(Castelnovo ne’ Monti, 11 marzo 2014) - Ieri sera, lunedì 10 marzo, nella cappella di Casa Nostra, nel centro di Felina, è stata celebrata una messa molto partecipata e sentita per ricordare il centenario della nascita del compianto don Artemio Zanni, che nacque proprio il 10 marzo 1914 a Castellazzo di Reggio. A celebrare la messa sono stati don Romano Zanni, nipote di don Artemio e Superiore generale della congregazione Mariana delle Case della Carità, il parroco di Ligonchio don Daniele Patti, e naturalmente il parroco di Felina don Pietro Romagnani. La chiesa, gremita di persone, era dominata da una bella immagine di don Artemio, la cui figura è davvero emersa al di là del ruolo di parroco, per essere ricordata più ampiamente come un uomo che ha dato ogni cosa della sua vita per aiutare ed essere vicino agli altri. In chiesa c’erano anche il Gonfalone del Comune ed il Sindaco Gianluca Marconi con la fascia tricolore, in quanto il Comune è stato tra i primi soci della Fondazione don Zanni, nata nel 2010 con l’obiettivo di portare avanti l’eredità dello storico parroco di Felina. Don Romano ha ricordato la bontà e la disponibilità enorme che hanno sempre contraddistinto don Artemio, che scelse anche di seguire i “suoi” soldati nell’esperienza di prigionia, ed anzi dalla promessa di seguire ed aiutare i figli e le famiglie di quelli che vide morire nacque nell’immediato dopoguerra, proprio a Felina dove fu nominato parroco, l’esperienza di Casa Nostra, residenza per bambini orfani o madri sole con figli piccoli. Ma non si sono certo limitate a Felina le opere buone di don Artemio: il nipote ha ricordato anche l’opera essenziale che portò avanti per la realizzazione di un lebbrosario in India. “Don Artemio _ha detto_ ha sempre portato avanti grandi realizzazioni senza chiedersi troppo come fare, ma solo avvertendone il bisogno, perché quello che mancava arrivava dal suo donarsi, sempre, con generosità. Sono convinto che anche l’avvio della Fondazione don Zanni, e della rinascita di Casa Nostra, sia dovuto al suo sguardo che la segue benevolo dall’alto”. Testimonianze dirette della vita e dell’impegno di don Artemio sono poi arrivate da tanti suoi parrocchiani, ed anche il Sindaco Marconi ha voluto ricordare le tante opere da lui portate avanti, ringraziandolo e ringraziando i responsabili della Fondazione da parte dell’intera comunità di Castelnovo. Il Presidente della Fondazione, Gianni Grisanti, con visibile commozione ha ringraziato tutti i presenti, e tutti quelli che in questi anni stanno continuando a sostenere il lavoro della fondazione: è già in corso la ristrutturazione del primo edificio dell’insieme che costituiva Casa Nostra, per riprendere, non appena sarà completata, l’azione di aiuto e sostegno a donne sole con figli che si trovino in stato di difficoltà. In questo mese di Marzo, la Fondazione proporrà anche altri momenti commemorativi per celebrare l’importante ricorrenza del centenario della nascita di don Artemio
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Artemio Zanni era nato a Castellazzo il 10 marzo 1914, quindicesimo di sedici fratelli, da una famiglia contadina. Rimase orfano in ancor tenera età e il fatto segnò profondamente la sua vita. Verso il 1929 iniziò gli studi seminaristici a Marola, con insegnanti quali mons. Francesco Milani. Fu ordinato sacerdote nel 1941. Dopo un anno di esperienza pastorale a Corneto di Toano, fu chiamato alle armi come Tenente Cappellano. Inizialmente fu in servizio al presidio militare di Pola, seguendo la cura morale e spirituale di oltre cinquemila soldati. Quando questi, dopo l’8 settembre 1943, caddero prigionieri dei tedeschi e furono internati in Germania, volle seguirli volontariamente. Fu con loro nei campi di Lukenvalde, di Berlino, di Eisenack. Allestì una cappella dedicata alla Madonna di Fatima e fondò un ospedale per prigionieri russi e italiani ammalati di tubercolosi. A chi moriva prometteva che avrebbe lui stesso provveduto ad accudire i figli lontani. Nacque così l’idea di “Casa Nostra”: rimpatriato nell’estate del 1945 fu inviato a Felina, parrocchia difficile, squassata dalla guerra civile, dove il 19 aprile era stato trucidato il cappellano don Giuseppe Jemmi. Pur tra le difficoltà dette vita a “Casa Nostra”, che da allora fin verso il 1975 raccolse ogni anno fino a 40 bimbi. Non li ospitò semplicemente, ma provvide a fornire istruzione ed insegnare mestieri, attraverso appositi laboratori realizzati direttamente. Non badò a sacrifici, non ebbe paura dei debiti. Nel 1969, durante un viaggio in India, prese contatto con i lebbrosi degli slum della periferia di Bombay, e decise di costruire un grande lebbrosario. Interessò la parrocchia e iniziò i lavori senza esitazione, ancora una volta con un gran carico di debiti, ma con una fiducia totale nella Provvidenza. Don Zanni si è spento il 23 gennaio 1990: ai suoi funerali parteciparono più di 3000 persone.