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“Ci chiudono l’ufficio postale? E noi blocchiamo le strade”

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(BUSANA, 24 novembre 2009) - Busana non ci sta. Non capisce e perciò non si adegua. Ieri sera il Consiglio comunale, riunito al completo, ha votato un documento in cui si contempla anche una linea dura nel caso in cui all’ufficio postale di Cervarezza – che da una settimana, come altri cinque della nostra montagna, è stato “razionalizzato” – non venga ripristinato l’orario di apertura quotidiano. Da qualche giorno, infatti, è possibile accedervi, alla cittadinanza, solo nelle mattinate di martedì, giovedì e sabato dalle 8 alle 13.

E così, se la Comunità montana e i sindaci dei comuni interessati nei giorni scorsi hanno già espresso il proprio dissenso in relazione al provvedimento, Busana, dopo aver a sua volta scritto alla direzione postale provinciale (e non aver avuto risposta, così come la stessa Comunità montana), si spinge anche più in là e prefigura l’intenzione di passare “alle vie di fatto”. Per fermare una “deriva” che spoglia via via la montagna di tutti quei servizi che, come si rileva, “non sono abbastanza remunerativi”.

Come ha detto il sindaco Alessandro Govi: “Col documento che votiamo vogliamo dare maggiore forza al nostro dissenso verso questo provvedimento”.

“In montagna non bisogna guardare esclusivamente ai numeri – è stato il succo dell’intervento del consigliere di minoranza Bruno Tozzi – è certo che qui da noi non possono esistere i margini di guadagno che possono registrarsi in città, ma se si ragiona solo in questo modo accadrà che, un po’ per volta, ci spoglieranno di tutti i servizi: ambulatori medici, trasporti pubblici, preti… Rimarrà solo il Parco”. “Dobbiamo farci avanti con più decisione – argomenta ancora l’esponente della minoranza – perché se continuiamo a stare zitti prenderemo solo scappellotti. Dobbiamo protestare, scendere in strada coi trattori e proseguire con la protesta fino ad ottenere soddisfazione”.

E così, al documento proposto dalla maggioranza, il gruppo di “Montagna alternativa” propone di aggiungere un paio di cose. Una è appunto questa, la protesta energica (il sindaco si dice d’accordo sottolineando comunque “che si deve rimanere nel binario della legalità”). La seconda è quella di sottolineare l’intenzione di andare incontro a Poste italiane mettendo in atto tutte quelle azioni che come ente locale si renderanno utili per aiutare l’azienda diretta, nel reggiano, da Francesco Polidoro a mantenersi sul territorio. Qualcuno chiede anche se non fosse possibile affidare ad essa il servizio di tesoreria comunale per “dimostrare buona volontà”… Bastone e carota, insomma. Si capisce bene che la decisione di ridurre il servizio dell’ufficio di Cervarezza pesa e provoca molta delusione. In realtà piccole come queste, che devono lottare giorno per giorno per mantenere un proprio profilo e non “scomparire”, anche questa ulteriore “tosata” fa. Se si perdono residenti si perdono servizi e se si perdono servizi rischia di calare ulteriormente la popolazione: è una spirale perversa.

Se il primo cittadino rileva, con realismo, che “c’è poco da sorprendersi, dato che anche a Cavola, zona economicamente dinamica (inserita in uno dei territori, il nostro, tra i più ricchi al mondo), viene riservato lo stesso trattamento”, viene però anche denunciata, come detto, la perversa “logica aziendale” adottata da Poste italiane.

Il consigliere Gustavo Simonelli al proposito – unico intervento più marcatamente politico – afferma: “Condivido con la minoranza che in tutto questo vi è un errore della politica: è la privatizzazione selvaggia, che è responsabilità soprattutto delle destre, che porta poi alla logica del profitto e dunque a ciò che trattiamo questa sera”.

Al più presto contiamo di pubblicare il documento integrale approvato dal Comune.

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Qui di seguito il documento letto in aula dal consigliere Fabio Leoncelli

Abbiamo appreso dalla stampa ed in seguito dall’ordine del giorno aggiunto al consiglio comunale del 23 novembre u.s., della chiusura parziale dell’ ufficio postale di Cervarezza e di altri uffici della montagna reggiana.
Riconosciamo il valore della presenza continuativa di tale servizio e, pertanto, condividiamo la mozione presentata e messa in votazione nel consiglio del 23 novembre, nella quale si chiede a Poste Italiane di rivedere il provvedimento di chiusura e di rendersi disponibile ad un confronto con gli enti locali interessati.
Detto questo, però, ci sembra doveroso ricordare agli amministratori del territorio che questo provvedimento può essere considerato uno dei naturali risultati di una politica che da anni nulla ha fatto per incrementare le economie della montagna.
E’ facile ergersi a paladini dei servizi attraverso documenti pubblicizzati sulla stampa e nei luoghi istituzionali, ma bisognerebbe esaminare con obiettività la situazione catastrofica, di degrado, di spopolamento, di invecchiamento del nostro territorio.
Ancora una volta ribadiamo che le scelte politiche, portate avanti senza una programmazione basata su obiettivi a largo raggio, rivolti al risanamento economico, alla creazione di nuove attività, all’ aiuto alle famiglie ed alla popolazione che ha deciso di rimanere a vivere in montagna, hanno fatto sì che si verifichino conseguenze incresciose come la chiusura degli uffici postali.
Le politiche da anni rivolte esclusivamente al mantenimento del vecchio Parco Regionale ed alla creazione del nuovo P. Nazionale, capaci solo di offrire un’ immagine di facciata che,pur investendo notevolissime risorse, non hanno portato un reale sviluppo del territorio e non hanno neppure tutelato l’ ambiente (sentieri, dissesto idrogeologico, castagneti, metati, ecc…)
A questo proposito, facciamo notare che dapprima è stata chiusa la sede del Parco regionale, posta nei locali della ex Colonia di Busana ed ora, la sede provvisoria ubicata a Cervarezza è stata dislocata a Sassalbo, lasciando in loco un centro visita, senza che il comune di Busana abbia preso posizione: anzi ha pienamente condiviso le scelte da anni annunciate.
In conclusione, ribadiamo il nostro impegno, per quanto la nostra posizione ci possa permettere, a lavorare per risolvere il problema degli uffici postali chiusi e soprattutto a batterci instancabilmente per cercare di invertire la rotta di declino del crinale, puntando su
• investimenti sulla viabilità, con sollecitazione e proposizione agli enti superiori;
• investimenti mirati all’ incentivo dell’ economia locale ( non a fontane, ecomostri e piste sportive in luoghi non idonei);
• gestione di un Parco Nazionale che appartenga veramente alla popolazione del crinale, ne valorizzi l’ ambiente e ne recuperi, con incentivi indiretti, il territorio abbandonato;
• manutenzioni programmate sui beni pubblici e non ulteriori spese su investimenti non indispensabili.

(I consiglieri di minoranza della lista "Montagna alternativa")

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IL DOCUMENTO DELLA MAGGIORANZA

Il Consiglio comunale di Busana vista la comunicazione di Poste Italiane del 12 novembre 2009 acquisita agli atti del Comune di Busana con prot. 2143 del 14.11.2009, comunicazione con la quale Poste Italiane dispone con decorrenza dal giorno 16.11.2009 la riduzione dell’orario di apertura dell’ufficio postale di Cervarezza adottando i seguenti orari: martedì e giovedì dalle ore 8,00 alle ore 13,00 e sabato dalle ore 8,00 alle 12,30 con conseguente chiusura dell’ufficio nei giorni di lunedì mercoledì e venerdì;
considerato che il centro abitato di Cervarezza risulta essere tra i piu’ popolosi e vitali del’intero crinale dell’Appennino reggiano;
considerato inoltre che la riduzione dell’orario di apertura dell’ufficio postale comporterà’ inevitabilmente disagi ai cittadini ed in particolare alla popolazione anziana,agli operatori economici ed alle imprese nell’accesso ai servizi erogati dall’ufficio postale;
ritenuto che la tempistica e le modalità di comunicazione della riduzione dell’orari di apertura dell’ufficio postale di Cervarezza non hanno consentito la minima possibilità di concertare e concordare eventuali soluzioni alternative;
ritenuto che il mantenimento dei presidi degli uffici postali sul territorio montano non debba tenere conto esclusivamente di criteri quantitativi e di budget economici;
considerato che l’Unione dei comuni dell’alto Appennino reggiano ha in essere con Poste Italiane convenzione che prevede il mantenimento degli standard qualitativi e quantitativi dei servizi attualmente erogati da Poste Italiane sul territorio del’Unione

IL CONSIGLIO COMUNALE

impegna il sindaco e la giunta Comunale a svolgere ogni iniziativa utile affinchè la direzione provinciale di Poste Italiane sospenda e ritiri il provvedimento di riduzione dell’orario di apertura dell’ufficio postale di Cervarezza e si renda disponibile ad un confronto tra i sindaci e gli amministratori degli altri comuni della montagna reggiana coinvolti dai provvedimenti di riduzione dell’operatività degli uffici postali di Cervarezza, Quara, Cavola, Rosano, Sologno e Trinità.
L’Amministrazione comunale si impegna a sostenere eventuali forme di protesta e di disaccordo al provvedimento di chiusura che dovessero manifestarsi da parte della popolazione nel rispetto della legge e della convivenza civile.
L’Amministrazione si impegna a valutare la possibilità di affidare nuovi servizi da conferire agli uffici postali del Comune oltre a quelli già convenzionati.

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5 COMMENTS

  1. Ufficio postale: tutti protestano, unitevi a noi
    Chi vive e soffre la montagna è d’accordo con noi e si unisce alla protesta. Sottolineiamo la sensibilità della stampa locale che immediatamente ha recepito il nostro dissenso. Teniamoci pronti a formare un comitato di protesta per difendere un servizio che da sempre ci ha tenuti collegati al resto del mondo. Se non ci sono altri, la minoranza “Montagna alternativa” è pronta a capeggiare la formazione di un comitato che mira insistentemente a conservare il nostro ufficio postale con orario a tempo pieno. La montagna non deve essere ulteriormente depauperata di servizi essenziali. Questa è l’ora della difesa! Unitevi a noi di qualsiasi colorazione politica voi siate!

    (Bruno Tozzi)

  2. Al presidente Giovanelli
    Egregio signor presidente, si sente forse in colpa per qualcosa? Se non crede alle cose che abbiamo scritto in merito all’ambiente montano, sarò ben lieto di farle visionare lo stato di degrado del “Suo parco”: castagneti completamente morti, essiccatoi in completo degrado,
    mulini, ristrutturati da non molto tempo dai suoi predecessori, in condizioni disastrose, sentieri storici, di accesso alle zone pregiate del parco, franati e chiusi, sentieri e strade di perimetrazione della pineta del “Topo” con ancora filo spinato risalente ai tempi della “Forestale”, tabelle di perimetrazione del Parco nazionale inchiodate a faggi, piante che crescono nel letto dei torrenti, fauna selvatica che distrugge il bosco e i seminativi che dovrebbero produrre foraggio pregiato per la produzione di latte di qualità per il Parmigiano Reggiano.
    Certamente non devo essere io a ricordarle il significato storico, culturale, economico, turistico di quanto elencato, visto che lei è molto più competente del sottoscritto. Ripeto, se non crede a quanto detto, sarò lieto di accompagnarla in loco o, se preferisce, di inviarle le relative fotografie.
    Se invece è convinto che tutto ciò offra una buona immagine e sia di sviluppo per un PARCO NAZIONALE, continui pure a gestirlo in questo modo; io però non la condivido e credo che molti altri sostengano il mio pensiero.
    Per quanto riguarda il collegamento poste-parco, ha capito benissimo il senso dell’intervento, non mio personale, ma del gruppo di minoranza del comune di Busana; quindi è inutile fare del facile sarcasmo, offendendo in modo gratuito persone che non la pensano come lei.
    Cordialmente e buon lavoro.

    (Fabio Leoncelli)

  3. Caro Leoncelli
    Caro Leoncelli, lei non ci crederà ma io segretamente apprezzo la sua attenzione per il Parco, ma nel caso delle poste la polemica con il Parco era veramente fuori luogo. E mi sembra che anche lei se ne sia reso conto. Le poste chiudono e riducono, il Parco apre e sviluppa le sue attività sul crinale. Della riduzione e disfunzione dei servizi postali il Parco nazionale è vittima come tutti gli altri cittadini avendo peraltro sedi e attività proprio laddove il servizio postale è inadeguato (Succiso, Sassalbo, ecc.). Però la sua insistenza su questioni che con le Poste non c’entrano nulla è per il Parco l’occasione per fare sapere ai lettori di @CRedacon#C cosa il Parco sta facendo sui castagneti, sui sentieri, sul mulino di Cerreto e anche sulla fauna.
    A) I castagneti sono nella loro quasi totalità fuori dal perimetro del Parco e sono di proprietà privata. A Sologno dove è stato chiesto non di restringere ma di allargare il perimetro del Parco è in corso di attuazione un intervento di recupero dei castagneti e dei sentieri di accesso per un importo di 60mila euro. I lavori sono affidati alla Coop. Nasseta, stanno per iniziare e in proposito si terrà il giorno 5 dicembre a Sologno un’assemblea pubblica per condividere il progetto e la sua fruizione con la cittadinanza. E’ invitato. Sul castagneto e “l’Autunno d’Appennino” abbiamo appena tenuto un convegno a Carpineti, per arrivare alla firma di un accordo tra gli enti pubblici e i privati proprietari, per azioni non solo di recupero culturale ma di sviluppo di nuovi prodotti turistici per destagionalizzare il turismo-weekend in primis, purtroppo concentrato solo sull’estate. E’ chiaro che il Parco non può sostituire l’assenza di impegno dei proprietari nella manutenzione e coltivazione dei boschi di loro proprietà. Può stimolarli, sostenerli e lo sta facendo. E’ stato il Parco a promuovere la domanda di finanziamento che porterà effettivamente ad un intervento migliorativo dell’accesso del castagneto nella zona del campo sportivo di Cervarezza.
    B) Il mulino di Cerreto Alpi è oggetto di un progetto di recupero e trasformazione in posti letto, nel quadro del progetto “Castagneto albergo”. Diventerà una struttura utilizzata e abitata, i lavori sono già stati affidati a C.A.M.A.R. Convenzioneremo con la locale Coop. I Briganti di Cerreto la gestione dei posti letto.
    C) E’ previsto nel 2010 per oltre 200mila euro un intervento sull’“Alta via dei parchi” cioè sui sentieri di crinale, il sentiero Italia, lo 00, quello che connette l’Appennino reggiano alle altre province e regioni. E’ il sentiero più importante, quello sul quale possiamo pensare di attrarre escursionismo e turismo vero.
    D) Circa la fauna, stante i confini estremamente ristretti del Parco possiamo pensare a una gestione della fauna separata dalla gran parte del territorio che è gestito da Regione, Provincia e Atc. In proposito il Parco dichiara comunque la sua disponibilità, se richiesto da altri enti e soggetti interessati, ad attuare forme di caccia di selezione ovviamente secondo le leggi vigenti.
    Possiamo migliorare e di molto la qualità e soprattutto l’uso del territorio e le azioni del Parco vanno sicuramente in questa direzione. E’ contraddittorio chiedere che il Parco venga ridotto nei suoi confini, così come è stato fatto, e poi chiedere che faccia la manutenzione del territorio anche al di fuori di quelli. In ogni caso per la manutenzione del territorio sono 100 volte più grandi le risorse – e dunque le responsabilità – assegnate ad enti quali consorzi di bonifica, comuni, servizi tecnici di bacino, programmi di sostegno alle attività agricole che non passano per il Parco.
    Il Parco è un qualcosa in più sul territorio, che accende qualche ulteriore attività e soprattutto promuove la necessaria innovazione perché il territorio sia abitato e apprezzato anche in futuro e in particolare dai giovani. Non può essere chiesto al Parco di “risarcire” il passato, cioè di far tornare la montagna a 40 o 50 anni fa. Ammesso che ciò sia auspicabile non è comunque possibile sostituire persone, tempi, modi, pratiche, abitudini e convenienze di mercato proprie dell’economia agro-silvo-pastorale dell’Appennino di un tempo. Bisogna guardare avanti. In ogni caso, mentre persone imprese e servizi pubblici si allontanano dalla montagna, il Parco ci sta e ci investe con convinzione. Le nostre azioni di animazione economica hanno come centri Succiso, Cerreto Alpi, Sologno, Febbio, Civago e naturalmente Cervarezza, dove la sede è stata trasferita a partire da via Emilia all’Ospizio. Almeno questo riconoscimento sarebbe onesto darlo, di fronte ai fatti che si possono toccare con mano.

    (Fausto Giovanelli)

  4. Presidente Giovanelli…
    …mi permetto di entrare nelle diverse opinioni tra lei e Leoncelli non tanto per dire la mia in tutto ma perchè come lei ricorderà io ero a tutte le riunioni sulla costituzione del Parco e sento il bisogno di precisare alcune cose. Credo nessuno, a cominciare da me, contesti le iniziative del Parco, avendone ascoltato molti progetti, ma consapevoli che se pur belli siano di lieve entità e serva ben altro per inpedire lo svuotamento dell’Appennino.
    Detto ciò, visto che la questione sede Parco spostata da Reggio viene da lei menzionata spesso come condanna verso il centrodestra voglio chiarire che per me, come penso molti montanari, la sede a Reggio era solo un ulteriore vergogna verso la dignità degli abitanti stessi. Centrodestra o centrosinistra conferma ciò che io sostenevo anni fa, cioè un nuovo ente per nuove poltrone. Lei ha portato la sede in montagna e dove si trova ora sa che comunque la trovo sbagliata, ma oramai è lì e dobbiamo tenercela.
    Che le Poste non abbiano a che fare con il Parco però è tutta da vedere. Tanto per cominciare se si lasciava il Parco dell’Appennino si potevano ottenere gli stessi risultati, visti i finanziamenti, che come lei sa a malapena coprono le spese per il personale e la gestione. Il governo dovrebbe fare di più, ma anche con quello precedente le cose erano simili, se non per la nuova crisi mondiale in atto, e fino all’arrivo di nuove regole per i parchi era meglio lasciare le cose come stavano.
    Ricordo però che nonostante ciò che ho detto poc’anzi veniva allora spacciato come la soluzione per la ripresa economica della montagna; diverso sarebbe stato proporre allora con insistenza verso il governo una strada di fondovalle per collegare Collagna come Ligonchio e Busana alla pianura. Probabilmente il conseguente aumento di
    popolazione avrebbe incentivato il ripensamento alla chiusura dell’ufficio postale di Cervarezza. Ciononostante dovremo darci da fare per invertire la rotta e vorrei dare un contributo propositivo al presidente Giovanelli con due progetti. Consapevole che ci si debba attivare per attrarre capitali privati per raggiungere gli obiettivi, vedo nell’ente Parco il soggetto giusto per unire le piste da sci, tra Cerreto e Febbio, per dar modo di aggregare le forze su due siti meravigliosi del nostro Appennino, scongiurando così la chiusura di uno di essi. La seconda è una funivia che colleghi Castelnovo ne’ Monti alla cima della Pietra. Sono consapevole di portare idee molto costose ma dobbiamo dare la speranza che prima o poi arrivino nuovi progetti per dare voglia ai montanari di restare qui ed a chi se n’è andato di ritornare.

    (Romano Albertini)