Home Cronaca Il va pensiero accompagna, su ali dorate al Cielo, la maestra

Il va pensiero accompagna, su ali dorate al Cielo, la maestra

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VETTO (25 novembre 2009) - Nel pomeriggio di sabato 14 novembre, si sono svolte, a Vetto, le esequie della signora Violante Vescovi in Morellini, che tutti conoscevano come Viola, e anche don Carlo Castellini è risalito in quella giornata ai suoi monti, dalla sua nuova parrocchia di Rio Saliceto, per unirsi ai tanti che hanno voluto portarle l’estremo saluto.

Nel corso della S. Messa officiata da don Giancarlo Denti, in una chiesa gremita ed assorta, la toccante omelia di don Castellini, nel soffermarsi sul senso cristiano dell’ultimo commiato, ha saputo cogliere quei tratti del carattere di Viola che l’avevano fatta autenticamente apprezzare dai suoi compaesani, e da quanti l’avevano conosciuta..

Tutti ne rammentano infatti l’aperta e garbata giovialità, e il sapersi rapportare affabilmente con chiunque, una dote importante e preziosa in un mondo che sembra aver perso la capacità di parlarsi e di sorridere, e particolarmente sentita nella vita di una piccola collettività quale quella vettese, che vive molto di relazioni e che ha ricambiato quei suoi gesti stringendosi intorno ai familiari (il marito, i due figli, la nuora, il genero e i nipoti) nel momento del dolore.

In parecchi poi la ricordano ancora quando, da giovane maestra, si muoveva quotidianamente a piedi lungo le strade e le scorciatoie di allora per raggiungere la sua pluriclasse nell’una o nell’altra delle frazioni del territorio comunale.

Successivamente si era trasferita a Carpi, dove il marito dottor Primo vi esercitava la professione di medico dentista, come ora il figlio Gian Lorenzo, ma questa famiglia ha sempre mantenuto forti radici con la comunità vettese, dove rientrava ad ogni fine settimana. Un reciproco e solidale attaccamento, come ha dimostrato la folta e commossa partecipazione alla cerimonia funebre, che è stata accompagnata dal coro parrocchiale, e si è conclusa sulle note del Và Pensiero in omaggio alla passione che Viola nutriva per la musica ed il canto.

(P.B.)

2 COMMENTS


  1. L’amicizia che mi lega alla famiglia potrebbe farmi ritenere non obiettivo, ma non ricordo una sola volta che, entrando nella loro casa, a Vetto o a Carpi, la signora Viola non mi avesse accolto con un sorriso e con la sua grande giovialità; così come, nonostante la veneranda età a quei tempi, la madre Signora Agata. La signorilità dello spirito e della persona sono sicuramente ereditari.
    Un caro ricordo.

    (Stefano Curini)

  2. Grazie Signora Maestra
    Ti abbiamo accompagnata, mesti, all’ultima dimora terrena, sicuri che ci osservavi dalla nuova dimora celeste. Ci hai tenuti per mano quando eravamo piccoli; ci hai insegnato a leggere e scrivere, e, soprattutto, ci hai insegnato come si vive, come si educa, come si lavora. Non ti dimenticheremo mai.
    Gli occhi lucidi erano tanti e appartenevano a tre generazioni. I tuoi scolari di un tempo si sono stretti a te ed ai tuoi cari in un abbraccio commosso e, quelli già in cielo, si sono preparati ad accoglierti in Paradiso. Quanti ricordi riaffiorano…
    Come dimenticare la maestrina appena diplomata che partiva presto e, a piedi, raggiungeva il Casone? Neppure la neve ti fermava. Gli uomini spalavano, formando un sentierino, e ti venivano incontro. Facevi l’Ingiaradura, la scorciatoia che partiva dal Ferro e che, passando da Casa Giuliani, arrivava proprio sotto la casa di Geminio prima e di Seminari poi, dove ti attendeva la tua classe mista e plurima.
    Io ero la tua alunna più piccola, in prima a 5 anni, e poi c’erano quelli di seconda, di terza e di quarta. Tutti assieme. Riuscivi ad insegnare a tutti, occupandoti di ciascuno.
    Si arrivava a scuola portando ognuno un pezzo di legna per scaldarci; qualche volta quelli più lontani arrivavano intirizziti, pieni di geloni. Al tepore della stufa si addormentavano sul banco e tu spesso li lasciavi dormire. Si erano alzati presto, avevano già aiutato in casa o nella stalla e al ritorno avevano tante cose da sbrigare. Come dimenticare questa tua materna sollecitudine? Come dimenticare che allo spuntare delle prime viole, belle e profumate come te, ti venivamo incontro per porgerti un mazzolino di bucaneve e viole? Quando la mamma aiutava a fare il tema quante volte hai scritto “brava la mamma, 10+”? Sempre con il sorriso, sempre paziente, sempre pronta a comprendere.
    Quando, tornata al mio paese, dopo 40 anni, ti incontravo ti salutavo “Buon giorno Signora Maestra” ti schermivi…”… Ma quale signora”? Per noi sarai sempre la “nostra “Signora Maestra, che ci ha insegnato tanto. Che ci ha amati.
    Cara Signora Maestra Viola, continua a guidarci da lassù. Incanta il Paradiso con la tua bella voce.
    Ti abbiamo affidata al Signore; Gli abbiamo raccontato di tutto l’amore che hai sparso sulla terra e Gli abbiamo detto “prendila con Te e abbracciala perché è un’anima da 10 e lode”.

    (La tua scolara Marisa che si fa portavoce dei tuoi scolari)