Riceviamo e pubblichiamo.
* * *
Il 16 aprile scorso, dietro invito della Procura della Repubblica, ho deposto in base a quanto era a mia conoscenza, nell’ambito dell’inchiesta aperta sulla discarica di Poiatica. Per ovvi motivi non posso dire altro sull’argomento, che comunque in larga misura era già noto dall’articolo pubblicato a febbraio di quest’anno, prima su Redacon e poi su altri quotidiani sia online sia cartacei. L’articolo rendeva noto che radioattività anomala era stata da me misurata lungo il perimetro e dentro la stessa discarica, durante tre diverse visite.
Sono quindi tornato a Poiatica, domenica mattina, 22 giugno, accompagnato da due GGEV (del Raggruppamento Guardie Giurate Ecologiche Volontarie di Reggio Emilia), Lorena Lugari e Antonio Manini, imprenditore e consigliere comunale di Toano, e, purtroppo, ho rilevato ancora radioattività anomala alla discarica di Poiatica.
In diversi punti, a contatto del perimetro della discarica (l’accesso è sbarrato ai non addetti ai lavori), i valori dai 60-80 nano-Sievert/ora, fondo naturale della zona, sono saliti in veloce progressione a 190, 250, 280, 290 sino a 310 nano-Sievert/ora. (vedi foto).
Foto 1. Strada Provinciale 76, fondo radioattività ambientale 60 nano-Sievert/ora
La misurazione viene effettuata da Antonio Manini, GGEV e consigliere comunale di Toano
Latitudine 44:25:10,2000000000116, Longitudine 10:33:51,5999999999987,
Altitudine metri 302,665 s.l.m., scattata alle ore 10:03:24 del 22 giugno 2014
Foto 2. Fondo naturale, esterno discarica, 80 nano-Sievert/ora,
ore 9:42, 22 giugno 2014
Foto 3. La GGEV Lorena Lugari all’esterno della discarica,
con contatore geiger, Gamma Scout, alle ore 9:07 del 22 giugno 2014
Foto 4. Lorena Lugari all’esterno della discarica, con contatore geiger, Gamma Scout,
alle ore 9:13 del 22 giugno 2014, 190 nano-Sievert/ora
Foto 5. Discarica, fronte seppellimento rifiuti 5 lotto, 250 nano-Sievert/ora
Latitudine 44:25:40,2000000000116, Longitudine 10:33:49, 800000000029,
Altitudine metri 365,005 s.l.m., scattata alle ore 09:23 del 22 giugno 2014
Foto 6. Condotta scolo acque superficiali discarica, 280 nano-Sievert/ora
Latitudine 44:25:41,399999999941, Longitudine 10:33:50, 400000000015,
Altitudine metri 362,861 s.l.m., scattata alle ore 09:18:49 del 22 giugno 2014
Foto 7. Area a ridosso della recinzione, 290 nano-Sievert/ora,
ore 10:25, 22 giugno 2014, Località Quercioli di sopra.
Foto 8. Tra il 4 e 5 lotto, Poiatica, 310 nano-Sievert/ora
Latitudine 44:25:41,399999999941, Longitudine 10:33:50, 400000000015,
Altitudine metri 362,683 s.l.m., scattata alle ore 09:18:27 del 22 giugno 2014
Ricordo che il limite massimo ammesso per la popolazione è stabilito in 114 nano-Sievert/ora * (più fondo ambientale), quindi, in almeno cinque - sei zone il limite è abbondantemente superato! Oltre scatta la soglia per la quale può essere determinato un danno alla salute degli esseri umani.
Lo stesso valore massimo ammesso per l’esposizione, a norma di legge, vale per gli operai presenti in discarica, non essendo compresi nelle categorie A o B dei lavoratori professionalmente esposti **.
(I sindacati, l’AUSL, l’Ispettorato del Lavoro di Reggio Emilia, niente da dire ?)
Come ho già scritto nel primo articolo pubblicato da Redacon il 12 febbraio 2014, non sono solo i valori alti a preoccupare, ma che la radioattività aumenti man mano che ci si avvicina alla discarica. La domanda da fare è: perché? Cosa è stato interrato negli oltre 20 ettari utilizzati? Scorie di fonderia, ceneri di carbone o rifiuti radioattivi? E se si, di che tipo, da chi e a quale profondità?
Non saranno i tecnici della discarica, Eugenio Meglioli e Giancarlo Giacchetti, o le relazioni di Iren: “Non sono presenti presso il sito o in prossimità di esso fonti di radiazioni ionizzanti conosciute” ***, le parole dell’ing. Roberto Paterlini: “Qui viene garantita la massima sicurezza” e ancora “nulla da nascondere, la discarica è aperta a tutti” (Il Resto del Carlino, martedì 14 gennaio 2014, pag 6), e non sarà il personale Arpa a rispondere a questa semplice ma imbarazzante domanda.
Addirittura i due operatori, inviati da Arpa Piacenza, non hanno misurato nulla oltre i 130-135 nano-Sievert/ora, come hanno scritto nella loro relazione dell’11 marzo 2014.
(Ricordo che almeno uno dei due strumenti da loro utilizzati non ha certificazione dell’istituto metrologico tedesco, come ammesso dallo stesso produttore. E senza certificazione uno strumento non può essere utilizzato per misure con valore legale ... )
A questo punto è chiaro che solo l’indagine aperta dalla Procura della Repubblica, (forse...), potrà fare chiarezza su quanto è stato nei decenni sepolto nell’immondezzaio di Poiatica. (Con l’aiuto di esperti in radioprotezione “realmente” indipendenti.)
L’area è vasta, oltre cento ettari di proprietà Iren, (un milione di metri quadrati!), nella quale, a partire dal 1996, su circa un quarto della superficie, sono stati depositati rifiuti di varia e dubbia provenienza; ancora di recente l’ispezione a sorpresa del Corpo Forestale ha scoperto che i registri della presa in carico dei rifiuti non erano aggiornati: 30.000 gli euro di sanzione, prontamente pagati da Iren senza fare alcun ricorso.
A gennaio di quest’anno altro blitz degli agenti forestali: trovati lavoratori in nero, operatori su macchine movimento terra senza patente... E’ questa una gestione della discarica Iren trasparente, regolare e sicura ... ing. Paterlini ? Attendiamo le sue scuse.
Per adesso continuano a risuonare nella mia mente le parole dei tre coraggiosi parroci della zona, don Raimondo Zanelli, don William Neviani e don Graziano Gigli:
“Noi parroci della valle notiamo con sofferenza la nascita di bambini con patologie gravi e soprattutto morti per malattie cancerogene in età giovanile. Far finta di non vedere per malafede o ignoranza è imperdonabile.”
E: “Noi parroci non dobbiamo limitarci a piangere e seppellire i morti, ma dobbiamo preoccuparci della salute dei vivi ... Vogliamo tornare a respirare la nostra aria, mangiare i nostri prodotti, vivere la nostra montagna“.
Sono del tutto d’accordo con i tre sacerdoti, e con le centinaia di cittadini che partecipano alle proteste organizzate da “EcologicaMente” e “Fermare la Discarica”: se è necessario agire in tutti i modi non violenti e legali, per chiudere Poiatica, io sicuramente ci sono.
Spero che a fianco della popolazione ci siano anche gli organi d’informazione, (sottoposti troppo spesso al ricatto delle inserzioni pubblicitarie o a maligne pressioni politiche), con tutte le Forze dell’Ordine, le rappresentanze istituzionali dei nostri comuni montani, della nostra provincia e dello Stato Italiano.
Per ora il primo effetto, in parte conseguenza del disastro Poiatica, è il cambio di Amministrazione a Carpineti: via la giunta Pd, via gli eredi dell’ex sindaco Nilde Montemerli, quella signora che solo ad aprile negava il confronto sui dati e diceva: “qui lei Davoli non ci può stare”...
Ora dico auguri di buon lavoro ai consiglieri e al neo-sindaco Tiziano Borghi, e un invito: chiudete Poiatica !
26 giugno 2014, Alessandro Raniero Davoli
NOTA - Grazie alle due GGEV Lorena e Antonio per la collaborazione, e, per l’autorizzazione ad operare, alla dott.ssa Maria Luisa Borrettini, Presidente del Raggruppamento GGEV della Provincia di Reggio Emilia.
NOTA 2 - Le foto riprodotte sono estratte da una serie di oltre 60 fotografie, la maggior parte localizzate con coordinate GPS, da Iphone 4. Il presente articolo viene inviato per conoscenza anche alla Procura di Reggio Emilia, all’attenzione del Procuratore Capo dott. Giorgio Grandinetti, come integrazione alla mia deposizione del 14 aprile scorso. Il geiger impiegato, Gamma Scout, matricola 49774, ha effettuato le misurazioni in scala millirem/ora, convertiti in nano-Sievert/ora, per utilizzare la stessa unità di misura sulla dose equivalente di radiazione (una misura degli effetti e del danno provocato dalla radiazione su un organismo), che ha impiegato ARPA nella relazione dell’11 marzo 2014.
* Direttiva Europea 2013/59/Euratom, pubblicata il 17 gennaio 2014 in Gazzetta ufficiale Europea, stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom.
** I limiti di dose, che sono imposti dalla normativa nazionale vigente, per lavoratori esposti e individui della popolazione e corrispondono a quelli raccomandati in ambito internazionale dalla ICRP. D.Lgs. 230/95 e s.m.i.; ICRP 60 (International Commission on Radiological Protection), La pubblicazione ICRP 60 del 1990 ha avuto una ‘ricaduta’ nel D.Lgs. 241 del 2000; essa seguiva la pubblicazione ICRP 26 del 1977 che aveva avuto una ‘ricaduta’ nel D.Lgs. 230 del 1995.
***Dichiarazione Ambientale Relativa alla Discarica di Poiatica, Rev. 1 del 29/04/2013, documento di IREN Ambiente SpA, pagina 57, paragrafo 5.2.
* * *
AGGIORNAMENTO 29 giugno 2014 ore 11,30
Riceviamo dal dirigente Arpa di Piacenza Giuseppe Biasini
Non vi viene il dubbio che quanto riportato sul Vs. sito possa provocare tensione e falsi allarmi con notizie infondate? Soprattutto avendo a che fare con una materia che non è di facile comprensione e con uno strumento (questo sì da fermaporta) dopo che vi avevamo relazionato in merito con misure sul campo e da personale altamente qualificato e con strumentazione dedicata e certificata? Ritengo che sia dovere di giornalista vagliare la bontà dell’informazione e della fonte. Scrivo in quanto direttore della Sezione provinciale di Piacenza cui afferisce (e me ne vanto) il Centro tematico regionale radioattività ambientale. Scriveremo alla Procura della Repubblica fornendo tutte le informazioni in nostro possesso e mettendoci a sua disposizione per ogni indagine che intenderà mettere in campo giusto per chiarire qualunque dubbio. Da tecnico che dedica tutto il suo impegno per essere al servizio dei cittadini mi sarebbe piaciuto che il sig. Davoli, prima di fornire numeri a caso, si fosse rivolto al nostro centro e gli avremmo fornito tutte le delucidazioni, facendo, se necessario, anche misure congiunte, perchè, credetemi, la nostra mission è quella di essere trasparenti e a disposizione di chi ce lo chiede, rispondendo di quanto misuriamo e rileviamo senza voler nascondere o coprire alcunchè.
Cordiali saluti.
(Giuseppe Biasini, direttore Arpa Sezione di Piacenza)
NOTA DELLA REDAZIONE: Gentilissimo Direttore, certo che ci viene il dubbio che quanto riportato (e per altro ripreso da altri media) possa creare tensione. Specie se sulla questione indaga la Procura della Repubblica e, converrà con noi, che questa è una notizia, senza nulla togliere a impegno e ai meriti "vanti".
Per altro, pare, che la volontà del signor Davoli di confrontarsi direttamente con Arpa sia stata preclusa da un formalismo in merito alla Commissione consiliare di Carpineti sulla discarica, ma questa è un'altra storia: la può leggere qui. Ben venga, e la ringraziamo per la proposta, l'idea di fare misurazioni congiunte alla presenza anche degli enti territoriali, dei comitati (oggi su un quotidiano il sindaco Borghi propone anche l'Università) e dei media che sempre con maggiore preoccupazione si interessano del tema. Questa, e non le porte chiuse, sarebbero la migliore risposta a queste preoccupazioni : massima disponibilità ad annunciare con ampio risalto il giorno di queste misurazioni congiunte (red).
Abito lì vicino, non so dire se umanamente prevalga l’amarezza per tutta questa vicenda in cui la politica non ci è mai o quasi mai stata vicina, anche solo per un minimo di empatia e vicinanza alle vicende umane che questa discarica ha trascinato con sè, l’angoscia di non sapere a cosa si va incontro e sentirsi responsabile della salute di tua figlia, non sapere se stare e lottare o ammettere che queste cose sono troppo grandi per noi da poter cambiare e gettare la spugna, in una eterna ansia, senso di colpa, rabbia, impotenza, sfiducia, dubbio, delusione. Sì, cercare di cambiare un sistema del genere, che inquina le menti prima ancora dell’ambiente, non può che travolgerti in una centrifuga di sentimenti negativi e dolorosi. Sicuramente però forse una catastrofe del genere, ovunque essa sia e che qui si chiama Poiatica, porta anche una sola cosa positiva: risolleva le coscienze e lo spirito critico nelle persone e questo fa molta paura a chi vorrebbe invece tenere tutto sotto “controllo”, non vorrebbe problemi, perché i problemi non sono le scelte irresponsabili di avvelenare la terra ma le persone quando pongono domande e chiedono conto. Poi fra queste persone ne esistono di davvero risolute, che portano il peso e la responsabilità di andare a fondo, ancora più a fondo, senza paura. Quindi grazie a tutti coloro che raccontano questi fatti di Poiatica e in questo caso specifico grazie a Davoli, Antonio e Lorena e i suoi colleghi per questo.
(Valentina)
Complimenti al sig. Davoli per le indagini! Purtroppo emerge in maniera evidente che chi deve controllare “non ne ha voglia”, quindi chi vuole infrangere la legge si sente tutelato. Roba da terzo mondo! Ci scandalizziamo tanto dei servizi in tv riguardanti le discariche quando ne abbiamo una sotto ai piedi. Amministratori che se ne fregano della salute dei cittadini, che vergogna!
(Luigi R.)
Dopo un anno di martellanti interrogazioni alla Provincia ed esposti, alle quali nessuno ha voluto rispondere seriamente, ora finalmente il cerchio si chiude, ma forse più che come un cerchio, come un cappio, attorno al paradossale cast che ci ha abbindolato per anni. Davoli, un po’ come David, con una sola pietra ha colpito nel segno. Bravissimo!
(Selvaggia)
Complimenti al Comune di Carpineti e all’Arpa per gli scrupolosi e continui controlli effettuati! Vergogna!
(Alex G)
Un bel biglietto da visita per tutti quelli che cercano di promuovere (tra mille difficoltà) i luoghi, le eccellenze e i prodotti tipici del nostro territorio. Che schifoO. Se le cose stanno davvero così, niente scuse… i delinquenti e gli assassini vanno messi in galera o meglio ancora (ci costerebbero meno) in discarica, dentro una tenda canadese, a farsi minimo 10 anni di ritiro spirituale tra il 4° e 5° lotto di Poiatica, per aerosol terapeutici a 310 nano-Sievert/ora. Vergogna!!!
(Sandro Beretti)
La dose naturale assorbita da un individuo si aggira in media attorno ai 2400 microSv/anno, dovuta a diversi fattori quali (radiazioni provenienti dallo spazio, cibi ingeriti, radiazione naturale emessa dal sottosuolo, e radiazione assorbita respirando). Il dato che il sig Davoli ha trovato: 0,3 microSv/ora corrisponderebbe a 2628 microSv/anno dose che sicuramente supera la media, e sono sicuro che a livello di leggi possa essere un dato molto valido, ma dubito che possa avere qualche riscontro negativo sulla salute. Non voglio sminuire il lavoro che ha fatto, sicuramente si è impegnato molto e le dosi registrate sono indiscutibili, ma in casi del genere sarebbe meglio precisare che non ci sono grossi rischi per la salute. Io in materia sono un profano, ma ho studiato qualcosina di danni alla salute dovuti alle radiazioni, Se ho sbagliato qualcosa mi corregga. Mi piacerebbe anche sentire il parere di un esperto sull’ argomento, qualcuno che faccia chiarezza sulla questione radioattività.
(Samuele)
Mi associo ad Alex G, vergogna! E adesso?! Che paghi chi deve pagare!!! Chi ha nascosto il problema è complice di chi lo ha creato! E per fortuna che il Sig. Davoli e i comitati hanno costantemente monitorato…
(TR)
Buongiorno. Noto che continua ad utilizzare il suo strumento che, dall’acquisto, non è mai stato ricertificato. Va bene sollevare dubbi, ma continuare a creare allarmismi utilizzando uno strumento che non è mai stato ri-tarato e ri-certificato è criminale. Come se la mia automobile, una volta all’avanguardia per sicurezza e prestazioni (nuova), venisse portata a modello di sicurezza dopo svariati anni, pur non avendo passato la revisione di legge. Continuate a criticare, per giunta, le misurazioni fatte dall’autorità, che dichiara di aver ri-testato gli strumenti nei termini di legge (ovvero, loro che la “revisione” l’hanno fatta). Saluti.
(Diego)
P.S. – Con questo non voglio negare che ci possano essere dei punti oscuri sulla questione, badate bene.
NOTA DELLA REDAZIONE: Sulla salute umana, condividiamo, non si scherza. E non a caso la procura indaga e noi tutti speriamo che di criminale non ci sia proprio nulla. Se così non fosse “criminale” sarà qualcuno (al momento ignoto) di altro e non certo chi, in questi anni, si è attivato per sensibilizzare sul tema, farci avere notizie, creare opinione dare informazioni che, diversamente, non avremmo avuto e, comunque, a beneficio di tutti.
Scusi, cosa le sfugge del titolo “La procura di Reggio Emilia apre un’indagine?”.
(Laura)
Intanto il mio commento precedente è “in attesa di moderazione”… Grazie per il commento, a mio parere del tutto inutile, in quanto non amplia la discussione ed è totalmente fuori luogo con quanto ho scritto. “La radioattività a Poiatica c’è. E la Procura di Reggio Emilia apre un’indagine”. Questo è il titolo. Bel taglio giornalistico. Mi spieghi, per cortesia, cosa voleva dire col suo commento. Non ho capito assolutamente.
(Diego)
P.S. – Se non lo ha ancora fatto, legga l’aggiornamento.
Rispondo a Samuele. Come lei saprà non c’è una soglia minima di radiazioni ionizzanti alla quale sia escluso un danno agli organismi viventi. Il danno è probabilistico, ovvero, su un numero y di abitanti si hanno x% di tumori, leucemie, effetti teratogeni dei feti, bambini nati morti, neonati con malformazioni, malattie degenerative, cataratte, ecc. ecc., a seconda del livello di radiazioni assorbite dall’organismo,(più è alto più i danni sono probabili). Per legge, l’Italia come tutti i paesi Ue e non solo, ha stabilito una soglia massima alla quale attenersi per la popolazione in generale. E quella soglia, ovvero 114 nano-Sievert/ora (alla quale sommare il fondo di radioattività ambientale, dal suolo, dall’acqua, dall’irraggiamento solare e cosmico, che all’esterno di Poiatica varia dai 60 agli 80 nano-Sievert/ora) per legge non deve essere superata. Se viene superata aumentano esponenzialmente i danni alla salute delle persone (tumori; leucemia; malformazioni nei neonati; malattie degenerative, cataratte, ecc.), danni a tutte le persone, adulti e bambini compresi. Spero di essere stato chiaro.
Saluti.
(Alessandro Raniero Davoli)
…le vie del riciclo sono infinite…
(Jean Jaures)
Sì, certo, dato che le radiazioni ionizzanti penetrano in profondità nei tessuti, collidono con ogni atomo che incontrano determinando il rilascio di elettroni e quindi la formazione di ioni carichi positivamente, che andranno a loro volta a ionizzare altri elettroni causando una reazione a “cascata”; l’effetto finale è la rottura dei cromosomi e quindi (dato che abbiamo molti meccanismi di riparazione) possono esserci riarrangiamenti cromosomici errati e mutazioni puntiformi. Gli effetti finali li conosciamo, ma considerando che con una sola TAC ad esempio ci esponiamo a 6900 microSv/a volta, oppure che in certi luoghi la radiazione naturale si aggira addirittura attorno ai 10000 microSv/annui, sono d’accordo che c’è da indagare ed intervenire in termini legali, si supera il limite imposto dalla legge ed è giusto verificare l’origine di queste quantità anomale di radiazioni, ma non c’è bisogno di fare allarmismo, non è una situazione critica, non è Fukushima. Spero che almeno questo la gente lo capisca.
(Pignedoli)
Nessuno ha detto questo e spero vivamente anch’io che la gente capisca e soprattutto che molti smettano di far finta di non vedere e di non sapere come è successo fino a poco tempo fa per quanto riguarda Poiatica. Poi può essere benissimo che tutto sia perfettamente normale, ma se come sembra non lo fosse? Cosa farebbe lei rilevando dati anomali, se ne starebbe zitto perché la tac emette più radiazioni, ecc. o segnalerebbe il problema? Sicuramente per come la penso io è meglio creare un falso allarme che il rimpianto di avere un dubbio e non avere fatto niente.
(Antonio Manini)
Come comitato per la difesa dei fiumi Torrente Dolo Cerredolo, ci complimentiamo per l’ottimo lavoro svolto dai signori Davoli, Lugari Lorena e Manini Antonio, che con la perseveranza hanno ottenuto un bellissimo risultato. Anche noi come comitato siamo preoccupati per l’elettrocondotta della centrale C.E.V in costruzione a Cerredolo, abbiamo inviato una richiesta di controllo ad Arpa di Reggio Emilia, ma forse ci conviene chiedere un consulto da altro studio. Siamo anche allarmati dalla nuova richiesta di valutazione d’impatto ambientale su una nuova centrale sempre in località Cerredolo a pochi metri da quella C.E.V ancora in costruzione. Ci chiediamo se la salute pubblica interessi a qualcuno?
(Comitato per la difesa dei fiumi torrente Dolo Cerredolo)
L’ho già detto in altri interventi: non essendo un tecnico non sono in grado di dare giudizi “ternici” sui dati rilevati dall’Arpa e dal signor Davoli ma ero resto convinto che a fronte di risultati così diversi sarebbe logico fare ulteriori ricerche. Adesso si muove la Procura. Ed è un fatto positivo. Fermo restando – è la mia opinione – che con la salute delle persone non si può agire con leggerezza. E la discarica di Poiatica, così com’è, non può andare avanti.
(Remigio)
Benissimo. La Procura indaga. Ne sono felicissimo. Per quanto mi riguarda auspicherei che il nuovo sindaco, che cavalcando questa questione ha vinto il giro di consultazioni, contatti alla svelta qualcuno di “indipendente” (tipo i ragazzi delle università italiche dotati di strumenti e competenze per verificare ed approfondire ulteriormente la questione). Ha fatto qualcosa dal suo insediamento? Si sta muovendo? Quoto un altro passaggio del signore autore dell’articolo e rispondo quindi anche alla redazione, che calca sulla salute “E: “Noi parroci non dobbiamo limitarci a piangere e seppellire i morti, ma dobbiamo preoccuparci della salute dei vivi… Vogliamo tornare a respirare la nostra aria, mangiare i nostri prodotti, vivere la nostra montagna”. Vivo lungo una via di primaria importanza che attraversa il nostro comune, migliaia di automobili e motociclette tutti i giorni, respiro ogni giorno i loro scarichi, che sono cancerogeni, e sono intontito dal loro rumore, che ha sul cervello effetti deleteri e, alla lunga, irreversibili quanto l’alcol, costantemente, quasi 24 ore al giorno (oh sì, grazie, ho una qualche ora nella notte di “quasi” tregua). Sarei lieto che il signore, paragonato al biblico Davide, mi potesse dare una mano, per abbattere un gigante ancora più grande di quello che sta ora combattendo, che si chiama omertà e ipocrisia. Rumore e emissioni da combustione sono altrettanto inquinanti e gravi. Ci sono motociclette, omologate, che hanno, da libretto, emissioni sonore superiore a quelle ammesse dalla legge! Respirare gli scarichi dei motori induce pericolo di ammalarsi di tumore statisticamente equiparabile alle probabilità di ammalarsi se si viene esposti costantemente ai livelli di radiazione di cui si sta parlando nell’articolo! Ipocrisia! I motori fanno girare “l’economia” e quindi non si combattono. Come anche le antenne dei telefoni e della televisione. Emettono anch’esse radiazioni ionizzanti ed, essendo manufatti umani, non si ha alcuna sorta di dubbio che possano essere naturali. Sono un pericolo per la salute. Fate qualcosa! Se metteste tutti quanti la stessa energia che si sta mettendo in questa questione, per combattere il consumismo che rende necessarie sempre più spazio per smaltire i rifiuti che produce, non ci sarebbero più Poiatica in Italia! Se si vincerà questa battaglia, la guerra sarà comunque persa. Chiuderanno Poiatica ma apriranno altrove. Con buona pace nostra, ma morti per qualche altro fratello. Ipocrisia. Si combatteranno anche i motori, le antenne? Omertà. Si continuerà a combattere o ci si volterà altrove? Saluti.
(Diego)
Se è preoccupato per la salute mi sa che lei per primo dovrebbe muovere altre persone sul problema, nessuno lo farà per lei. Molti potrebbero unirsi. Non si sottovaluti. In quanto a ipocrisia lei la sa lunga, non si preoccupi che a quanto pare Poiatica non chiuderà mai, visto che la Regione non ne vuole sapere nonostante tutto, ma… Lei si è mai preoccupato della salute dei bambini al di là del monte? E complimenti per la solidarietà verso suoi compaesani. La storia dell’allarmismo la usate tutti per o minacciare velatamente al silenzio o mettere una pietra sulla questione (pochi). Grazie alla “cautela” in Italia siamo ancora qui per cui non si sa bene che nesso vi sia tra salute e discariche però: aumentano accessi al pronto soccorso, disturbi polmonari, ecc. + aumentano infiltrazioni ‘ndranghetiste in Regione nel traffico di rifiuti. Ma sono i cittadini che fanno allarmismo il problema. Lei credo sia il primo a guardare al suo giardino, visto che da tempo scrive con accanimento personale. Inizio a pensare che tutti quelli che si danno da fare in senso opposto alla questione Poiatica lo facciano per qualche motivo che non siano quelli scritto (allarmismo, bla bla bla). Allarmismo, ipocrisia, omertà… Usa troppe parole di cui non ne conosce il senso. Inoltre, ma chi le ha detto che chi combatte contro questa discarica non si batta anche per altre questioni ambientali? Molta rabbia contro tutti indirizzata male, un vero peccato, a quest’ora potrebbe fare proposte sul tema del traffico in montagna e inquinamento veicolare, magari anche quello dei tir che ogni giorno passano da Poiatica; o inquinano solo quelli a casa sua? Ci darebbe una grande mano, peccato davvero. Continuo a dire che dietro a questo sito di informazione ci siano coraggiose persone. Bravi!
(Laura)
Un altro punto di vista: perchè perdere altro tempo incaricando “ragazzi delle università italiche”. C’è un procedimento aperto, si fa una misurazione in contraddittorio e con strumenti nuovi (il loro prezzo, riportato in altro commento, vale l’investimento) e i rilievi si fanno alla presenza di un Ctu nominato dal Tribunale.
(mv)
Mi scusi, signor Diego, ma lei, con tutti i problemi che tira in ballo cosa fa di concreto per combatterli oltre che polemizzare? Personalmente più volte ho fatto qualcosa anche per questi ma non ho il piacere di conoscerla. Come mai le da così fastidio che qualcuno si prenda la briga di segnalare che potrebbe esserci un serio problema che riguarda tutti? O non le sta simpatico chi lo fa? Crede che sia poi così divertente girare intorno alla discarica, tra le cave brulle, col caldo estivo, respirando gas maleodoranti; e quale squallido motivo ci spingerebbe a farlo se non la preoccupazione per la salute della gente che vive qui intorno? Sulle rassicurazioni ricevute lei pensi pure quello che vuole, purtroppo i fatti che si leggono e si ascoltano ogni giorno dalle fonti di informazione fanno sorgere molti dubbi su chi e su cosa riporre fiducia; se qualcuno ci aiuterà a dissolverli ne saremo tutti molto felici. Concludo facendole notare che avrebbe contribuito molto a migliorare l’immagine che lei dà a chi legge i suoi commenti se solo avesse scritto “facciamo qualcosa” invece di “fate qualcosa”; così resta chiaro ciò che le interessa è il polemizzare e non il darsi da fare. L’omertà e l’ipocrisia hanno molte facce, metta anche il cognome così sarà più facile conoscerla…
(Antonio Manini)
Risposta a Diego. Il mio strumento, geiger-dosimetro, Gamma Scout aw, prodotto in Germania, è stato da me acquistato negli Usa, nuovo di fabbrica meno di tre anni fa, costo attuale 409 euro (alla Procura ho fornito fattura, certificati, in inglese e in tedesco, il documento di trasporto, le caratteristiche tecniche, ecc.). Non necessita di calibrazione (adjustment) nè di ricertificazione (per dieci anni). Sia per le caratteristiche costruttive, display digitale, circuiti a stato solido, e non è analogico con quadrante ad aghi, bobine magnetiche, vecchi transistor ecc come invece uno dei due contatori-dosimetri utilizzati da Arpa, l’Automess Szintomat 6134 A, che presenta una tipica deriva nel tempo del circuito elettrico (e inoltre non è più certificato perchè intrinsecamente impreciso!). Per ogni eventualità ho chiesto al venditore autorizzato americano: “I used the Gamma Scout Geiger counter dosimeter to measure the radioactivity in a garbage dump. The Gamma Scout has a serial number 49774, and was purchased by myself at your company in July 2011. I just posted an article on an online newspaper, and an Italian reader is asking me to recertify and recalibrate the instrument. Is it really necessary? Measures carried out with an instrument of less than three years of life, are they still reliable? Let me know about, please“. Tradotto: “Ho usato il contatore dosimetro Gamma Scout Geiger per misurare la radioattività in una discarica. Il Gamma Scout ha un numero di serie 49774 ed è stato acquistato da me presso la vostra azienda nel luglio 2011. Ho appena pubblicato un articolo su un giornale online e un lettore italiano mi chiede di ricertificare e ricalibrare lo strumento. E’ davvero necessario? Le misure effettuate con uno strumento di meno di tre anni di vita sono ancora affidabili? Fatemi sapere, per favore”. Che mi ha risposto in modo sintetico e chiaro: “We do not think you need to recalibrate your instrument“. Tradotto: ” Non pensiamo che tu debba ricalibrare lo strumento”. Credo che lei, Diego, si debba scusare con me per aver affermato: “…utilizzando uno strumento che non è mai stato ri-tarato e ri-certificato è criminale”. Saluti.
(Alessandro Raniero Davoli)
Buonasera. Se la far star meglio le chiedo scusa per aver messo in dubbio la validità, dopo 3 anni dall’acquisto, senza controlli, del suo strumento di misura.
Però sono un po’ confuso. Critica la strumentazione dell’Arpa perchè non hanno, secondo lei, le carte in regola, e si sente in diritto di farlo senza scuse e senza alcuna possibilità di contraddizione. Tipo quella che io le rivolto. La sua critica si basa sull’assenza di una certificazione tedesca ma lei chiede un parere negli Stati Uniti (se le avessero risposto dalla Germania avrei avuto davvero bisogno della traduzione. Il suo strumento è valido, quello degli altri no. E si basa, per lo più, sulla questione dell’età degli strumenti. Cioè, lei ha la verità in tasca e gli uomini dell’Arpa sono “solo degli incompetenti con un corso settimanale di qualifica” e che “usano uno strumento buono solo a tener ferma la porta” (più o meno questo il senso di un suo intervento di qualche mese fa). Io sto cercando di rilanciarle la pietra e vedere come la prende. Non sto negando che possa avere ragione e che ci siano delle loscherie in atto attorno alla discarica di Poiatica. Nulla mi stupisce a questo mondo. Sto criticando i suoi metodi, che sono un filo arroganti, a mio avviso. Non se la prenda. Per tornare all’opinione del signore americano che le ha risposto, mi sorprende che non abbia incluso nella risposta la conferma più importante che si attendeva, ovvero la “reliability” delle misurazioni. Sottointeso? Non credo proprio. ““We do not think you need to recalibrate your instrument”. Stop. Credo che il signore americano sia a conoscenza delle normativa americana, che prevede almeno una calibrazione annua, anche se sono consigliate più calibrazioni annue, a seconda dell’uso, della frequenza di utilizzo, della criticità delle misure da effettuare, di quegli strumenti che vengono usati per rilevazioni “sensibili”, ovvero se si vuole avere una valenza “trustable” delle misurazioni. Quindi il suo strumento è ancora “reliable” [opinione del costruttore (?), forse sottointesa nella sua risposta] ma non è “trustable” (se non ri-tarato almeno una volta l’anno, questo lo prevede la normativa). Traduzione: è affidabile ma (senza opportune ri-calibrazioni) non ci si può fidare. Questo è quanto ammette la prudenza ed anche la giurisprudenza. Saluti.
(Diego)
Diego, lei sta cercando di fare di tutta un’erba un fascio! Comodo, ma anche patetico. Sul fronte ambientale lei sa perfettamente che ci sono diverse battaglie in corso: contro le antenne, contro lo smog da traffico stradale, contro l’inquinamento acustico, contro gli ogm, contro l’inquinamento industriale, ecc. Noi qui siamo nel bel mezzo di una lunga, estenuante battaglia contro chi ha gestito in malafede la discarica di Poiatica e che per far questo si è fatto ben pagare e ha pure, probabilmente, pagato anche tanti altri furbastri, che nel frattempo hanno fatto carriera in politica o nell’ambito della pubblica amministrazione. L’indignazione sale perché qui non si tratta di un’azione casuale, nè di un delitto passionale, ma di un raggiro criminale pianificato a tavolino! Ecomafia e politica, ne ha mai sentito parlare? A Brescia, Mantova, La Spezia, Latina, Caserta, Salerno, Taranto, Messina, Palermo, Augusta, Crotone e Gioia Tauro ne hanno combinate di belle, lo sa? E che se muore o si ammala un solo bambino è nostro dovere lottare per capirne le cause?
(Selvaggia)
Per il signir Diego è dunque inutile la ricerca sul cancro, dal momento che di muore anche di fame o di infarto. Che discorso patetico! Idem chi si firma Pignedoli, che sta a dirci di starcene buoni e calmi perché tanto c’è di peggio. No, questo teatrino noi lo paghiamo pure profumatamente! Non dolo si inquina, ma si derubano milioni di euro raccontando di effettuare monitoraggi e controlli sulla discarica, che non sono mai stati fatti!!!! Discarica nata male, ampliata nonostante fosse evidente che milioni di tonnellate di rifiuti sarebbero stati appoggiati tra montagne di fangosa argilla, pronta a franare, fessurarsi e smottare a valle.
(Selvaggia)
Leggere dei commenti nei quali l’operato del Sig. Davoli è definito criminale mi fa cadere le braccia. Ipotizziamo pure che sia tutto allarmismo: e allora? Non ha senso approfondire questa materia che comunque tanto pulita non sembra visto l’interessamento della procura? Io spero che reali pericoli non ce ne siano, ma ci rendiamo conto di cosa si parla? Radioattività anomala in una discarica definita controllata e sicura: sotto i nostri piedi, non nella “terra dei fuochi”. Se qualcosa di “strano” effettivamente ci fosse, ci rendiamo conto di quello che rappresenterebbe? Cosa e chi (nel caso) avrebbe permesso una situazione del genere? Giusto alzare le antenne e a questo punto sarebbe bene che i sindaci della montagna ed anche di quei comuni che sfruttano tale loco per lo smaltimento dei rifiuti si facessero sentire con voce forte e chiara per pretendere carotaggi ed azioni di indagine adeguate alla portata della cosa. Ripeto che non siamo nella “terra dei fuochi”, ma non voglio nemmeno pensare che il nostro tessuto sociale sia talmente degradato da consentire eventuali accostamenti e paragoni. Da parte mia un plauso al Sig. Davoli ed è bene non avere l’arroganza di pensare che “da noi” certe cose non possano accadere.
(Andrea Ganapini)
Signor Diego (Pignedoli), sono davvero molto dispiaciuto che la lista del signor Argo Pignedoli abbia perso l’amministrazione di Carpineti. Non è mica per caso il papà? Il mio geiger è certificato e secondo le norme italiane ed europee non necessita di ulteriore certificazione nè è prevista una scadenza per quella che lei chiama “calibrazione”. Altrettanto vero che uno dei due strumenti utilizzati dai tecnici Arpa a marzo non ha più alcuna certificazione e, badi bene, lo scrive lo stesso costruttore. Ripeto, perchè mi sembra un poco “duro d’orecchi”, strumenti non certificati non possono essere utilizzati per misure con valore legale. Inoltre il non aver ottenuto la certificazione da un istituto governativo del paese che produceva quello strumento significa che lo strumento stesso non ha più la precisione richiesta nelle misure… Do you understand? Tradotto: “Et capii?” (in dialetto montanaro). E non aggiungo altro. Salutami il tuo papà e… Diego, stai sereno.
(Alessandro Raniero Davoli)
Sig. Davoli, lei crede di essere ancora credibile agli occhi di una persona intelligente, dopo una risposta provocatoria quale la sua? Cosa c’entra la sua congettura su chi sia mio padre con quanto le ho scritto sulla strumentazione di misura? Provo a riformulare, magari sono stato poco chiaro: lei dà davvero poco peso alle sue misurazioni se non ha previsto una taratura del suo strumento, dopo 3 anni dall’acquisto. Infatti è buona prassi definire la quantità di tarature da effettuare sullo strumento in base all’importanza delle misurazioni da effettuare e sulla quantità di misurazioni da effettuare. Il fatto che la normativa non preveda un numero minimo di tarature da effettuare non solleva il rilevatore dall’usare coscienza e prudenza. Reliable but not trustable. Be cool. La saluto e qui finisco.
(Diego)
Diego, per favore, la finisca davvero perché così sta diventando patetico. Abbiamo capito tutti che Davoli non le sta simpatico, però adesso basta, adesso ci sarà un’indagine e gli esiti diranno se ciò che Davoli segnala è giusto oppure no. Dopo tante polemiche, però, una piccola domanda se la ponga: se la cosa era così chiara ed i dati inattendibili come lei sostiene, perché mai la procura avrebbe aperto un’indagine?
(Antonio Manini)
Un’insistenza che non capisco: “Reliable but not trustable”… E allora? Se uno strumento non è affidabile, il grado di radioattività che registra può anche essere inferiore al grado di radioattività reale… o no?
(mv)
Siamo molto contenti che finalmente la Procura di Reggio Emilia abbia deciso di svolgere un’indagine sulla discarica di Poiatica a seguito delle rilevazioni fatte dal Signor Davoli al quale rivolgiamo gratitudine. Non traiamo ancora conclusioni, dunque, sosteniamo però tutte le persone che oltre a noi pongono dubbi e riportano fatti, che si interessano ad un problema grosso quanto due milioni di mc di rifiuti, che non si voltano dall’altra parte; questi hanno la nostra ammirazione, per quel che conta. Allarmismo ormai è quel termine con cui si indignano i pochi quando i molti si interessano alla cosa pubblica e in questo caso i rifiuti lo sono. Non vi fidate a scatola chiusa? “Fate allarme sociale”, dicono. A volte risuona come una minaccia nemmeno troppo velata. Poiatica certamente ha molte verità, nessuna delle quali deve stare sepolta, solo questo chiediamo. Radioattività? Vedremo, se non c’è niente di contaminato sepolto siamo i primi ad esserne contenti. Terreno franoso e rischio depressione del sito? Lo si trova in una ricerca europea che abbiamo ampliamene divulgato e lo si vede con i propri occhi nei periodi di forti piogge. Salute? Non ci è dato sapere perché troppi pochi i residenti nelle zone limitrofe. Rifiuti non conformi? Lo scorso anno fu provato che il biostabilizzato di copertura creava terribili miasmi perché mal fermentato e dunque non a norma, ancora dobbiamo sapere da che impianto proveniva ma grazie alle rimostranze delle persone sembra non arrivi più. Sparito o destinato diversamente non lo sappiamo. Omissioni amministrative? Lo ha provato il corpo Forestale dello Stato. Infiltrazioni mafiose? Ricordiamo la vicenda della ditta Ramm di Rossato Fortunato e proprio in questi giorni leggiamo il report 2014 di Legambiente sulle ecomafie che parla di un grosso interesse da parte della mafia calabrese sul traffico di rifiuti nella Regione Emilia-Romagna. Chi ne parla? Chi ha la responsabilità di vincerla questa mafia? E quante cose noi non sappiamo, ma paghiamo, sia di tasca che di benessere nostri? L’accusa di allarmismo la rivolgiamo a chi ci esclude dalla conoscenza delle cose, perché le persone si allarmano quando non sanno, non quando sanno. Siamo fiduciosi adesso che sappiamo che qualche istituzione ha preso in mano questa situazione. Tuttavia forse a settembre uscirà il Piano regionale definitivo dei rifiuti, dove temiamo verrà, nonostante tutte le nostre manifestazioni, dibattiti, incontri, richieste (senza risposta), confermato il famoso sesto lotto. Poiatica resterà una delle quattro discariche dell’intera regione e sarà polo di smaltimento di scorie da inceneritore, biostabilizzato e rifiuti speciali, da documenti previsionali. In un’epoca dove città all’avanguardia italiane spingono la differenziata al 90% e dove questo sito perde ormai acqua da tutte le parti. Continueremo a collaborare e informare tutti coloro che non ci chiudono la porta in faccia o fanno scelte a tavolino, in barba alle normative europee che vincolano le istituzioni a coinvolgere i cittadini in tutte le scelte ambientali, fin dalle programmazioni iniziali. Non siamo mai stati ricevuti noi e nemmeno i nostri amici dei comitati reggiani. E ci stupisce che anche Arpa chieda ora il confronto con Davoli (fonte Redacon), dal momento che i sottoscritti comitati chiesero più volte e formalmente di fare le rilevazioni radioattività insieme senza ottenere mai risposta. Sappiamo che alcuni sindaci stanno assumendo un atteggiamento fortemente critico, anche in Appennino, nei confronti della gestione rifiuti e del recupero di materia, informandosi sulle buone prassi italiane. Siamo speranzosi e invochiamo questi sindaci a prendere a cuore anche alla nostra battaglia, anche se sappiamo che questo significa andare contro ad alcune correnti di partito. Ma significherebbe anche avvicinarsi alla salute e ai diritti dei cittadini. Rimaniamo a disposizione a collaborare con le amministrazioni di Carpineti e Toano; soprattutto, ma senza sconti, non ci spostiamo dalla volontà di chiudere Poiatica: se anch’esse auspicano la chiusura la fiducia sarà reciproca e lavoreremo insieme per renderla possibile. Le amministrazioni comunali hanno molte restrizioni su questo argomento, è vero, ma anche diverse competenze territoriali e sono carte che crediamo possa giocarsi per salvare questo territorio. Esistono le possibilità, ma ci vuole volontà e confidiamo che esista. Di recente, infine, è uscita una delibera Artesir (del. n. 24 del 13/11/2013 e successiva modifica del. n.8 del 26/03/2014), in vigore dal 2014, che impone in sostanza di destinare i soldi del ristoro al recupero ambientale delle terre interessate dalla discarica. Se, come accaduto fino ad oggi, nessuna cifra ricevuta verrà utilizzata per risanare l’ambiente in prossimità di Poiatica, il Comune di competenza non riceverà più alcun importo su quel capitolato. Dal 2014 quindi nessun ristoro ambientale per risanare bilanci comunali ma, come dice il termine stesso, per mitigare gli effetti sull’ambiente. Pena la decadenza del fondo. Perché ovviamente gli effetti ci sono.
(Fermare la Discarica ed Ecologicamente)
E’ vero che la discarica è costruita su una faglia? Se è così l’origine delle radiazioni potrebbe essere dovuto alla presenza di radon? Chiedo agli esperti.
(Samuele)
La discarica insiste su una faglia, ma è un deposito di argilla che per sua stessa natura, essendo plastica e comportandosi come un sigillante, non ha la permeabilità o presenta soluzioni di discontinuità (fessurazioni profonde) che costituiscano vie per emissioni significative di radon (come invece spaccature pervie in strati rocciosi). il radon stesso ha una vita breve o brevissima, a seconda degli isotopi, rispettivamente da poco meno di quattro giorni (3,81) a 14 ore, a 24 minuti, sino a 55 secondi. Mentre le misure rilevano costante presenza di radioattività, in un lasso di tempo dal 23 ottobre 2011 al 22 giugno 2014, ovvero due anni e 8 mesi.
A breve sarà disponibile un’analisi delle emissioni, ovvero uno spettro dettagliato dell’emissione dei raggi gamma (questi sono i raggi rilevati dal geiger di Alessandro Davoli), a quel momento si conoscerà che tipo di isotopi sono responsabili della radioattività presente. E quindi eventualmente se si tratta di materiale ospedaliero, scorie di fonderia, scorie radioattive di origine militare o da centrali nucleari, ecc.
(Pierluigi Roll)
E se è così chi ha sbagliato paghi! E per noi misure di tutela immediate anche se dovesse essere stato smaltito questo genere di rifiuti temo sarebbero solo palliative.
(Valentina)