Una domenica sera in quel di Corneto, dirimpetto a Poiatica, nella valle del Secchia. Si conclude la rassegna corale annuale e, l'ultimo coro, ringrazia pubblicamente don Raimondo Zanelli, in prima fila ad ascoltare l'intero concerto, per il suo recente contributo a rendere consapevoli del tema discarica. "E per avere accolto le istanze dei suoi parrocchiani e delle persone preoccupate per la decisione che incombe su Poiatica".
Il messaggio del pubblico in chiesa è unanime: applausi ripetuti e ovazione per il loro don, il don di tutti. Per lui la canzone "Riufugio bianco", per il "suo contributo ad avere illuminato la fatica di chi sale alla montagna, come un rifugio al termine della salita". Ancora applausi per don Raimondo.
Sono un parrocchiano del grande Don Raimondo, non di Corneto ma di Cavola, e sono cresciuto sotto la Sua tunica; per me amo spesso dirlo, è un secondo papà. Mi spiace per ieri che non ero presente, ma dai commenti di questa “brutta storia” sembra che solo ora, all’età di 85 anni e quasi 60 di sacerdozio (53 di questi a Cavola), si scopra solo ora la grandezza di Don Raimondo. Il nostro Don è sempre stato e sempre sarà un grande, sempre vicino sia nei momenti più belli che in quelli più tristi o più difficili che ognuno di noi purtroppo nella vita affronta. E ancora una volta Don Raimondo si è dimostrato tale. Forza, Don, continua così che sei il più grande e grazie di tutto, te lo dice uno che da sempre è un tuo parrocchiano.
(Mario Boccaleoni)
Grande don, siamo tutti con te! Sei una Roccia sopra la quale è costruita la nostra casa e la nostra vita!
(Magisterandrew)
Ti vogliamo tanto bene, nella tua semplicità riesci sempre a coinvolgere tutti. Questo significa intelligenza e bontà.
(Fam. Emilio Ferrarini)
Il futuro che viviamo è “così” veloce, che non lo chiamiamo nemmeno più futuro e, in effetti, il futuro.. c’è ancora? Mancano i valori di un tempo, dicono i “Vecchi” o saggi; le follie oggi sono la semplicità, la verità, l’umiltà di dire “ho sbagliato, scusate”. Grazie Don Raimondo, ci hai fatto fare un bagno di umiltà e se tutti hanno risposto, se tutti ne parlano, se tutti sono “concentrati” nel giustificarsi, beh, vuol dire che hai toccato quella che si chiama “morale”. Non abbiamo bisogno di “soli interessi”, ma ci “interessa non essere soli” nell’affrontare i problemi, che solo la politica deve saper affrontare. La gestione dei rifiuti è il business di questo strano “futuro”. La Politica dovrebbe aiutarci a non farci sentire soli, ma senza parole al vento, senza semplici rassicurazioni, la “morale” che il Don ci ha voluto dare, penso sia: svestitevi di finti gioielli, perché il lusso finisce presto. Penso che la politica in montagna debba esser diversa, ovvero che abbiamo bisogno di montanari al servizio dei montanari, non di politici al servizio dei partiti. Qualunque siano i politici, bandiere e partiti. Penso questo, penso che il Don abbia fatto il montanaro per i suoi montanari. E noi cosa facciamo?, e voi “politici”? Grazie, un tuo parrocchiano.
(Fabio Barale)