Home Cronaca “C’è un luogo di nubi bianche…”, come i luoghi di Athos Nobili

“C’è un luogo di nubi bianche…”, come i luoghi di Athos Nobili

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E' la "sua" Vetto. Quella di libri. Quella dei tanti articoli. Quella della gente. Ma anche di luoghi fatti di campanili, nubi bianche, frutti di vento, pannocchie, nidi e baci mai dati. Uno di questi doveva essere la natia Tizzolo, dove da pochi mesi, assieme alla figlia Ilaria, Athos Nobili aveva deciso di tornare a vivere. Uno di quei luoghi che, nel poeta, scrittore, sindaco, editore portava nel cuore e che aveva scelto anche per la sua celebre “Lettera a mio padre”. La lettura l'ha scelta proprio il figlio, Gilberto, orgoglio di genitore, rientrato da Cagliari dove era intento ad allenarsi ora con Luna Rossa.

La chiesa di Vetto, ancora una volta, non è bastata per contenere l’addio a uno suo concittadino, l’ex sindaco e giornalista. E' il giorno dei funerali. La cerimonia funebre, celebrata da don Giancarlo Denti, è all’insegna della semplicità: il religioso commenta solo il Vangelo. Certo, si apre con una sua poesie, letta dall’amica Vanna, mentre il ricordo finale lo portano il cugino e amico di una vita, Marsilio Parolini, assieme al direttore del “suo” mensile, Montepiano, Francesco Genitoni, ma anche Paolo Bargiacchi, sindaco di Collagna e già presidente della Comunità Montana quando Athos fu assessore all'agricoltura, che lo saluta così: “Amico Athos, sereno, determinato, perspicace e sensibile nei suoi diversi ruoli. L’Enza coi suoi sassi ha sempre accompagnato il percorso culturale che lo ha visto impegnato. Vetto e la montagna ora sono più povere”.

Il sindaco Fabio Ruffini, presente con la giunta e il consiglio, è anch’egli con la fascia listata a lutto, ed è commosso: “Non voglio qui ricordare l'amministratore, ma l'uomo di cultura e il suo impegno. La tua comunità ti resterà per sempre grata”. Con lui sono presenti tutti i sindaci della montagna e di Montecchio, i gonfaloni, le forze militari e, soprattutto, gli amici, gli ex colleghi, gli ex compagni di pallone, gli ex studenti, gli ex compagni di partito, gli ex avversari politici, i parenti, la persona con cui ora sorrideva alla vita, Rossana, dopo avere perso tragicamente la moglie nel 2001, la sorella Simona e i nipoti. Il coro lo guida l’amico di una vita, Andrea Azzolini. Sul sagrato i volontari della Croce verde - all’epoca pubblica assistenza “La Rondine” -, sono in divisa, in omaggio ad Athos che, sindaco e volontario, volle caparbiamente questo servizio per la comunità. All’uscita del feretro un lungo applauso, uno di tanti e il primo pezzo a piedi, in attesa di ricongiungersi alla moglie Rossella. Un percorso tra il cielo e il sogno, ancor prima che terreno. Gli ultimi giorni li ha trascorsi nella camera ardente allestita nello suo studio, rivolto alla libreria con le sue opere, la raccolta di storia locale, alcuni dizionari e, orgoglio di babbo, alle pareti momenti di vita dei figli nei momenti più belli. Vicini per sempre.

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1 COMMENT

  1. Ciao, Poeta. Ho ripreso i tuoi libri e percorso i tuoi paesaggi, la forza dei colori e delle sensazioni, da Tizzolo ai campi all’Enza, sempre nel sole, nel vento, sempre in movimento; mondi sempre pieni di vita, colti e succhiati con tutti i sensi. Pieni di aie, di case, di nidi, dei gesti antichi portati via dal tempo, di visioni da favola, di fiori perennemente sboccianti, di amori brucianti, di ragazze qualche volta raggiunte e qualche volta mai. Ogni poesia una lettera d’amore, per tuo padre, per te, per la vita. Per la natura così ricca che ti circondava e di cui così bene coglievi l’essenza più intima; per la vita di un tempo interamente trascorso. Su tutte, la lettera d’amore a tuo padre. Ora altri cercherà per te le parole mai dette, altri porterà in tasca ricordi duri come pietre, altri crescerà un figlio e chissà se lo farà da lontano per la paura di fargli male; solo le ombre sul muro resteranno le stesse, solo Enza continuerà il suo scorrere gonfia di storia, antica e sempre nuova. Ai lettori resteranno i tuoi versi, fotogrammi di una vita troppo presto fuggita, capaci di dare luce alla vita che verrà. Grazie Athos, ti conservi la terra i suoi succhi.

    (Giovanna)