La grande partecipazione (500 persone) al consiglio comunale aperto tenutosi in marzo a Carpineti e soprattutto l'insieme degli interventi dei vari comitati hanno mostrato il grande coinvolgimento attorno alla discarica di Poiatica, evidenziandone la pericolosità per le persone e l'ambiente, chiedendone la chiusura e ottenendone il non ampliamento oltre il 6° lotto già autorizzato.
C'è un problema di QUANTITÀ
Poiatica ha ricevuto nel 2011 in media al giorno circa 500 tonnellate di rifiuti, l’80% provenienti dal reggiano e il 20% da altre province, complessivamente oltre 150.000 tonnellate (fra cui 65.188 t di Rifiuti Speciali provenienti da industrie).
Quattro dei cinque lotti attuali sono già ricolmi; fra pochi anni la discarica sarà piena con un accumulo di oltre 2.000.000 di mc di rifiuti. Una tonnellata (t) di rifiuto compattato ha il volume di circa un metro cubo (mc).
In provincia c’è anche la discarica di Novellara, che sarà piena tra poco tempo.
Le altre discariche già riempite sono a Rio Riazzone, anche questa con 2.000.000 mc di rifiuti accumulati dal 1991 al 2008, a Rio Vigne (Castellarano-Scandiano) con 800.000 mc messi dentro dal 1984 al 1991; a Villa Argine c’è la più piccola e colmata per prima.
Inoltre a metà maggio è stato spento l'inceneritore ormai obsoleto di Cavazzoli.
Spostando lo sguardo sul cittadino, gli ultimi dati dell'Osservatorio Provinciale Rifiuti dicono:
La produzione totale di rifiuti urbani e assimilati nella provincia di Reggio Emilia ha registrato un significativo aumento dal 1997 al 2011, passando da 233.717 tonnellate a 405.245 tonnellate.
Nello stesso periodo la produzione pro capite dei rifiuti è passata da 533 Kg/ab.*anno, a 759Kg/ab.*anno
Scorporando il dato dell'indifferenziato e del differenziato “sporco”, i cittadini reggiani nel 2011 hanno mandato a Poiatica, in media, circa un kg di rifiuti a testa al giorno
C'è un problema di SALUTE per le persone e l'ambiente
“ ...non c'è discarica sicura e i danni che esse procurano sono ingenti sia in superficie che in profondità. Il problema è dovuto soprattutto alle molecole corrosive che attaccano, sotto la pressione di metri e metri di rifiuti, qualsiasi materiale anche quelli migliori e pluristratificati;... se la vita mi dovesse portare a fare una scelta, io opterei per vivere ai piedi di una centale nucleare o di un termovalorizzatore e solo come extrema ratio nei pressi di una discarica.”(Aurelio Viglia Ph.D.Pharma & Biotech Consulting)
Anche dopo la “chiusura” una discarica è un pericolo sempre aperto. Un terremoto può provocare profonde spaccature e il percolato inquinare le falde profonde e i corsi d'acqua. Nella più piccola (già chiusa) in Appennino, sopra S.Ruffino, occorrono anche 5 autobotti al giorno per svuotare la raccolta di percolato e portarlo al depuratore, cioè scaricarlo comunque verso la campagna e le acque superficiali (in regola, perchè diluito!).
A tutto questo va aggiunto l'impatto giornaliero della movimentazione dei mezzi, per la raccolta e il trasporto dei rifiuti.
C'è un problema di COSTI
Un piccolo comune come CASINA ha un preventivo IREN per il 2013 di 360.000 euro, di cui 200.000 (cioè quasi il 60%) per il solo smaltimento (133euro/t per 1.501t). Questi costi naturalmente ricadono sui cittadini attraverso la tassa (tarsu). Basterebbe un dimezzamento (possibile, facile, doveroso) dell'indifferenziato, per avere un risparmio di 100.000 euro e una conseguente riduzione della tassa del 30%. Basterebbe un compostaggio vero dell'umido per arrivare a questo; togliere l'umido dai rifiuti, tra l'altro, semplificherebbe moltissimo il trattamento successivo, oltre a darci dell'ottimo concime per l'orto.
COSA FARE?
Ce lo dice l'EUROPA: DIMINUIRE I RIFIUTI
COME?
Tra le tante azioni possibili e importanti (scelte individuali e stili di vita compresi) due sono fondamentali: la tassa a peso (o equivalente) e la raccolta porta a porta.
Non a caso queste due azioni sono prescritte nella Legge d'Iniziativa Popolare RIFIUTI ZERO, per la quale si stanno raccogliendo le firme (si può firmare anche in Comune).
Capannori o Ponte alle Alpi, cosiddetti COMUNI A RIFIUTI ZERO, hanno in questo modo ridotto i rifiuti del 90%, con vantaggi su tutti i fronti e creazione di posti di lavoro.
Da noi, aspettando che le amministrazioni (imbrigliate nell'ATERSIR) facciano la propria parte, è nato in febbraio a Casina: “PER ESEMPIO - movimento cittadini a rifiuti zero”, per far crescere le esperienze di cambiamento dal basso, condividerle e darne visibilità.
Nella pratica consiste nel pesare i rifiuti indifferenziati prima di buttarli nel cassonetto.
Pesare i propri rifiuti (pochi secondi ogni volta) potrebbe sembrare un gesto inutile; è invece una "misura" delle proprie azioni, un aumento di consapevolezza, un coinvolgimento che stimola al miglioramento, un gesto concreto di cittadinanza attiva e di ribellione ad una rassegnata follia collettiva.
Hanno già aderito più di 100 persone, straordinarie anche solo per questo, in lotta con abitudini errate e difficoltà oggettive a separare certi materiali.
La tabella allegata, oltre a dare giusta visibilità a queste persone, mostra anche un primo risultato: da marzo ad aprile la quantità totale di rifiuti è calata di quasi il 20% e questo nonostante la produzione media individuale sia già molto bassa (120 grammi al giorno contro 1 kg dei dati IREN)
Altro fatto notevole è l'adesione convinta del consigliere Yuri Torri e del sindaco Gianfranco Rinaldi, che da maggio ha cominciato a pesare i propri rifiuti; se tutta l'amministrazione o tutto il Consiglio Comunale li imitassero se ne avrebbe un esempio e uno stimolo forti verso tutta la poplazione, per un cambiamento radicale.
per adesioni-informazioni-commenti contattare: Ottavio Tarabelloni
Alcuni commenti degli aderenti
• Incominciamo a prenderci gusto !! (Nadia)
• Ho addestrato tutti con pazienza...da marzo non mancheremo (Assunta)
• la pesata è di 2 etti e mezzo (4 persone), ma siamo stati ammalati possiamo migliorare ancora parecchio !(Nadia)
• Come esperienza mi pare interessante... Non avevo mai "quantificato" quanto il differenziare potesse fare la differenza ... ed ogni settimana è una gara con se stessi per migliorare il risultato. Poi si può ragionare come poter cambiare le abitudini per migliorare ulteriormente. Se il gruppo si fa "forte" si potrebbe chiedere a supermercati e negozi di vendere detersivi alla spina e/o il latte in bottiglia.(Erika)
• Ho il pallino della differenziata e da tempo cerco di portare avanti delle piccole “battaglie” quotidiane a scuola, non ultima quella di spingere tutte le colleghe a far pulire i piatti in plastica della mensa per poterli recuperare invece di gettarli nell’indifferenziato (Sara)
• Il mio peso si è ridotto notevolmente perchè faccio il compostaggio in giardino (Giusi)
Wow, che bello che esista un paese laboratorio dove, come è possibile comprendere anche leggendo i costanti interventi su Redacon, si sperimentano pratiche innovative sulla raccolta dei rifiuti! Io abito in un paese omonimo in provincia di Reggio, dove negli ultimi 15 anni gli investimenti sul miglioramento del sistema di raccolta differenziata sono stati pressochè nulli, se si eccettua il posizionamento di tre fusti per gli olii esausti nelle settimane scorse; dove le tipologie di raccolta differenziata presenti sono soltanto quattro (vetro, plastica, carta ed indifferenziato), manca l’umido ed anche la raccolta domiciliare di sfalci e potature che in Comuni limitrofi effettuano; dove i punti di raccolta in cui sono presenti tutti e quattro i cassonetti per queste tipologie di raccolta, nel capoluogo sono soltanto 2 (due), e in ogni modo i punti di raccolta nel loro complesso (anche quelli con un solo tipo o due di cassonetti) sono pochi; dove il giro per svuotare i cassonetti non è puntuale per cui capita a volte di vederli sommersi da rifiuti abbandonati all’esterno (cosa che verrebbe indicato espressamente di non fare…). Un Comune dove si fanno convegni interessanti, ma che poi sul piano pratico è molto più indietro rispetto agli altri della collina e della media montagna. Strani scherzi delle omonimie…
(Commento Firmato)