Al via anche negli ambulatori d’Appennino e al Sant’Anna di Castelnovo Monti precauzioni e formazione contro l’eventuale manifestarsi del temuto virus dell’Ebola. Il servizio Sanitario regionale dell’Emilia Romagna Azienda ospedaliera di Reggio e Azienda Unità Sanitaria Locale in questi giorni stanno divulgando le prime indicazioni per la sorveglianza e il controllo dell’epidemia da virus Ebola (tale, al momento, in Africa occidentale).
Un documento, redatto ad agosto in Regione e coordinato con le altre Regioni, vieppiù è stato adottato a livello nazionale dal Ministero della Salute, è stato trasmesso ai medici di base, agli ospedali, ai direttori di distretti e consultori, agli ambulatori. Per la formazione diverse riunioni con i medici di base sono già state svolte e diversi casi sospetti (rivelatisi negativi) sono già stati segnalati nel reggiano in persone che rientravano da paesi africani. Mentre negli ambulatori è già giunto il kit (un po’ semplice, a dire del vero) con gel antibatterico, mascherine antibatterico, calzascarpe, guanti e camice.
E’ bene ricordare che la trasmissione dell’infezione da virus Ebola avviene tramite il contatto diretto con fluidi biologici (sangue, secrezioni ed altri liquidi) di soggetti deceduti o di persone e animali viventi o attraverso utensili e strumenti contaminati da questi fluidi, ma si può contrarre anche attraverso contatti sessuali con persone guarite dall’infezione, fino a un periodo massimo di 7 settimane. Il rischio maggiore, nei paesi affetti, si concentra all’interno di presidi sanitari a carico degli operatori sanitari stessi, se presso queste strutture non sono adottate adeguate misure di contenimento dell’infezione, in particolare quelle legate all’igiene e all’isolamento dei malati.
“Il virus non è in grado di trasmettersi in altro modo se non attraverso i fluidi corporei. – ha dichiarato Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’ISS – L’ipotesi del cambiamento nelle modalità di trasmissione non ha per ora nessun fondamento in quanto in epoca contemporanea non sono stati descritti in natura esempi di altre malattie virali passate da una modalità di trasmissione all’altra, ad esempio da fluidi organici a vie respiratorie.”
I paesi interessati dall’epidemia di Ebola (Guinea, Liberia, Sierra Leone e alcune aree della Nigeria) sono considerati endemici per malattie tropicali (tra cui la malaria) e l’infezione presenta una fase di incubazione massima di 25 giorni.
Il Ministero della Salute italiano ha dato già dato disposizioni per il rafforzamento delle misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionali (porti e aeroporti presidiati dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera – USMAF) e fornisce costantemente aggiornamenti sull’evoluzione della situazione attraverso comunicati inviati alle Regioni.
Sul sito dell’European Center for Disease and Control (ECDC) sono presenti aggiornamenti sull’epidemia in corso. (G.A.)
“Nella fase inziale il morbillo è molto più contagioso”
C’è davvero da preoccuparsi? Al momento no: è preferibile ricordare di fare il vaccino influenzale, dato che la “normale” influenza in Italia causa quasi 9.000 morti all’anno.
E’ molto contagioso il virus dell’Ebola nella fase iniziale? “Un caso di morbillo – ha rilevato al Carlino Reggio di ieri il dottor Pier Francesco Vercilli della direzione sanitaria del Santa Maria Nuova, coordinatore dell’organizzazione interaziendale contro l’Ebola - statisticamente può causare fino a 15 contagi, la varicella 10, l’influenza 7, il virus Ebola in fase iniziale uno e mezzo”. Dopo l’incubazione, non contagiosa, Ebola dà primi sintomi tra cui prevalgono febbre alta e mal di testa. Nella seconda fase clinica subentrano sintomi gastrointestinali ed emorragie sottocutanee, della congiuntiva, di tutto il tubo digerente”.
Come si trasmette quindi Ebola? “Ebola non si trasmette per via respiratoria – spiega un medico di base a Redacon - ma per contatto orofaringeo. La via di trasmissione può essere la saliva, ma più facilmente sono i contatti con le mucose, le ferite aperte, fluidi, feci, vomito. l infezione prende ovviamente anche i bambini di prestare attenzione a qualsiasi episodio di febbre superiore a 38 che abbia un anamnesi di quel genere”.
Cosa fa un medico in caso di approccio a persone intercettate o sospette, che pertanto non presentano sintomi conclamati, ma sono appena arrivate dalle zone infette in preda alla febbre? “Gli operatori debbono prudenzialmente servirsi di mascherine, per sé e per il paziente, e gel alcolico sulle mani. L’anamnesi è importantissima per conoscere i valori della temperatura nelle ultime 24 ore e per sapere la data del viaggio. Il sistema di allerta scatta per febbri insorte entro i 21 giorni dall’arrivo. La persona infetta va posta in isolamento, a un metro di distanza dai coinquilini, c'è obbligo di denuncia all'igiene pubblica e di visita infettivologica”.
C’è da temere per le persone che vengo dall’estero? “Al momento, Reggio è più fortunata di altre zone perché, tra gli immigrati dei quattro Paesi sinora culla dell’Ebola (Sierra Leone, Liberia, Guinea, Nigeria) ospita soprattutto nigeriani, i meno colpiti”.
Premesso che non capisco molto di questioni tecniche sanitarie, mi chiedo:
1 – è potenzialmente pericoloso condividere un luogo affollato (autobus, chiesa, bar, sala di attesa) con un cittadino originario di uno dei paesi indicati che sembra manifestare sintomi febbrili elevati?
2- se la risposta è sì, come ci si deve comportare per limitare il contagio? Chi si deve eventualmente avvertire?
3- è prevista una qualche iniziativa per informare i cittadini tutti, ma specialmente quelli che provengono dai paesi infetti, sulle precauzioni da adottare?
Tutto questo per una miglior tutela della salute collettiva ed individuale ed anche per evitare forme incongrue di “ghettizzazione” e “razzismo” che potrebbero insorgere al manifestarsi di problemi locali.
Grazie per gli eventuali chiarimenti che potrete fornirmi.
(Tonino Fornesi)
http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=23862. Un parere autorevole quello del dottor Roberto Burioni.
(A.)