamo includere lo sviluppo di questa potenzialità nelle politiche della montagna. E non solo come Parco, lo proponiamo a comuni, comunità montane, unioni di comuni e provincia”.

Importanti risultati nel recupero dei contatti con gli emigranti originari dei borghi dell’Appennino sono stati ottenuti già nel 2009 dal progetto Parco nel Mondo. Le oltre 30 manifestazioni estive realizzate nei vari comuni del Parco nazionale - dalla Lunigiana all’Appennino Parmense, dal Reggiano alla Garfagnana - hanno costituito un’importante occasione di ritrovo e animazione sociale in cui il Parco ha potuto presentarsi non solo ai residenti locali, ma anche ai villeggianti “richiamati” dall’attaccamento ai propri luoghi di origine per la stagione estiva. Numerose sono state le cerimonie di riconoscimento di nuovi “cittadini affettivi” disposti a farsi portavoce e promuovere il Parco nel mondo. Non per ultima l’iniziativa Orizzonti Circolari – Ambasciatori del Terzo Millennio che ha davvero ampliato il panorama dei contatti con il mondo dell’emigrazione e proiettando il Parco anche oltreoceano grazie ad un gruppo di giovani pieni di iniziativa ed affezionati alla propria terra di origine. Proprio nei giorni scorsi a Cordoba in Argentina, il Circulo Toscano de Cordoba ha organizzato un incontro intitolato “Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano – Un parco tra Europa e Mediterraneo” a cui hanno partecipato due ambasciatori del terzo millennio, i fratelli Ivana e Lucas Utrera originari di Fivizzano.

“Le lettere che sono stata mandate in questi giorni vogliono rappresentare un nuovo invito a mantenere un contatto con il Parco nazionale, per continuare a rinnovare le numerose iniziative nell'ambito dell'ambizioso progetto Parco nel Mondo, che ha già avvicinato tantissimi emigrati alla loro terra d'origine, per progettare insieme un futuro innovativo per la montagna emiliana e toscana”, conclude Giovanelli. Presto verrà realizzato anche un nuovo sito, per promuovere i contatti con gli emigranti dell’Appennino.

2 COMMENTS

  1. Migratori & stanziali
    Credo sia opportuno occuparsi di più di chi è rimasto. Circola voce che il presidente sarebbe favorevole ad abbattere gli ungulati (solo quelli in sovrannumero ovviamente!) che arrecano danni alle coltivazioni di coloro che, a fatica, si ostinano a coltivare gli scomodi terreni di montagna. Costi di risarcimento che gravano sulla collettività Se così fosse sarei costretto ad esprimere il mio plauso…

    (Umberto Gianferrari)


  2. Tutti sanno come la penso nei confronti del Parco nazionale e del fatto che per molte di queste iniziative bastava il Parco del gigante. Ma nonostante ciò sento il dovere di apprezzare le belle idee, da qualsiasi parte esse provengano; certo sarebbe stato meglio scrivere ed invitare connazionali argentini, dopo la terribile crisi, da loro subita, e pubblicizzare il bisogno di manodopera negli anni trascorsi, verso questi nostri ex concittadini, in grave grave difficoltà. Nota polemica a parte
    condivido l’iniziativa.

    (Romano Albertini)