Riceviamo e pubblichiamo.
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Con la votazione espressa sulla nomina del consigliere di amministrazione di Iren a cui eravamo presenti, non abbiamo voluto esprimere bocciature oppure fare battaglie di cordata su un nome, ma abbiamo voluto affermare un principio.
Quando abbiamo discusso nei consigli comunali la riorganizzazione di Iren, abbiamo infatti parlato di cambiamento della governance e di una nuova stagione dopo la fase di fusione, ascoltando i consiglieri dei vari territori. Ci sembrava naturale che a quel cambiamento si dovesse accompagnare un cambiamento anche delle figure che poi dovranno interpretare questa nuova stagione, confrontandosi molto più strettamente con i territori sulle strategie in ambito idrico, rifiuti e energia.
Nomi alternativi di indubbio valore sarebbe stato possibile trovarli nel mondo dell'economia e delle professioni reggiane.
Inoltre da Agac a Iren, nel sub patto reggiano ha sempre prevalso la condivisione territoriale delle scelte, più che il peso azionario (che si esprime invece nell’assemblea dei soci dove contano le quote). Altrimenti è inutile per tutti farvi parte, visto che il comune capoluogo detiene il 54 % delle quote.
La ricerca di posizioni più condivise spetta proprio ai comuni con maggiori quote, è un principio che in conclusione di assemblea abbiamo chiesto di recuperare poiché la coesione è fondamentale affinché il territorio reggiano nella sua interezza possa contare nella multiutility.
Infatti, non vi sarebbe stata modifica statutaria e organizzativa e riduzione dei costi e dei posti dei vertici se il territorio reggiano non avesse unitariamente posto questi temi nella scorsa assemblea Iren, perdendo allora (voto contrario di Genova e Torino) ma vincendo oggi.
Analogamente nel sub patto il voto di bel 21 comuni sta a significare che le decisioni vanno maggiormente condivise tra comuni grandi e comuni piccoli, visto che il territorio è unico, i problemi sono comuni e le risposte da dare ai cittadini anche.
Solo un territorio unito può competere, con idee e proposte innovative e di cambiamento.
(Andrea Tagliavini, sindaco di Quattro Castella - Sandro Govi, sindaco di Busana - Mauro Bigi, sindaco di Vezzano - Marcello Moretti, sindaco di Sant'Ilario)
Nel cambiamento della dirigenza dell’Iren si è dimostrato, durante le discussioni avvenute nei Consigli comunali, che ci sarebbe stato un considerevole risparmio. Ora, al di là di chi prenderà le decisioni, ossia di chi effettivamente comanderà nell’IREN, gli utenti si aspettano un calo della bolletta, cosa che per tutti gli utenti più conta, specialmente in questo periodo di crisi che attanaglia tutte le famiglie.
(Bruno Tozzi)
Calo delle bollette? Mica facile perché i contributi sul risparmio energetico vengono fatti gravare proprio su queste. Però ci sta un altro aspetto da considerare: si parla tanto giustamente della riduzione dei costi della politica, ma non si parla con altrettanto vigore della riduzione dei costi delle ex municipalizzate e delle ex parastatali. In questi ambiti, come ad esempio l’Iren, senza contare le grandi Coop o cose come l’Enel, vengono elargiti compensi esagerati, molto di più che a un parlamentare o a un ministro, a dei manager e a dei dirigenti che tra l’altro mandano sempre in rosso la cosa amministrata. Credo che vada messa mano subito a questo aspetto mostrando bene alle gente, soprattutto attraverso i media, cosa accade in queste strutture. Quindi bollette più care da Enel o Iren, alimentari più cari da Coop ecc. e tutto per salvaguardare le laute retribuzioni dei loro dirigenti. Non c’è solo il costo della politica!
(Dantes)
Non sono mai riuscito a capire, io semplice impiegato statale, cosa ci fanno questi dirigenti con tanti soldi che vanno oltre il necessario per un umano. Ho pensato che loro siano i veri responsabili del grande deficit che ha la nostra Italia, poichè tenutosi l’indispensabile per vivere, gli altri soldi vengono trasferiti nei paradisi fiscali o in Svizzera, più vicina a noi. E leva oggi, traferisci domani, il liquido a disposizione delle nostre imprese e degli stessi cittadini viene a mancare. Non ha tutti i torti la Merckel che non vuole mettere in circolazione gli euro tedeschi, cioè i loro risparmi e sembra voglia dirci “fate tornare in patria i soldi che i vostri nababbi hanno trasferito altrove e vedrete che le cose andranno meglio anche per voi”.
(Bruno Tozzi)