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Avvelenamenti e sostanze chimiche nei campi: che succede in provincia?

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Avvelenamenti, dispetti tra uomini tramite gli inconsapevoli animali. Cosa accade in Appennino? In queste ore cui abbiamo la segnalazione di una assurda azione di spargimento di sostanze chimiche (es. varichina) su terreni agricoli del crinale per dissuadere gli animali selvatici dal frequentarli (agevolando così altre aree di caccia).  Quindi la segnalazione di avvelenamento di un bracco di un cacciatore ligonchiese di rientro da una battuta, altrettanto in collina. E, ora, anche la lettera del presidente dell'Associazione tartufai di Reggio Emilia che pubblichiamo che segnala un nuovo caso di avvelenamento di un cane da tartufo.

 

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Sono a segnalarvi l'avvelenamento di un cane da tartufo nella zona Giarola- Cinquecerri purtroppo con un epilogo drammatico per il cane in questione. Mi permetto di giudicare  l'ignoto malfattore come una persona ignorante, codarda, meschina ecc.... Non e' possibile che ancora esistano fatti di questo genere nei confronti di animali indifesi che non hanno nessuna colpa se qualche sfigato per invidia e ingordigia gli prepara un "banchetto avvelenato". Sarebbe secondo me buona cosa avvertire le autorità competenti e alcuni giornali della zona. Vi auguro una buona ricerca e soprattutto di non incappare mai in situazioni dannose per i nostri fedeli compagni.

Inutile dire che sono pienamente d'accordo, per fortuna nella nostra provincia i casi di avvelenamento sono rari e nella maggior parte dei casi non sono rivolti ai danni del tartufaio e del suo cane. Di fatto questo episodio deve essere portato alla luce, dovrebbe essere il padrone del cane a farsi avanti denunciando l'accaduto.

Non giustificando in nessun modo l'idiota, sta di fatto che la scarsità di prodotto e i prezzi bassi che vengono pagati i tartufi in questo periodo, portano a fatti del genere. La cosa deve essere trattata con molta ponderazione, perché potrebbe diventare un grosso problema.

Dite la vostra.

Saluti Andrea Gatti, presidente Associazione Tarufai Reggiani.

3 COMMENTS

  1. Dite la vostra? Dico che nei giorni scorsi ho saputo di un cacciatore di quella zona che si è ritrovato col Bracco tedesco che presentava sintomi di avvelenamento. Pare sia intervenuto un veterinario dell’Azienda USL. Ritengo che il non dare subito l’allerta e il non denunciare simili episodi alle forze dell’ordine sia un po’ come l’essere complici dei delinquenti. Tale silenzio è quindi quasi complicità ed espone anche altri cani al pericolo di morire avvelenati.

    (Umberto Gianferrari, commissario straordinario caccia, pesca, ambiente)

    • Firma - UmbertoGianferrari,commissariostraordinarioCaccia,Pesca,Ambiente
  2. Anch’io, alcuni anni fa, ho subito l’avvelenamento del cane e si diceva che un possibile colpevole era stato individuato, ma come al solito si trovarono tutte le scusanti e i buonismi del caso per non risolvere nulla. Così si continua nell’indifferenza, ognuno a modo suo, a fare i propri comodi; anche tra i tartufai, in vari modi e in forme diverse, molti non rispettano regole (rispetto degli altri, della proprietà altrui, ecc.) credo che se tutti ci impegnassimo a rispettare e far rispettare in modo severo le regole e leggi attuali un piccolo passo si farebbe.

    (Giuliano M.)

    • Firma - GiulianoM.