Le terre alte della Val d'Enza dovrebbero prendere esempio da quello che stanno facendo i sindaci dell’alto Friuli e proporre un “patto di solidarietà” per non privare le valli alte degli ultimi servizi insediati, vitali per non far ripartire lo spopolamento della montagna.
La proposta è stata presentata anche in Regione Emilia-Romagna con un’interpellanza che ha illustrato il "Manifesto dei sindaci delle Alpi alto Friuli" che chiede di prendere spunto per analoghe urgenti iniziative da fare sull'Appennino tosco-emiliano. La consigliera di Forza Italia Cinzia Camorali sprona la giunta Errani ad assumere iniziative urgenti, unitamente ai sindaci delle terre alte, affinché mettano in atto tutte le strategie e le risorse necessarie a favorire i territori montani.
Il “manifesto” friulano è stato elaborato da politici, forze sociali e cittadini delle Alpi, con precise richieste alla loro Regione ed allo Stato per la salvaguardia del loro territorio, che, come il nostro Appennino, sta soffrendo ormai da decenni una grave crisi sociale, economica, finanziaria, con grave abbandono del territorio, invecchiamento della popolazione, dismissione di servizi, mettendo a rischio l’integrità del paesaggio e dell’ambiente montano, nonché la sicurezza dei territori con ripercussioni che possono pesantemente influire, con il passare del tempo, anche su collina e pianura.
Gli obiettivi principali da perseguire sono il miglioramento della competitività del sistema agricolo e forestale, delle condizioni ambientali e della qualità della vita nelle aree rurali montane.
Gli amministratori hanno evidenziato le problematiche più urgenti: il miglioramento della viabilità, la difesa delgli ospedali montani, la garanzia di servizi come internet e la visione dei canali Rai (visto che in monagna si paga il canone ma non si riceve nulla se non con la parabolica) e l’attenzione alla situazione occupazionale.
Se son rose fioriranno!
A proposito di canone Rai, nella zona dove abito io sono anni e anni che mando reclami alla Rai, ma nessuna risposta mi è fin’ora pervenuta. Smbrava che con il digitale terrestre le cose sarebbero migliorate, invece è peggio di prima: i canali Rai si vedono sì e no due o tre ore al giorno, poi è buio totale. Dobbiamo confidare sulla Fininvest, anche se a malincuore, per tutta la pubblicità che ci propina ma, almeno lì non si paga il canone. Per i collegamenti Internet dobbiamo spendere un sacco di soldi se vogliamo avere la connessione, per coloro che come me hanno poche possibilità di muoversi sono gli unici mezzi per restare in contatto con tutta la realtà che ci circonda. La nostra montagna ha un bisogno immenso di manutenzione in tutti i campi, dalle strade, alle carraie, ai fossi, ai torrenti e per ultimi i fiumi. Dovrebbe essere riportata nelle condizioni di cinquanta anni fa, quando sembrava un giardino; campi ben tenuti, siepi potate tutti gli anni, mentre ora tuttele scorciatoie che si percorrevano allora sono impraticabili ed i pochi contadini rimasti sono costretti a passare con i propri mezzi attraverso i campi, calpestando a volte il raccolto stesso. Ai tempi della mia gioventù tutte le primavere ogni paese veniva chiamato a dare prestazioni per ripulire le strade, incanalare le acque, in modo che non scavassero dei fossi nelle strade, mentre ora le strade stesse sono diventate dei fossi. Ogni famiglia, a seconda dei componenti, era obbligata a dare tante giornate, oppure a pagare chi le faceva per lei. I castagneti erano tenuti pulitissimi per potere poi raccogliere le castagne che, per molti paesi, erano il pane per l’inverno. Per chi ne aveva tante servivano come merce di scambio con frumento o frumentone, o anche vino. Non credo sia necessario ritornare a quei tempi, con la miseria che c’era, ma basterebbe dare qualche incentivo a chi ancora rimane nei nostri paesini, per stimolarli a non andarsene; basterebbe anche poco, perchè siamo gente abituata a vivere con poco, ma niente è troppo poco. Dovremo confidare in una nuova generazione di governanti, perchè, chi ci ha amministrato finora ci ha solo costretti ad andarcene dai nostri amati paesini, riducendo la montagna a un deserto, abbandonata al suo destino, senza più nessuno che se ne prenda cura.
(Beppe Bonicelli)