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Nasce il Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale

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“Un nuovo grande Consorzio di Bonifica, dell’Emilia centrale, a servizio della collettività. Tra i più grandi in Italia e frutto della fusione delle secolari Bentivoglio Enza e Parmigiana Moglia-Secchia”.

L’annuncio arriva da Marino Zani, presidente del nuovo ente, decollato il primo ottobre e ufficialmente presentato alla stampa e alla popolazione venerdì 27 novembre. Interessa 3 regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana), 5 Province (Reggio Emilia, Modena, Parma, Mantova, Massa Carrara) e 65 comuni.

“La Bonifica dell’Emilia centrale innalzerà l’efficacia operativa potendo contare su un organico molto più articolato in termini professionali – continua Zani – Inoltre si conseguiranno economie di scala e gli interventi saranno più efficaci perché gestiti in modo unitario su un territorio che seguirà i confini naturali, cioè quelli di scolo delle acque di due bacini”.

La nuova realtà consortile nasce a seguito della legge regionale n° 5 del 2009, che prevede il riordino dei consorzi di bonifica, passando dai 15 enti presenti sul territorio dell’Emilia-Romagna a 8. L’obiettivo già intrapreso porterà a una riduzione dei costi, mettendo in comune le attrezzature e unificando le strutture dirigenziali e amministrative. Non verranno, invece, ridotti i posti di lavoro. “Grazie a un accordo siglato tra Regione, sindacati di categoria e associazioni agricole – precisa il presidente – è stata garantita agli oltre 200 dipendenti dei passati enti Bentivoglio Enza e Parmigiana Moglia-Secchia, l’ottimale collocazione a salvaguardia del posto di lavoro, valorizzandone la professionalità esistente”.

“Abbiamo attuato un’azione politica – prosegue il presidente – con un altissimo valore sociale per chi in bonifica lavora e di tipo economico, per la sicurezza che garantiamo alle aree urbane o per gli interventi in montagna. Tutto questo non ha portato alcun conflitto di sorta”.

In sintesi: difesa del territorio dalle inondazioni e sicurezza idraulica, interventi di consolidamento dei pendii in Appennino, ambiente e uso plurimo delle acque (dall’irrigazione all’industria). Ecco le funzioni della Bonifica dell’Emilia Centrale che ha sede a Reggio Emilia in corso Garibaldi 42 ed è gestita da un Consiglio d’amministrazione, nominato di recente da parte dell’Assemblea legislativa regionale, composto da: Marino Zani (presidente), Giuliano Bertella, Emilio Bertolini (vicepresidente), Giuseppe Carini, Lorenzo Catellani, Ermenegildo Chiussi, Fabrizio Ferrarini, Pietro Galavotti, Pierluigi Gatti, Savino Gazza (vicepresidente) e Lorenzo Melioli. Il direttore generale è l’ingegner Vito Fiordaligi.

“Accanto ai compiti tradizionali di difesa del suolo, bonifica montana, irrigazione e tutela dell’ambiente – spiega il direttore Fiordaligi – si renderanno disponibili le risorse finanziarie e umane per migliorare i servizi per i cittadini. Come l’attività di tutela della qualità dell’acqua movimentata, la fornitura di servizi tecnici innovativi in convenzione con gli enti locali e la prosecuzione delle attività di certificazione di qualità, ambientale e di sicurezza territoriale: ecco cosa contribuirà a rendere unico il nuovo consorzio”.

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Numeri verdi del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale
- 800 235.320 per suggerimenti e informazioni contributi consorziali;
- 800 501.999 per segnalazione disservizi e irrigazione.

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Storia e funzioni

Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale nasce dalla fusione di due consorzi con oltre 100 anni di storia alle spalle. Ma l’attività di bonifica del territorio emiliano ha radici ancora più antiche che risalgono al VI a.C., come quelle a opera degli Etruschi, poi riprese e integrate dai Romani. Nel Medioevo furono i frati Benedettini, con le “congregazioni o confraternite delle acque”, che prosciugarono e resero fertili ampie zona pianeggianti.
Nel 1500, la famiglia Bentivoglio, feudataria in queste zone, ampliò l’opera di bonifica delle paludi. Dopo due secoli di sconvolgimenti naturali, solo nell’Ottocento l’esigenza di terre coltivabili diede nuovo impulso alla bonificazione del territorio. A metà Ottocento nacquero ufficialmente i Consorzi di bonifica: il Consorzio del Cavo Parmigiana-Moglia pubblicò il proprio statuto nell’anno 1873, mente il consorzio Bentivoglio fu fondato nel 1878. Negli anni Venti e Trenta, del secolo scorso, vennero costruiti canali e impianti, tra i più importanti, eccezionali esempi di stile liberty, tuttora in funzione. A seguito della legge regionale che prevede la riorganizzazione dei consorzi di bonifica, Parmigiana Moglia-Secchia e Bentivoglio Enza si sono fuse nel Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale.
Oggi come in passato la bonifica svolge funzioni fondamentali per la tutela del territorio. Quattro sono i compiti principali della Bonifica dell’Emilia Centrale. La prima funzione è fondamentale per prevenire i disastri idrogeologici. La rete di canali, nei momenti di forte pioggia, viene utilizzata come collettori d’acqua per farla defluire più facilmente. Nel caso in cui le piogge siano particolarmente abbondanti, le acque in eccesso vengono portata alle casse di espansione per contenerle momentaneamente, facilitando così il lavoro dei canali di scolo. Questo compito è diventato particolarmente importante negli ultimi decenni, perché l’aumento della superficie abitata ha ridotto la capacità del terreno di assorbire l’acqua, provocando allagamenti e alluvioni più frequenti. Il secondo importante compito che interessa prevalentemente il territorio montano è quello di prevenire gli smottamenti e le frane. Gli interventi si basano soprattutto sulla cura delle strade e dei letti dei torrenti, spesso realizzati in accordo con gli enti locali. Un’altra funzione, forse la più conosciuta, è l’irrigazione dei campi durante l’estate nella zona pianeggiante. Un’opera che permette ai prodotti della terra di crescere rigogliosi anche quando ci sono lunghi periodi di siccità. L’acqua viene prelevata dal fiume Po, Enza e Secchia e, grazie a una rete di canali capillare, riesce a raggiungere tutto il territorio pianeggiante della provincia di Reggio Emilia e, in parte, di Modena. Da non dimenticare l’importante ruolo che la Bonifica dell’Emilia Centrale ha per la salvaguardia dell’ambiente. Nelle casse di espansione presenti nel territorio si sono formate delle vere e proprie oasi naturali, protette anche dall’Unione Europea, dove si sono sviluppati ecosistemi ricchi di piante e animali rari.

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I numeri della bonifica