CASTELNOVO NE’ MONTI (15 ottobre 2014) – Sarebbe bello, sulla questione, avere anche gli apprezzamenti del pedagogista Malaguzzi o, perché no, una copertina del Newsweek, la celebre rivista americana che decretò che a Reggio Emilia, in centro, sorgeva l’asilo più bello del mondo, il Diana. E, inutile negarlo, gli asili più belli del mondo devono certo sapere stupire. Accade a Castelnovo dove è ora possibile avere un’anteprima del nuovo nido Arcobaleno a Castelnovo Monti e il suo nuovo volto, sconosciuto ai più, è quello che propone in uno scatto un lettore nel gruppo “Sei di Castelnovo Monti se…”
Un design innovativo, sicuramente curioso, certamente moderno. Una combinazione di ferro e cemento.
“Ma cosa ci sarà dentro questa costruzione? – si chiede il signor Elio su Facebook - Un misterioso laboratorio di ricerca? Una fabbrica o un salone di auto? Un asilo? No! Almeno fosse di un altro colore!”
La nuova realizzazione, però, incontra pareri positivi. Come quello di Gabriele “avveniristico è avveniristico” o di Ilaria: “Bellissimo”.
A Reggio Emilia, negli anni Settanta, il pedagogista Malaguzzi volle il Diana al centro dei giardini pubblici, quello che Newsweek avrebbe definito "l'asilo più bello del mondo", ma per farlo si rese necessario radere al suolo lo chalet Diana, un'elegantissima palazzina liberty che ospitava un caffè e la cabina dell'omonimo cinema estivo. Per Malaguzzi, però, era essenziale offrire ai bambini uno spazio aperto, che attraverso ampie vetrate li proiettasse verso gli ampi orizzonti della natura e del mondo. A Castelnovo, per altro, il panorama spettacolare sulla Pietra c’è già.
E, certo, lo stile vittoriano o liberty degli asili delle favole è un’altra epoca. Le polemiche per l’asilo di Vetto (con un muro molto ‘importante’), acqua passata: l’architettura pare guardare al domani.
La nuova struttura – realizzata dall’Edil Borgonovi - ospiterà 59 bambini. Attualmente le disponibilità sono di circa 42 posti suddivisi in tre sezioni; piccoli, medi e grandi. Ogni sezione è seguita da due insegnanti che hanno una compresenza di 4 ore al giorno. All’interno della struttura operano complessivamente sette educatrici, tre ausiliarie e una pedagogista che si occupa della formazione del personale, dell’organizzazione e della progettazione didattica ed educativa.
Le linee geometriche marroni a cosa si riferiscono? Ma… nido o materna?
(M.1964)
Le linee geometriche credo siano frangisole.
(Ilaria)
Dove si trova (o si troverà)?
(Betti Agostini)
Veramente mi sono limitato a fotografare un aspetto, una mia impressione sulla parte esterna della edificazione del nuovo asilo. Soltanto questo. Gli argomenti sull’estetica possono essere contrastanti e infiniti, può piacere oppure no, lasciamo ad ognuno le proprie convinzioni! Sono più che contento che sia stato fatto un ampliamento al nostro asilo comunale, avrei preferito però che richiamasse l’aspetto del vecchio fabbricato, visto che si trova strettamente connesso e, trovandosi nella parte retrostante, non ha niente a che vedere con il quartiere ma piuttosto con il centro sportivo che si trova proprio di fronte e di fianco ad altre villette (molto belle) e la palestra dall’altro fianco. Tutto qua, è soltanto una mia piccola e singola opinione che non conta assolutamente niente. Non ho nessun elemento per giudicare e dubitare dell’utilità di questo ampliamento e dell’ambiente interno che immagino spazioso e luminoso, come non ho dubbi sulla professionalità di chi ci lavora. Quindi, concordo che la facciata non conta sul buon funzionamento, ma, visto i brontolamenti e i sacrifici di quando ci tocca pagare le tasse, a nessuno è venuto in mente di chiedersi quanto ci è costato questo inutile e molto dubbio “abbellimento” progettato in periodi austerità?
(Elio Bellocchi)
Bello o brutto non so, ma io mi lamento quando le cose non vengono fatte; quando ci sono dobbiamo essere contenti.
(Luchino)
I bambini e le bambine hanno diritto a luoghi belli, insoliti, che aprono a inediti punti di vista sulle cose del mondo, alla meraviglia e allo stupore. I luoghi, gli ambienti, diceva il prof. Malaguzzi – tanto citato – sono come un’insegnante in più, contribuiscono a dare forma, organizzazione, vivibilità e benessere a chi li abita. Un nido che accoglie bambini e bambine da 0 a 3 anni dovrebbe saper accogliere il nuovo, la contemporaneità, superare l’ovvio e il banale. La montagna ha bisogno di un luogo così. E’ una dichiarazione culturale e politica, oltre che pedagogica e architettonica. Sull’educazione per la primissima infanzia si deve investire e lo si deve fare in una certa direzione, oltre i luoghi comuni.
(R.A.)
Una buonissima e bellissima teoria si scontra spesso con la pratica ed io ho il difetto, da buon ignorantone, di preferire sempre ed ovunque le opere estremamente pratiche. Questo è un grande mio limite, lo riconosco e visto i pochi commenti mi rendo conto che l’argomento del risparmio su cose discutibili non interessa a nessuno. Però, se mi concede, gentile Signora o Signore che si firma (RA) e che non conosco, approfitto di questa occasione per farLe notare una piccola cosa: secondo me è buona educazione insegnare ai bambini con l’esempio ed il comportamento che noi stessi diamo, questo sì che potrebbe essere un abbondante “insegnante in più” a differenza dell’aspetto “oltre i luoghi comuni” dei muri esterni; ad esempio: sarebbe bello ed educato presentarsi nei commenti con una firma riconoscibile. Grazie.
(Elio Bellocchi)
Si intona benissimo con il Peep, tetti piatti, cemento a vista, linee geometriche marroni a ragnatela, direi nella continuità di un paesaggio sotto la bellissima Chiesa della Pieve deturpato dalle scelte progettuali passate. Certi edifici si costruiscono in pianura, noi siamo nel parco, siamo e ci facciamo chiamare montanari. Basta certi obbrobri da pianura, stiamo circondando la Pietra di edifici simili a capannoni, senza tetti, come il polo scolastico in via Matilde di Canossa. Che tristezza…
(Luca)